Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Marco Zangaro che, dopo due diversi stage di tre mesi - uno svolto durante l'università e uno post-laurea - è stato assunto in Procter&Gamble a Roma.
Sono nato a Roma nel 1985 e sono la testimonianza vivente che non è necessario essere un genio alle scuole superiori per avere successo all’università e nel lavoro. Infatti dopo la maturità scientifica ottenuta con non poche difficoltà, venendo addirittura bocciato in terza superiore, mi sono iscritto alla facoltà di Economia a Roma Tre, indirizzo gestione delle imprese. La scelta era basata su una buona predisposizione al pensiero matematico e alle prospettive future che una laurea in economia mi avrebbe potuto offrire rispetto ad altre.
Dopo aver ottenuto il titolo triennale nell’ottobre 2007 ho deciso di cambiare rotta e mi sono preso il cosiddetto anno sabbatico. Le specialistiche di Roma Tre non mi stimolavano, mentre c’era un corso in lingua inglese alla Luiss che mi interessava molto, ma il mio inglese era pessimo. Ho deciso quindi di dedicare un anno allo studio di questa lingua con l’obiettivo di passare il test di selezione e poi riuscire a sostenere un corso di laurea completamente in lingua inglese. Ho trascorso due mesi in Canada, due in Irlanda e ho frequentato una scuola d’inglese in Italia mentre svolgevo un lavoro semi-occasionale. Alla fine ce l’ho fatta, ho passato il test e dopo due anni, nel novembre 2010, mi sono laureato nel corso di General Management, con tesi in Tourism management.
Durante liceo e università ho quasi sempre lavorato, principalmente come fattorino o speedy pizza. Da marzo a maggio 2010 ho intrapreso un periodo di stage, finanziato dalla Provincia di Venezia al Consorzio di promozione turistica del Veneto orientale a Bibione, grazie a mio padre che conosceva il responsabile amministrativo del consorzio. Percepivo un buon rimborso spese, 750 euro mensili, ma questo aspetto non mi ha frenato dall’interrompere lo stage qualche settimana prima di quanto concordato: perchè nel frattempo era arrivata l’offerta per uno stage in P&G nel reparto Consumer and market knowledge.
Lo stage si è svolto da maggio a agosto 2010: avevo un rimborso di 750 euro netti più mensa aziendale. Il rapporto con il mio tutor è stato ottimo ma dopo un mese avevo capito che il reparto non faceva per me, perchè troppo analitico, visto che passavo ore e ore davanti a database. Ho finito i tre mesi con la piena consapevolezza che non fosse il lavoro che volevo. Per fortuna però avevo lavorato bene, quindi il tutor mi ha «sponsorizzato» al reparto commerciale, molto più adatto alle mie skills e inclinazioni. Ma purtroppo in quel momento non cercavano nuove risorse.
Sono dunque passati mesi e mesi, mi sono laureato, ho trovato un altro lavoro in Generali Business Solutions nel reparto Contabilità e Bilancio Gruppo Italia. Non mi potevo lamentare: guadagnavo 1400 euro netti al mese più straordinari. Continuavo a fare colloqui, ma a dir la verità vivevo aspettando quella telefonata. Volevo solo P&G! Finalmente a marzo è arrivata la tanto attesa chiamata, ho fatto i colloqui e mi hanno offerto un altro stage, questa volta nel reparto che fa veramente per me. Ho accettato, abbandonando addirittura il contratto a tempo determinato che avevo in quel momento: ero motivatissimo!
Da aprile a luglio 2011 ho dunque trascorso un periodo presso il reparto Shopper marketing dove ho svolto attività di implementazione e disegno di piani commerciali su vari clienti della grande distribuzione. Questa volta il rapporto con il tutor è stato meno “facile” della prima esperienza. Lui infatti era più severo e mi metteva alla prova ogni giorno. Era una sfida continua ed è stata veramente molto provante come esperienza. Ma sono sicuro che professionalmente non crescerò mai tanto come sono cresciuto in quei tre mesi. Ho fatto dei miglioramenti impressionanti, e infatti a luglio sono stato assunto con contratto a tempo indeterminato e ora sono SBD Assistant Manager. Guadagno 1600 euro netti al mese per 14 mensilità, con orario libero tra le 50 e le 60 ore settimanali.
Mi trovo benissimo in questa società e sento di aver raggiunto una buona conoscenza del settore, del mio incarico e di essere pronto ad ampliare le mie responsabilità. Dopo l’estate vorrei poter cambiare incarico, cosa tra l’altro abbastanza certa dato la bella policy di carriera in P&G. In questi mesi non è affatto facile pensare al futuro, ma almeno io ogni giorno quando entro in ufficio ho il sorriso sul viso.
Nel futuro spero di riuscire a trovare un giusto work-life balance, questo anche perché da poche settimane ho preso in affitto un appartamento a Roma con la mia ragazza. L’affitto è di 950 euro al mese: visto che lavoriamo in due guadagnando in totale circa 2.600 euro non dovremmo avere particolari problemi a mantenerci in completa autonomia.
Mi rendo però perfettamente conto che siamo un’eccezione, la situazione dei giovani italiani è molto grave. E allora io dico: liberalizziamo il mondo del lavoro completamente, permettiamo alle persone capaci e volenterose di lavorare e a quelle incapaci di poter essere mandate a casa dal datore di lavoro. Se io un giorno mi rendessi conto di non esser produttivo, di non essere capace e utile nel mio lavoro, mi alzerei e me ne andrei. Altrimenti mi sentirei di rubare lo stipendio. Parlo con cognizione di causa perché ho lavorato per sei mesi per una società pseudo statale dove c’erano persone che prendevano 5-6 mila euro al mese per scaldare la sedia, dove raccomandazione significa potere e condivisione della conoscenza vuol dire perdita del potere. Queste persone devono poter essere mandate a casa, a zappare la terra! Tolgono un posto di lavoro a giovani volenterosi, che hanno investito cinque anni della loro vita per prendersi una laurea. Vai Monti, dai un futuro a questa povera Italia!
E ai neolaureati di oggi dico: grinta ragazzi! Capite prima di tutto cosa vi risulta facile fare, in cosa riuscite meglio. Poi individuate delle aree che vi contraddistinguono dai vostri amici, capite come potete sfruttare queste skills e come queste vi possano dare un vantaggio competitivo rispetto agli altri. Individuate poi il settore e la società dove queste skills possono veramente fare la differenza. E a quel punto andate avanti e non fermatevi davanti a nessun ostacolo, se cadete rialzatevi subito e siate determinati nel raggiungere il vostro obiettivo. Le cose non cadono dall’alto, niente vi arriverà senza sacrificio e gratuitamente. Sarà dura, ma in fondo le cose ottenute facilmente non danno nessuna gratificazione.
Testo raccolto da Giulia Cimpanelli
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