Tutti geni i neolaureati italiani? Nuovi dati Almalaurea: alla specialistica il voto medio è 108, con punte di 111 per le facoltà letterarie

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 30 Mag 2011 in Approfondimenti

Tutti geni gli studenti universitari italiani? La provocazione parte dal Forum della Repubblica degli Stagisti, dove qualche settimana fa il lettore Lucecco ha aperto una discussione dal titolo «28 politico? No grazie!». Puntando il dito contro gli esamifici che sfornano 30 e lode immeritati, col risultato che poi tutti si laureano con 110 e quindi anche i selezionatori del personale non trovano nel voto un valido sistema per scremare i curricula. Una sorta di doping del mercato dei laureati.
stageQualche giorno fa sono usciti i nuovi dati di Almalaurea relativi ai laureati del 2010 - 192mila sparsi nei 56 atenei che fanno parte del consorzio. Ne viene fuori che mediamente il voto di laurea è 103; più nello specifico, alla triennale si esce con 100,6; dai corsi di laurea a ciclo unico con 105,1 e dalla specialistica con 108,1. Niente di nuovo, comunque. Un elemento importante che il Rapporto Profilo dei laureati evidenzia infatti è che negli ultimi anni anni non c'è stato un innalzamento dei voti: nel 2001 il punteggio medio degli esami era poco più di 26 e il voto medio di laurea 102,5, sostanzialmente invariato rispetto ad oggi.
E dov'è che ci si laurea più frequentemente con 110 e lode? In cima alla lista c'è la classe delle facoltà di Medicina e Odontoiatria: qui quasi la metà degli studenti ottiene il massimo del punteggio. Considerando anche il 29,6% di quelli che prendono da 105 a 110, si evince che tre su quattro di laureano con un voto alto; di converso, meno di uno su dieci prende meno di 100. Subito alle spalle dei futuri medici ci sono i letterati: nelle facoltà di lettere, filosofia, beni culturali o comunicazione a laurearsi con la lode sono quasi due studenti ogni cinque, più un altro terzo che prende da 105 a 110. Le due grandi fucine di voti alti sono dunque queste: a seguire, piuttosto distanziate, ci sono le facoltà geo-biologiche (33,7% di 110 e lode più 26,6% di voti superiori al 104), architettura (qui la lode è un po' più difficile, ci arriva solo uno su cinque, mentre la fascia che prende tra 105 e 110 è ben nutrita: 38,6%) e lingue (un quarto di 110 e lode, a cui si aggiunge un 31% di 105-110). In fondo alla lista stanno economia, ingegneria e giurisprudenza, che si confermano quelle dove è più duro strappare voti alti: gli ingegneri con la lode sono solamente 17,2 ogni cento (più un 23,2% che ottiene un punteggio maggiore di 104), più o meno quanto gli economisti e gli statistici. Tra gli aspiranti avvocati, sopra il 104 arriva solo uno studente su tre, e la lode la ottiene uno su sei. Fanalino di coda Educazione fisica dove i professori sono estremamente parchi coi voti: concedono infatti la lode solamente al 14,3% dei loro allievi.
Inoltre Almalaurea realizza anche per i laureati di secondo livello un confronto fra il voto di laurea conseguito al termine del biennio conclusivo e il voto del titolo di accesso, cioè quasi sempre il voto della laurea di primo livello. Si scopre qui che nel gruppo disciplinare letterario la media di voto di laurea è 111,3 (al 110 infatti vanno aggiunti i tre  punti convenzionalmente assegnati a ciascuna lode). Nelle facoltà geobiologiche si diventa dottori alla specialistica con 110,5 (una media di quasi 6 punti superiore alla triennale). Medie sopra il 109 anche per le facoltà del settore agrario, chimico-farmaceutico, linguistico, scientifico, delle professioni medico-sanitarie e dell'insegnamento. Voti medi di questo tipo, considerando che il punteggio più alto previsto è 110 e l'unica onorificenza più alta di questo voto è la lode, confermano che il «tutti geni» non è una frase provocatoria, bensì la realtà dei fatti: la stragrande maggioranza degli studenti di fatto prende il massimo. In lieve controtendenza ci sono solo le solite ingegneria e giurisprudenza, dove si esce dalla specialistica in media "solo" con 106,8 e 104,7.
«18 politico? Magari. Non ho problemi a parlare di 27 politico, forse anche 28» accusava Lucecco nel Forum, basandosi proprio sui precedenti dati di Almalaurea e sulle sue esperienze dirette. Mettendo in guardia i suoi coetanei dalle nefaste conseguenze che un sistema di manica
tanto larga può produrre: «Quante volte abbiamo assistito a manifestazioni giovanili di protesta della serie: “ho due lauree con 110 e lode, due master e non trovo lavoro, vanno avanti solo i raccomandati, vergogna!”. La mia risposta è: vergogna, ma ci stavano illudendo e non ce ne siamo resi conto. Questo è il vero tema. Fa male, ma va detto. Stante il fatto che una società dovrebbe far tutto meno che “ingannare” ed illudere i propri studenti, io non posso però sottostimare la facilità con la quale noi studenti ci facciamo illudere. Se uno si attiene agli esami, al proprio piano di studi, lo sforzo per prendere quel pezzo di carta è un insulto all’intelligenza umana. Prendere un 30? Basta essere normali. Per il 18 lascio immaginare».
Col rischio di creare un esercito di laureati magna cum laude con una preparazione reale nettamente più scarsa di quella ufficializzata dal voto di laurea, e di conseguenza con aspettative altissime e sproporzionate rispetto al proprio effettivo valore sul mercato del lavoro. Qualcuno insomma, anche tra gli studenti, comincia a chiedere che il 110 e lode torni ad essere l'eccezione e non
la regola.

Eleonora Voltolina

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