Alla redazione della Repubblica degli Stagisti arriva una email con la richiesta, da parte di «una rappresentanza dei 350 "superstiti" superlaureati calabresi, ai quali sono state fatte tante promesse perchè vincitori di una selezione pubblica, che ma che breve (5 mesi) verranno abbandonati al loro destino: quello di emigrare dalla loro terra, dopo essere stati stra-formati ed inseriti in delle amministrazioni locali», di pubblicare una lettera aperta al neogovernatore della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti.
Della questione questo sito si occupa ormai da un anno e mezzo: dal primo articolo, nel gennaio 2009 (In Calabria il consiglio regionale attiva i «superstage») all'ultimo, del febbraio 2010 (Calabria, approvata la legge per stabilizzare i superstagisti. Nuova interrogazione parlamentare di Ichino: «Esito paradossale») passando per le critiche del senatore Pietro Ichino e altri giuslavoristi al progetto, non conforme alla vigente normativa in materia di stage dal punto di vista della durata dei tirocini (addirittura 24 mesi quando il limite massimo sarebbe 12), e gli editoriali del direttore della Repubblica degli Stagisti Eleonora Voltolina (Superstagisti calabresi assunti? Una bella notizia solo in apparenza).
Ecco il testo integrale della lettera aperta:
Caro Presidente,
siamo una rappresentanza di giovani “superlaureati” (come siamo stati simpaticamente definiti) calabresi, vincitori della selezione nota come “Programma Stages 2008”, che hanno avvertito la necessità di scriverLe per sottoporLe la nostra attuale situazione.
Sicuramente conoscerà perfettamente chi siamo e che tipo di esperienza stiamo vivendo, ad oggi sono trascorsi 19 mesi dell’inizio del programma, e ci sentiamo di dire che, oltre ad aver incentivato l’arricchimento del nostro bagaglio professionale e culturale è stato enormemente costruttivo e motivante per noi metterlo al servizio delle Amministrazioni Locali, questo per il forte legame che avvertiamo per la nostra terra e perché tutti noi coltiviamo il sogno di riuscire con coesione ed impegno a curare quell’emorragia devastante, che si perpetua oramai da decenni in Calabria, dovuta al triste fenomeno della emigrazione dei giovani, specie dei più brillanti, che tanto potrebbero e vorrebbero fare per consentire al proprio amato territorio di risollevarsi.
I risultati che abbiamo ottenuto sono notevoli: con il nostro lavoro e la nostra buona volontà siamo riusciti a guadagnarci la stima e l’apprezzamento delle Istituzioni, come dimostrano le lettere aperte rivolte alla Regione Calabria di alcuni Sindaci e Presidenti di Provincia e le relazioni valutative dei funzionari che ci stanno affiancando.
Su di noi incombe però la data del 20/10/2010, che segna il termine di questa iniziativa e che diffonde in noi una preoccupazione immensa. Dopo aver impiegato due anni della nostra vita e della nostra carriera, dopo esserci inseriti perfettamente nelle varie Amministrazioni locali, dopo aver “imparato un mestiere” direttamente sul campo, finiremo nuovamente tra la schiera già satura dei disoccupati del Mezzogiorno. E nulla conterà che siamo i “cervelloni” della Regione Calabria, che siamo stati selezionati grazie alla nostra lunghissima lista di titoli, che per noi sono state impiegate notevoli risorse economiche regionali ed europee, e, soprattutto, che l’iniziativa “programma stages” sia nata, per come testualmente riferito nella citata legge regionale, al fine di “promuovere un percorso di eccellenza finalizzato ad attrarre e a trattenere risorse umane ad alto potenziale, incentivando la residenzialità in Calabria dei giovani (…) che abbiano capacità e competenze necessarie per lo sviluppo del tessuto sociale ed economico della Regione”.
In verità il Governo Regionale a cui Lei è subentrato, nel tentativo di tutelare il nostro lavoro ha inserito nella legge di bilancio 2010 un articolo che ci riguarda, il 14, in base al quale “la Regione contribuisce mediante erogazione a favore degli Enti utilizzatori di un incentivo annuale di Euro 10.000,00 per ogni soggetto assunto a tempo indeterminato nel rispetto delle norme per l’accesso al pubblico impiego e che ha concluso con esito positivo tutte le attività di formazione previste dal Regolamento Stages…”.
