Rossella Nocca
Scritto il 05 Apr 2019 in Approfondimenti
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Un calendario di assessment “al femminile” per vincere la sfida della parità di genere in azienda. È “Women of EY”, il progetto lanciato da EY Italia lo scorso novembre: consiste in due appuntamenti mensili con assessment di gruppo riservati a ragazze.
«L’obiettivo è quello di aumentare gli inserimenti al femminile» spiega alla Repubblica degli Stagisti Mauro Pozzoli, Recruiter Talent Acquisition Specialist Advisory, responsabile dell'iniziativa insieme alla collega Marta Manti: «e di farci conoscere dalle ragazze che pensano che la consulenza non possa essere il contesto giusto per loro».
Ma come funziona un assessment tipo? “Women of EY” non è solo un momento di selezione, ma anche di confronto e di condivisione. Prevede infatti l’incontro con manager donne, prevalentemente interne al gruppo, che si raccontano alle candidate, cercando di sfatare i “falsi miti” sul settore. Segue un business case di gruppo con la supervisione delle manager quindi, dopo la pausa pranzo collettiva, si comincia con i colloqui con le Risorse Umane e, per chi valuta posizioni per la sede di Milano, seguono anche i colloqui direttamente con i manager.
Tra le testimonianze più significative quella di Giusy Elena Atterrato, laureata in Ingegneria gestionale e a 29 anni già manager in ambito Enterprise IT Transformation, nella divisione Advisory di EY Italia. «Sono stata assunta due anni e mezzo fa come Senior Consultant e sei mesi fa, dopo soli quattro anni nel settore, sono stata promossa a manager e mi occupo di costumer relationship management digital marketing» racconta: «Voglio far capire alle ragazze che la realtà della consulenza è sì a tratti molto dura e stressante, ma è anche un ambiente dove la crescita è veloce e c’è molta meritocrazia, al di là del genere».
Finora agli assessment hanno partecipato circa 130 ragazze, con una media di 27 per ogni evento, provenienti da tutta Italia, con una prevalenza di Nord, Roma, Campania e Sicilia. Per la maggior parte, erano laureate in Economia (50 per cento) e in Ingegneria gestionale (30 per cento). Dopo i primi quattro incontri, sono state assunte già 23 ragazze, mediante stage o apprendistati finalizzati all’inserimento, tra mondo Tecnology, It Enterprise Transformation, Risk Internal Audit & Compliance, Supply Chain Operation, Finance, Customer, Cyber Security e Public.
La selezione in EY è diventato molto più ad ampio raggio e non esiste un profilo ideale. «Oggi assumiamo solo il 30-40 per cento nell’area Economia e Management. Se fino a qualche anno fa guardavamo meno all’ambito Stem» precisa Pozzoli: «oggi cerchiamo anche ingegneri informatici, gestionali, matematici, delle telecomunicazioni, energetici, nonché ingegneri meccanici, civili, statistici, fisici».
Ma come vengono intercettate le ragazze potenzialmente interessate a entrare nell’azienda? «Il canale principale è Alma Laurea. Attraverso i filtri di ricerca individuiamo dei profili e li contattiamo telefonicamente» spiega il recruiter: «quindi li sottoponiamo a una prima selezione, che si fa da casa attraverso test psico-attitudinali, logico-numerici, verbali e di lingua inglese». Le ragazze che superano la soglia minima fissata vengono convocate per la giornata di assessment. Quindi, una volta conclusa, in breve tempo ricevono un feedback rispetto alla selezione.
I primi risultati del progetto sono già positivi: «Negli ultimi cinque mesi abbiamo raggiunto il 45 per cento di donne» racconta Pozzoli «mentre fino a ottobre la percentuale era circa del 30 per cento». Le percentuali più alte si registrano nelle aree Core Business Services (69%) e Tax (48%), mentre le più basse nelle aree Transaction Advisory Services (34%) e Advisory (40%). «Tendenzialmente la percentuale si abbassa salendo nella piramide, ma d’altronde tutte le società di consulenza sono in difficoltà da questo punto di vista», aggiunge il responsabile.
Ci sono poi eccezioni positive. «Io lavoro in un team esteso di un'ottantina persone», racconta Atterrato, «dove c’è parità di genere, anzi sulle posizioni manageriali c’è una prevalenza femminile e di questo sono fiera».
Women of EY è anche l’occasione per far conoscere le altre iniziative del gruppo. Fra quelle presentate, c’è “Mamme@EY”, una policy che ha l’obiettivo di bilanciare le esigenze di mamme e professioniste in EY, migliorando l’equilibrio tra vita personale e professionale e fornendo un supporto economico nei primi mesi di vita del bambino.
«Le neolaureate in genere si sentono poco toccate, a tratti spaventate da questo argomento, sono concentrate su altro, e in particolare sull’internazionalità dell’azienda, sul percorso di crescita e sulla formazione», spiega Pozzoli: «Tuttavia è importante che sappiano che il loro percorso di carriera non sarà rallentato in funzione della maternità, che essa non rappresenta un ostacolo».
Gli appuntamenti con Women of EY proseguiranno, per questa edizione, fino al mese di giugno. Le interessate possono scoprire ulteriori dettagli attraverso la sezione Carees del sito aziendale e le pagine social del Gruppo.
Ma qual è la “ricetta” per farsi strada nel settore? «Ci vogliono forte passione, dedizione, competenza assoluta, aggiornamento continuo, carattere determinato e sicuro e intelligenza emotiva» riassume Giusy Atterrato: «Alle ragazze consiglio di non sentirsi mai svalorizzate, perché il riscontro dal mondo è determinato in primis da quello che abbiamo di noi stesse. Oggi stiamo sempre più superando i retaggi culturali e dobbiamo abbandonare noi per prime il presentimento di diversità!».
Rossella Nocca
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