Tirocini vietati ai farmacisti abilitati, fatta la “legge” trovato l’inganno?

Rossella Nocca

Rossella Nocca

Scritto il 25 Set 2018 in Approfondimenti

abuso dello stage farmacia tirocinio

Dopo anni di appelli e lettere di denuncia sull’abuso dei tirocini da parte delle farmacie, la richiesta degli organi di categoria è stata accolta. Le nuove linee guida in materia di tirocini formativi, approvate a maggio 2017, hanno stabilito che “non sono attivabili tirocini in favore di professionisti abilitati o qualificati all’esercizio di professioni regolamentate per attività tipiche ovvero riservate alla professione”. 

Per effetto di questa novità, sono banditi quindi anche gli stage per farmacisti abilitati e iscritti all'albo. O almeno così dovrebbe essere. Di fatto, non tutte le regioni hanno recepito questa parte della normativa nazionale. 

«Sono cinque le regioni che non si sono adeguate», spiega alla Repubblica degli Stagisti Francesco Imperadrice, presidente del Sindacato nazionale dei farmacisti non titolari (Sinasfa), «ovvero Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia e Puglia. Stiamo monitorando la situazione e le prime due dovrebbero farlo entro ottobre».

Una svolta importante, quella delle Linee guida 2017, ma che ha lasciato evidentemente un “vuoto” in cui gli abusi possono ancora perpetrarsi. Ha fatto discutere recentemente un bando del Comune di Campobasso rivolto a due laureati in farmacia o chimica e tecnologie farmaceutiche per un tirocinio della durata di sei mesi (prorogabile e rinnovabile) presso due farmacie comunali, con indennità di partecipazione mensile pari a 500 euro. 

Nel testo si specificava che per candidarsi occorreva “non aver conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione di farmacista” e “non essere iscritto all’Ordine dei Farmacisti”, per cui il bando formalmente è “a norma di legge”. Ma gli organi di categoria non ci stanno. «Non voglio pensare che sia un modo per aggirare le linee guida, ma a pensar male non si sbaglia mai» commenta  Fabio Romiti, vicepresidente del Movimento nazionale liberi farmacisti, che conta 12.500 farmacisti iscritti, per lo più farmacisti non titolari e farmacisti impiegati in parafarmacie. 

Fra l'altro il tirocinio post laurea per i non abilitati sarebbe praticamente un "doppione" di quello curriculare. «La prima cosa da fare è scegliere se far fare il tirocinio prima o dopo la laurea» è l'appello del vicepresidente del Movimento «altrimenti così viene utilizzato solo per non creare occupazione». Ricordiamo infatti che il tirocinio curriculare è obbligatorio per gli studenti dei corsi di laurea in farmacia e in chimica e tecnologie farmaceutiche, e ammonta a 936 ore spalmate su almeno sei mesi, da svolgere a partire dalla fine del quarto anno di corso, o interamente in una farmacia di comunità o per metà in una farmacia di comunità e per metà in una farmacia ospedaliera. Ciò vuol dire che nelle circa 20mila farmacie italiane dovrebbero arrivare ogni anno circa 4.500 laureandi. 

Le perplessità sul bando di Campobasso riguardano anche le possibili mansioni dei tirocinanti. «Cosa ci sta a fare un laureato non abilitato e non iscritto all’Ordine in farmacia» aggiunge Romiti «se non può maneggiare i farmaci… fa il magazziniere?»
Ma dall’articolo 9 del bando sugli “obiettivi del tirocinio” sembra che ai tirocinanti sia consentito eccome di maneggiare i farmaci... d'altronde come potrebbe essere altrimenti? In particolare, si parla di «apprendimento di abilità tecnico-operative in riferimento alle attività di consulenza e dispensazione di farmaci e prodotti non farmaceutici, alle attività di controllo delle prescrizioni mediche, di acquisto e di conservazione dei farmaci, alle attività di gestione approvvigionamenti e magazzino di tutti i prodotti farmaceutici; acquisizione di abilità e competenze nella gestione dell’accoglienza e del commiato del cliente garantendo la privacy e la risoluzione dei reclami; acquisizione di tecniche di marketing finalizzate alla promozione e alla vendita di prodotti farmaceutici». 

Tante parole che non hanno convinto il Movimento nazionale liberi farmacisti, che ha chiesto conto all’amministrazione comunale della discutibile condotta. «Ci hanno risposto che si voleva dare un’opportunità ai neolaureati, ma per noi la risposta non è affatto soddisfacente. Abbiamo invitato la Federazione e l’Ordine a vigilare su questa situazione, ora possiamo solo aspettare», spiega. Dal canto suo, il presidente della Federazione ordini farmacisti italiani (Fofi) Andrea Mandelli promette: «Intendiamo sollecitare il decisore politico e sanitario: gli ordini professionali devono svolgere una costante azione di vigilanza anche su questo aspetto. Quello che è successo è un fatto grave».

Il vicepresidente del Movimento nazionale liberi farmacisti mette in guardia sulle insidie di un abuso dei tirocini: «Questo sistema, ripetuto con due tirocinanti l’anno, evita l’assunzione, occupando un’intera annata. E nel caso dei farmacisti ha creato non pochi problemi di occupazione. Per questo consideriamo il tirocinio extracurriculare per i farmacisti immorale».

Un altro problema è la previdenza. «Gli iscritti all'albo che vanno avanti con gli stage consumano il bonus dei cinque anni di disoccupazione dopo i quali devono pagare il 50% della quota intera Enpaf, che di questi tempi non è un aspetto da poco», sottolinea Imperadrice. Ma non è solo una questione economica: «In questo lavoro è il rapporto continuativo con il cliente che apporta qualità al servizio», precisa Romiti. 

Insomma, l’abuso dei tirocini rischierebbe di compromettere non solo la condizione occupazionale della categoria dei farmacisti, ma anche la qualità della prestazione che essi forniscono alla clientela.

Ma allo stesso tempo questa formula si traduce in un risparmio notevole per i titolari delle farmacie, in quanto un farmacista regolarmente assunto a tempo indeterminato, partendo dall'inquadramento più basso, costa mensilmente 1.400/1.450 euro netti. La Repubblica degli Stagisti ha chiesto a Federfarma, la Federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani, un parere sull'utilizzo dei tirocini nel settore, ma ha ricevuto un diniego: Federfarma  dichiara di non voler prendere una posizione pubblica al riguardo. 

Fatto sta che tra i beneficiari dei tirocini ci potrebbero essere anche quei non pochi laureati in farmacia che non si iscrivono all'albo per esercitare. In Italia i dottori in farmacia sono infatti circa 70mila, di cui solo 57mila sono diventati poi farmacisti. Anche per questo per il momento i tirocinanti non sembrano destinati a scomparire dalle farmacie.

Rossella Nocca

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