Rossella Nocca
Scritto il 15 Lug 2019 in Notizie
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A quasi un anno e mezzo dall’entrata in vigore della normativa regionale in materia di tirocini extracurriculari, in recepimento delle linee guida nazionali, lo scorso 6 maggio la regione Abruzzo ha emanato una direttiva per l’attivazione e la verifica in itinere dei tirocini stessi, che va ad affiancare la delibera della Giunta regionale del febbraio 2018.
All’epoca dell’approvazione della normativa i sindacalisti, da noi interpellati, avevano espresso la preoccupazione che le premesse di raccomandazione riguardo la vigilanza sulla genuinità dei percorsi formativi al fine di scongiurare le distorsioni come il lavoro subordinato fittizio restassero disattese. Ebbene, dopo circa un anno il Dipartimento sviluppo economico, politiche del lavoro, istruzione, ricerca e università ha deciso di intervenire per integrare tale normativa con la “Direttiva per l’attivazione e verifica in itinere tirocini extracurriculari Regione Abruzzo”.
«Lo scopo» si legge nel testo «è quello di descrivere le principali ed uniformi modalità operative nella fase di attivazione, di gestione e di verifica in itinere dei tirocini extracurriculari, al fine di consentirne il regolare, efficace ed uniforme svolgimento sull’intero territorio regionale, anche al variare delle persone coinvolte».
«Alla luce delle criticità espresse da soggetti promotori e Ispettorato del lavoro» spiega infatti Claudio Sciorilli Borrelli, funzionario regionale responsabile della normativa «abbiamo ritenuto opportuna una integrazione delle linee guida redatte in conformità con quelle nazionali per assicurare che il tirocinio extracurriculare sia un’esperienza genuina e non diventi un rapporto di lavoro mascherato».
Un ruolo centrale viene attribuito alle figura del tutor del soggetto ospitante e del tutor del soggetto promotore del tirocinio, di cui vengono chiarite responsabilità e funzioni. Il primo, colui che affianca il tirocinante in azienda, «deve avere le esperienze e le competenze professionali adeguate e coerenti con il Piano formativo individuale (Pfi), mentre il secondo deve essere «in grado di definire un’attività periodica di verifica e controllo in itinere dell’esperienza formativa, di predisporre un sistema di rilevazione e raccolta informazioni che consenta di definire e confermare la valenza formativa del tirocinio e la congruità del periodo formativo rispetto agli obiettivi».
Affinché i tutor assolvano i loro compiti al meglio, la Regione ha fissato dei limiti numerici di gestione dei tirocinanti. In particolare, il tutor del soggetto ospitante può accompagnare fino a un massimo di tre tirocinanti contemporaneamente, mentre il tutor del soggetto promotore ne può accompagnare fino a venti in contemporanea.
Le prime verifiche sono fissate nella fase iniziale. Infatti, per poter valutare, alla fine dell’esperienza di tirocinio, se il tirocinante ha acquisito le nuove competenze, viene operata una valutazione iniziale sulle medesime competenze – di norma entro la prima decade dalla data di avvio del tirocinio – alla luce del Piano formativo individuale.
Quindi si passa alla verifica in itinere, almeno con cadenza bimestrale, che può essere condotta con varie modalità, a scelta del tutor promotore: visita in loco presso l’azienda, colloquio di persona o telefonico con il tirocinante e/o il tutor aziendale, call conference, email o altro. La verifica prevede anche la predisposizione di due documenti: un questionario da somministrare al tirocinante con cadenza almeno bimestrale e una scheda di verifica intermedia da parte del tutor aziendale, sempre ogni due mesi.
Le finalità della verifica in itinere sono: accertarsi che l’attività formativa si sta svolgendo realmente secondo il progetto formativo, verificare la regolare corresponsione dell’indennità di partecipazione, accertarsi dell’impegno del tirocinante e del tutor aziendale e dell’avanzamento del progetto formativo, individuare eventuali problemi e criticità che impediscano il normale svolgimento del tirocinio, attivarsi per dare risposte efficaci e suggerire correttivi e infine segnalare ai competenti organi le eventuali irregolarità riscontrate.
Tra gli effetti della verifica, c'è anche quello di scongiurare le proroghe fittizie, concesse anche laddove gli obiettivi del progetto formativo sono già stati raggiunti. In questo caso viene fatta una netta distinzione tra la proroga e il rinnovo del tirocinio, che può invece prevedere nuovi apprendimenti anche in diverse aree professionali.
Certo c’è ancora tanta strada da fare affinché il meccanismo funzioni a pieno. «Stiamo cercando di mettere tutto a sistema, dando procedure chiare e uniformi sul territorio. Ma la guerra ai tirocini non genuini richiede grandi risorse umane, per questo stiamo tentando di reperire i fondi per mettere su una struttura ispettiva che sia deputata all’attività sanzionatoria e a breve vogliamo fare un protocollo con l’Ispettorato del lavoro». Ispettorato del lavoro che intanto, per il 2019, ha confermato la presenza dei tirocini tra i principali ambiti di intervento dell'attività di vigilanza annuale.
In attesa del coordinamento nazionale da parte dell'Ispettorato auspicato dalla Regione, l'attività di controllo ha mosso i primi passi, e nell'ultimo anno circa una decina di aziende sono state interdette dall’attivazione di tirocini per un periodo fra i dodici mesi e i due anni, a seguito del riscontro di irregolarità. Tra queste ultime, il mancato pagamento dell'indennità, l'assenza della figura del tutor e lo svolgimento di un'attività necessaria all'organizzazione aziendale, che riqualifica l'esperienza da tirocinio a rapporto di lavoro effettivo.
«Per il momento non posso entrare nel merito delle aziende interdette, ma tra le nostre prossime proposte ci sarà quella di compilare una blacklist delle aziende e dei soggetti promotori "da evitare" e, allo stesso tempo, un rating delle aziende e dei soggetti virtuosi. Non vogliamo che la convenzione di tirocinio resti una mera formalità burocratica e che il tirocinante sia abbandonato a se stesso» conclude Sciorilli Borrelli «ma vogliamo che abbia una guida continua di riferimento e che il suo sia un effettivo percorso formativo».
Si attendono ora gli sviluppi per capire se la Regione Abruzzo, dove nel 2018 sono stati attivati 6.559 tirocini extracurriculari, sarà messa in condizione di salvaguardare la genuinità di tali esperienze, e se altre regioni prenderanno la medesima iniziativa.
Rossella Nocca
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