E’ chiaro come questo provvedimento, così come è stato concepito, sia pressoché inutile:
- in primis perché non è stata effettuata un’ analisi a monte sulle reali condizioni (e volontà) degli Enti che ci ospitano di assumerci, poiché, se si fossero considerate queste variabili, sarebbe venuto chiaramente alla luce una prospetto drammatico di Enti per lo più con bilanci in dissesto e patto di stabilità non rispettato, quindi impossibilitati dal bandire concorsi.
- Secondariamente, una selezione come la nostra, nata in maniera assolutamente trasparente e basata su criteri oggettivi di merito, con un simile provvedimento, chiaramente discrezionale ed iniquo per tutti, finirebbe per divenire solo l’ennesimo strumento di disparità di trattamento, tipico da decenni nella nostra terra. In pratica, finiremmo per essere divisi in due categorie, stagisti di serie A e stagisti di serie B: chi di noi è più imparentato con i politici dell’Ente dove si trova, ammesso che questo sia nelle condizioni finanziarie di poter bandire un concorso, ha decisamente ottime opportunità di risultare “necessario” alla causa, mentre gli altri, seppur supertitolati e meritevoli, risulterebbero stranamente non indispensabili.
Le situazioni precedentemente illustrate potrebbero ben presto diventare una prassi negli Enti dove attualmente siamo collocati, del resto si stanno già verificando in alcune Amministrazioni strane selezioni di esperti esterni, ricalcanti i curricula di alcuni di noi, oppure, addirittura, neanche a selezioni pubbliche, ma determinazioni dirigenziali o deliberazioni legittimanti l’assegnazione di contratti esterni a termine, a stagisti, guarda caso affini di partito, sindacato o parenti stretti di politici e assessori.
Caro Presidente, ricordiamo perfettamente le Sue parole pronunciate durante il Meeting dei Giovani a Lamezia Terme e ribadite in tantissime altre occasioni. Lei ha messo in evidenza come le grandi professionalità formate debbano essere utilizzate nella rivoluzione burocratica, ha sottolineato come sia inammissibile che ogni anno partano dai 30 ai 40 mila giovani verso il nord Italia, ed ha anche giurato sul suo onore che avrebbe tutelato i migliori a prescindere dalle loro idee politiche. Nell’ascoltarla si è riaccesa la speranza in noi, per cui confidiamo nel Suo supporto, affinché quelle parole di meritocrazia e di lavoro vengano concretizzate dal Governo calabrese prendendo dei provvedimenti finalizzati a non abbandonare l’immensa risorsa dei più brillanti e titolati giovani autoctoni, a fare in modo che ci venga data l’opportunità di continuare al lavorare per la crescita della nostra terra e, soprattutto, dei provvedimenti finalizzati alla tutela del lavoro di NOI TUTTI, e non di soli pochi eletti.
Noi in parte abbiamo avuto una grande occasione ma fra qualche mese, quando scadrà il termine del nostro stage, torneremo nuovamente ad essere attori protagonisti di quello scenario drammatico della disoccupazione calabrese, e non illudiamoci che conterà qualcosa avere fatto un’esperienza altamente formativa, perché è palese che l’unica soluzione a quel punto sarebbe solo emigrare altrove, abbandonare la nostra terra per trasferirci al Nord Italia o all’estero. Soluzione che è già stata intrapresa da molti di noi i quali, assolutamente sfiduciati, hanno deciso di rinunciare allo stage onde evitare di ritrovarsi, al termine dell’esperienza, invecchiati di due anni e senza un contratto tra le mani (attualmente siamo rimasti in 350 circa).
Ci rivolgiamo, pertanto, a Lei ed alla Regione Calabria nel suo complesso e chiediamo rassicurazioni sul nostro futuro, chiediamo di sapere se e come è volontà del nuovo Governo regionale trattenere e dare un’occasione concreta a 350 giovani autoctoni, che dopo tanti anni di sacrifici, ampiamente documentati, hanno raggiunto brillanti risultati nello studio e nel lavoro.
“La Calabria chiama… i migliori rispondono”, era il claim della nostra selezione, per mettere l’accento sulla meritocrazia, merce rarissima, e non solo in Calabria. A questo punto, in dirittura d’arrivo, possiamo a tutta ragione trasformarlo in “I migliori chiamano… la Calabria risponde?”. Noi speriamo di sì.
Con affetto e stima,
una rappresentanza di giovani del “Programma Stages 2008”
[La email è firmata da Francesco Foglia e Francesca Greco]
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