Tirocini, la Regione Lombardia scopre le carte: normiamo anche i curriculari

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 26 Lug 2013 in Notizie

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Ieri l'assessorato al Lavoro della Regione Lombardia ha presentato in anteprima la sua bozza di normativa regionale sugli stage nel corso di un evento pubblico, promosso dai gruppi consiliari del Partito democratico e del Patto civico per Ambrosoli presidente insieme alla Repubblica degli Stagisti.
stage lavoro
A illustrare le nuove disposizioni in corso di elaborazione e di trattativa con le parti sociali è stato Gianni Bocchieri, direttore generale della Direzione Istruzione, formazione e lavoro
, in sostituzione dell'assessore Valentina Aprea impegnata in giunta.

La tabella di marcia è serrata, anche per il ritardo accumulato rispetto alla deadline che la conferenza stato - regioni aveva posto a gennaio, che scadeva giusto ieri [il 24 luglio ndr]. Il testo, consegnato dalla Regione ai rappresentanti delle parti sociali con la richiesta di far pervenire eventuali richieste di modifiche o integrazioni, verrà esaminato lunedì dal l'assemblea di giunta, con l'obiettivo di essere votato entro venerdì 2 agosto.

La prima sorpresa del testo è che esso va a normare anche i tirocini curriculari
: una circostanza imprevista e unica nel panorama nazionale, dato che le Regioni hanno ottenuto conferma di competenza lo scorso dicembre dalla Corte costituzionale - ma solo per gli extracurriculari. Le linee guida infatti si ripropongono di normare solo gli extracurriculari: «Abbiamo fatto verifiche di dottrina e non riteniamo di essere in difetto rispetto all'attribuzione delle competenze» chiarisce Bocchieri: «Qualora intervenisse una disciplina nazionale, la nostra disciplina sarebbe ovviamente cedevole, lascerebbe il passo a quella statale».

L'obiettivo complessivo, spiega il direttore generale, è duplice: «Favorire i tirocini che sono esperienza importante se fatti in modo fisiologico e dare al sistema produttivo certezze dal punto di vista dell'utilizzo di questo strumento formativo».
Le scelte dell'assessorato si sono basate su alcuni dati numerici: secondo la Regione, sui 35mila tirocini extracurriculari attivati nel 2012 - di cui 24mila hanno riguardato persone con titolo di studio secondario e l'83% è stato svolto in realtà del settore commercio e servizi, nella metà dei casi da parte di giovani tra i 22 e i 28 anni, per una durata media che per oltre un terzo dei percorsi formativi si è attestata tra i 3 e i 6 mesi - oltre 14mila si sono trasformati in un lavoro, vale a dire il 41% del totale: nel 68% dei casi secondo le statistiche della Regione il contratto viene offerto al tirocinante dalla medesima azienda dove ha appena effettuato il percorso formativo, mentre nel restante 32% il lavoro arriva da un'altra parte, ma come diretta conseguenza delle competenze acquisite durante lo stage. «Riteniamo dunque che i tirocini possano essere una importante esperienza di contatto tra giovani e mondo del lavoro, se regolamentati per evitare derive patologiche. La regolamentazione deve dunque incentivare l'utilizzo di questo strumento».

L'azione dell'assessorato si è poi ispirata ad alcuni punti fermi: «Quello che noi consideriamo un provvedimento spartiacque, e cioè l'articolo 11 del decreto legge 138 dell'agosto 2011, che poi è stato ritenuto incostituzionale ma che ha comunque stabilito alcuni importanti punti fermi rispetto alla regolamentazione dei tirocini. E poi naturalmente l'accordo dello scorso gennaio, in Conferenza unificata, che chiedeva recepimento entro ieri. Rispetto a questo accordo noi abbiamo operato alcune deroghe che sono al vaglio della contrattazione con le parti sociali». Tra cui appunto la decisione di normare anche i tirocini curriculari, ma non solo. Ad elencarli lo stesso Bocchieri: «Abbiamo ritenuto opportuno e utile, proprio su istanza delle parti sociali, inserire gli stage curriculari e quelli estivi, non solo gli extra curriculari. Quindi anche essi trovano sistemazione nella regolamentazione predisposta da Regione Lombardia».

Per quanto riguarda l'indennità, prevista «una doppia possibilità: 300 euro mensili minimi se con buoni pasto o presenza di servizio mensa, oppure 400 euro»
. E qui Bocchieri, incalzato dal consigliere regionale del Pd Jacopo Scandella (primo firmatario proprio di una mozione sul recepimento delle linee guida, respinta dalla Giunta giusto poche settimane fa) spiega: «Il confronto con parti sociali ha anche incluso uno sguardo comparato con quel che stava succedendo nelle altre regioni, abbiamo avuto un confronto diretto con l'Emilia Romagna e siamo in contatto continuo con la Toscana. Ci tengo a ribadire il presupposto di partenza che sta alla base della definizione della nostra proposta: se ben utilizzato il tirocinio è un buon modo di incontro tra giovani e imprese e quindi va incentivato, non soffocato da un apparato che lo affossi, e allo stesso modo non va gravato dal punto di vista economico». In effetti entrambe le Regioni citate nelle loro leggi hanno previsto una indennità minima più alta: almeno 450 euro al mese per l'Emilia, addirittura 500 per la Toscana. Regioni "rosse", certo, ma lo sguardo critico di Bocchieri non risparmia neanche i provvedimenti adottati da una Regione leghista, il Piemonte, che ha previsto un minimo di 300 euro al mese di indennità per gli stage part-time, che sale a 600 euro al mese per quelli full-time: «La normativa piemontese non ci convince: non vogliamo correlare l'indennità a nessun orario perché non vogliamo prevedere un "orario di lavoro" per i tirocini. Dunque di tirocini part-time o full-time non vogliamo proprio sentire parlare».

stage lavoroMa il punto in cui la bozza di nuova normativa lombarda si discosta di più dalle linee guida sta nella proporzione numerica tra stagisti e dipendenti: «Abbiamo proposto un calcolo della proporzione che inclusa non solo i contratti a tempo indeterminato ma anche le collaborazioni coordinate e continuative di durata di almeno 12 mesi; devo dire non abbiamo ancora chiuso, per la presenza di orientamenti diversi nelle parti sociali».

