Dopo la Calabria, anche in Basilicata piovono «superstage». E Ichino presenta un'altra interrogazione a Sacconi e Brunetta

Andrea Curiat

Andrea Curiat

Scritto il 15 Mar 2010 in Approfondimenti

Di nuovo un programma di stage nelle pubbliche amministrazioni. Vera e utile formazione o assistenzialismo finanziato  con fondi pubblici? Dopo il caso dei superstage calabresi, scovato dalla Repubblica degli Stagisti e proseguito tra polemiche e interrogazioni parlamentari, questa volta si passa in Basilicata, dove il consiglio regionale ha approvato un "Programma tirocini formativi" per mille cittadini inoccupati o disoccupati.
Il bando, in scadenza proprio oggi a mezzogiorno, prevede stage di 12 mesi per un totale di 1.430 ore di attività formative, di cui 1.248 (quasi il 90%) da svolgersi presso i 250 enti locali lucani coinvolti. I partecipanti percepiranno un'indennità di partecipazione pari a 6,95 euro l'ora, circa 770 euro al mese.
Un'iniziativa apparentemente lodevole, se non fosse per alcuni dettagli balzati all'occhio attento della Repubblica degli Stagisti: primo fra tutti la durata abnorme e contra legem di questi stage. Dodici mesi, infatti, sono il limite massimo
(proroghe incluse) concesso dal decreto ministeriale 142/1998 per i tirocini che pure è citato come riferimento normativo all'articolo 1 del bando in questione.  Ma questo termine non vale per i disoccupati e gli inoccupati, che formano una categoria a parte per cui la normativa prevede un limite dimezzato: sei mesi. Quindi, dato che proprio per questa categoria il programma è stato pensato, gli stage non dovrebbero durare più di sei mesi. E invece, come il consiglio regionale calabrese aveva incautamente raddoppiato la durata massima dei tirocini per i laureati (da 12 a 24 mesi), così quello lucano adesso prova a raddoppiare quella per i disoccupati, facendola lievitare da 6 a 12. Con il rischio concreto, tra l'altro, che uno stage tanto lungo generi aspettative di stabilizzazione nei partecipanti, aspettative che verranno frustrate per forza – dato che negli enti pubblici si viene assunti solo tramite concorso – salvo provvidenziali (e costosi) interventi ex-post del consiglio regionale: come è accaduto, per l'appunto, nel caso dei superstage calabresi.
C'è in più il problema dell'età dei potenziali superstagisti: da un minimo di 18 anni a un massimo di 39. Anziché contribuire alla formazione di giovani privi di esperienze lavorative la Regione Basilicata andrà a spendere oltre 15 milioni di euro (presi dal Fondo per lo sviluppo europeo 2007-2013)
per parcheggiare nelle pubbliche amministrazioni persone di trenta o quasi quarant'anni, riducendole a "stagisti" malgrado l'età non più verde, dando loro il contentino dei 770 euro al mese.
Aggiungendo a tutte queste considerazioni la concomitanza dell'iniziativa con il periodo elettorale,  la Repubblica degli Stagisti ha deciso di chiedere qualche chiarimento all'assessore regionale alla formazione professionale e al lavoro Antonio Autilio [Italia dei Valori, nella foto], che in occasione del lancio del bando aveva affermato che la finalità centrale del programma fosse «favorire la transizione alla vita attiva e la crescita delle competenze professionali dei tirocinanti» e «ampliare il quadro delle opportunità occupazionali».
Purtroppo l'assessore, contattato più volte, non è ancora riuscito a trovare il tempo per rispondere alle domande. La Repubblica degli Stagisti resta in attesa e nel frattempo raccoglie il commento di Pietro Ichino, senatore e giuslavorista che già si era occupato del caso-fotocopia dei superstage calabresi:
«Vicende come queste mostrano come nel circolo vizioso dell’arretratezza del Mezzogiorno italiano non entrino soltanto la criminalità organizzata, l’arretratezza delle infrastrutture e il difetto diffuso di senso civico» dice Ichino alla Repubblica degli Stagisti «ma anche una gravissima deformazione assistenzialistica delle politiche del lavoro e più in generale della spesa pubblica: deformazione che in questi ultimi due casi risulta oltretutto sostenuta dall’intero arco delle forze politiche. Gioca poi la sua parte anche l’inerzia del governo centrale, che avrebbe il potere di impedire queste evidenti violazioni delle leggi dello Stato e truffe ai danni del Fondo Sociale Europeo».
E annuncia  che domani presenterà, insieme alla collega senatrice Magda Negri, un'interrogazione parlamentare ai ministri Maurizio Sacconi (Lavoro) e Renato Brunetta (Funzione pubblica) per chiedere conto di questa situazione e degli effetti deleteri che potrebbero prodursi se, com'è successo nel caso dei superstage calabresi, alla fine anche i superstagisti lucani dovessero essere assunti negli enti pubblici della Basilicata:
«Che cosa i ministri interrogati intendano fare per impedire questo nuovo evidente e grave abuso assistenzialistico dei contributi del Fondo Sociale Europeo e questa altrettanto evidente violazione della disciplina legislativa in materia di tirocini formativi, finalizzata - come l'esperienza calabrese insegna - all'aggiramento del principio costituzionale dell'accesso ai pubblici uffici per concorso».

Andrea Curiat
con la collaborazione di Eleonora Voltolina

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