Addirittura, per i tirocini curriculari il limite massimo di proporzione non ci sarà proprio
. Bocchieri resiste così alle critiche avanzate su questo punto dalla Repubblica degli Stagisti, con la prospettiva poco edificante di aziende che a quel punto si riempiranno di tirocinanti curriculari: «Il nostro approccio è di promuovere l'uso del tirocinio, non di disincentivarne l'utilizzo. Non arretrerei sulla disposizione di non aver previsto nessun limite alla proporzione dei curriculari in azienda: se anche 50 ragazzi facessero un tirocinio di orientamento in un'impresa con soli 10 dipendenti, io sarei contento. Vogliamo tendere a promuovere un patto di corresponsabilità con il soggetto promotore, per la corretta promozione dei tirocini curriculari».

Vi saranno poi «attività di monitoraggio che possano consentirci analisi migliori rispetto a quelle che abbiamo presentato oggi. E abbiamo previsto che sulla base dei dati di monitoraggio la Regione si riserva il diritto di effettuare controlli presso i promotori». Dunque l'occhio di Palazzo Lombardia vigilerà non sui soggetti ospitanti, le aziende e gli enti che ospitano gli stagisti e che nei casi peggiori li sfruttano, bensì su quelli promotori, cioè gli uffici che attivano i tirocini: «Ci tengo a sottolineare questo passaggio, discusso e discutibile, relativo al potere della Regione di tipo sanzionatorio, sopratutto sul soggetto ospitante» ha spiegato Bocchieri: «Noi abbiamo centrato il nostro potere di vigilanza e dunque anche di sanzione sul soggetto promotore, e abbiamo su di essi anche delle leve e delle possibilità di persuasione. Dunque lasciamo il controllo dei soggetti ospitanti alla magistratura, e ci concentriamo su quelli promotori attivando prima azioni persuasive piuttosto che sanzionatorie. Sempre stando attenti a non permettere una degenerazione dell'uso dei tirocini». Alcune Regioni, come Lazio e Toscana, hanno invece previsto sanzioni specifiche per i soggetti ospitanti, come per esempio la sospensione per un tot di mesi della possibilità di accogliere stagisti: «Noi abbiamo cercato di disciplinare la materia consapevoli delle nostre prerogative: pensiamo che
le normative laziale e toscana siano facilmente impugnabili rispetto alle sanzioni agli enti ospitanti» ribatte Bocchieri.

Concludendo comunque con una apertura a suggerimenti dall'esterno: «Abbiamo fornito il testo alle parti sociali e non solo a loro, chiedendo commenti e modifiche fino al l'assemblea di giunta che ci attende al massimo entro lunedì mattina, dunque colgo l'occasione per invitare tutti i soggetti interessati a fare una lettura e farci sapere. Meglio una lettura in più che una in meno». Una proposta che la Repubblica degli Stagisti ha immediatamente voluto cogliere, mettendo in fila le sue proposte e richieste in questo articolo.

Tra gli interventi del pubblico, una richiesta significativa da parte delle scuole di moda
: «Delle undici scuole di eccellenza italiane, otto sono a Milano: contano migliaia di studenti, di cui il 60% stranieri. Le scuole sono gli uffici placement di questi ragazzi, che portano il loro talento e il valore della diversità» spiega Roberto Portinari della Piattaforma sistema formativo moda. E proprio gli stranieri vanno incontro a difficoltà nel momento in cui devono attivare stage post-diploma:  «Vengono con il permesso di soggiorno, ma una volta che finiscono gli studi scade anche il permesso, e allora sono costretti a tornare al loro paese e avviare una serie di procedure conplesse. Col risultato che spesso non ottengono il permesso di venire, perché lo stage non prevede rimborso».

E su tutt'altro fronte un appello di Roberto Codazzi del Consorzio sociale Cs&l, che si occupa di attivazione di tirocini a favore di disabili, svantaggiati, disoccupati di lunga durata: più trasparenza e possibilità per i soggetti promotori di controllare prima di attivare un tirocinio il numero di tirocini in quel momento attivi in quella realtà, per non andare "alla cieca" ed evitare di mandare uno stagista in un posto dove ce ne sono già troppi. Una richiesta che va nel senso del «database degli stage» che da oltre tre anni la Repubblica degli Stagisti perora per un'operazione glasnost sugli stage, e che anche Umberto Ambrosoli, "padrone di casa" dell'evento, ha considerato importante.

Dal punto di vista concreto, il percorso attuato dall'assessorato si è svolto all'interno di una sottocommissione in cui è stato avviato un confronto con le parti sociali: quattro appuntamenti, poi la consegna mercoledì 24 del testo alle parti sociali, e un quinto appuntamento ieri pomeriggio per raccogliere le considerazioni e le richieste di modifica: «Vogliamo portare in giunta il provvedimento entro il 2 agosto» promette Bocchieri.

Eleonora Voltolina

[grazie a Simone Bergonzi per le foto]


Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:

- Regole per gli stage in Lombardia, le proposte della Repubblica degli Stagisti alla Regione

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