«In Nestlé ho trovato l'opportunità che cercavo»: da Salerno a Milano sola andata

Annalisa Di Palo

Annalisa Di Palo

Scritto il 22 Giu 2013 in Storie

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Francesco Brancaccio, assunto nel marketing di Nestlé, a Milano, con contratto di apprendistato.

Ricordo ancora il primo giorno che ho lasciato la mia città e mi sono trasferito a Parma per iniziare la specialistica. Ero carico di energia, le dieci ore di viaggio in treno non
mi avevano stancato per nulla, con me avevo due valige - di cui una quasi più grande di me - la borsa del pc e la mia chitarra a tracolla. Alla fine la voglia di esplorare una città diversa aveva prevalso.
Ho 28 anni e sono originario di Salerno, dove ho frequentato l'istituto tecnico commerciale, appassionandomi molto alle materie economiche. Di conseguenza dopo la maturità, nel 2004, mi sono iscritto a Economia e amministrazione delle imprese all'università della mia città, scegliendo l'indirizzo Marketing e distribuzione. Ho sempre studiato e lavorato insieme; fin dalle superiori ho voluto avere una certa indipendenza economica, perciò ho fatto diversi lavoretti: cameriere, porta pizze, barman , animatore nei villaggi turistici... Ma ho tenuto il passo con la triennale, e a fine 2007 il primo obiettivo era raggiunto: l'Italia aveva un dottore in Economia in più. A quel punto toccava capire che scelta fare. Salerno iniziava un po' a starmi stretta, e a Parma avevo individuato un  corso di laurea specialistica interessante, in Trade Marketing e Strategie Commerciali. Dopo aver riflettuto un po', ho preso la mia decisione e ho fatto i bagagli - tanti bagagli! Col senno di poi, è stata la decisione giusta: sono stati due anni molto belli, davvero intensi e ricchi di novità, e la scelta del corso universitario si è rivelata azzeccata. Parma poi è una città molto bella e vivibile, e il costo della vita è accessibile anche ad uno studente che è costretto a lavorare per mantenersi agli studi. In quegli anni ho
vissuto in diverse case, come capita a tanti studenti fuorisede, sempre condividendo l'appartamento con altri ragazzi. 
Puntualmente ad ottobre 2009 ho discusso la mia tesi specialistica, in cui ho analizzato le problematiche legate ai listing fee - le commissioni pagati dai produttori per vendere i propri prodotti in supermercati e ipermercati - come strumento regolatore che può limitare lo sviluppo della concorrenza sia distributiva che industriale. Dopo la discussione ero entusiasta, finalmente era arrivato davvero il momento di entrare nel mondo del lavoro. Nei miei ultimi mesi da studente e nei primissimi da neolaureato l'università di Parma aveva inviato il mio curriculum a diverse aziende del proprio circuito, il che mi ho portato a fare diversi colloqui.  In particolare a novembre, dopo qualche settimana dalla laurea, ho iniziato le selezioni in Compass, la società finanziaria di Mediobanca, e alla fine mi è stato offerto uno stage di sei mesi, con un rimborso mensile di 600 euro, più buoni pasto - e sede di lavoro proprio a Parma, dove ancora vivevo dopo la specialistica. È stata un'esperienza molto utile, da più punti di vista. Innanzitutto, quello dell'arricchimento professionale: all'inizio mi occupavo di front office e di back office, poi col tempo ho avuto anche l'opportunità di lavorare sul campo, sia gestendo i dealers convenzionati che andando alla ricerca di nuovi clienti. Però, soprattutto, lo stage mi ha aiutato a capire che non era quello il lavoro che volevo fare nella vita e quando, conclusi i sei mesi, mi è stato proposto di rimanere in azienda con un contratto annuale da mille euro al mese, mi sono trovato di fronte a una scelta davvero difficile. Alla fine ho scelto di rimettermi nuovamente in gioco. Dopo aver studiato tanti anni e aver fatto sacrifici, per me era giusto provare a fare un'esperienza lavorativa in quello che desideravo davvero, quello per cui avevo studiato.
Ed è stato così che ho iniziato a inviare cv alle aziende per cui sognavo di lavorare. Tra queste c'era Nestlé... Non era passato molto te
mpo dalla mia autocandidatura online quando sono stato contattato dalle Risorse umane, per iniziare le selezioni per uno stage. Era l'opportunità che cercavo: l'ingresso in una grande azienda e proprio nel settore che mi appassionava, il trade marketing - nel quale le strategie di marketing vengono elaborate e applicate al settore distributivo, più che alla fascia dei consumatori. Lo stage, di sei mesi, prevedeva per altro un ottimo rimborso, circa 710 euro netti mensili, con accesso gratuito alla mensa aziendale e alla palestra. Poi dopo ho sperimentato in prima persona che lo stage in Nestlé è un'esperienza che ti arricchisce enormemente: non sei li a fare fotocopie, ma ti senti parte integrante del team e impari davvero. Le selezioni infatti - quattro step, tra colloquio conoscitivo, di gruppo, tecnico e  finale - hanno avuto esito positivo e a settembre 2010 ero parte della divisione Buitoni. Posso dire che quei sei mesi sono serviti a imparare un lavoro, a conoscere la realtà aziendale; e naturalmente è servita all'azienda per conoscere me. Certo non è stato tutto rose e fiori, il trasferimento da Parma a Milano è stato duro. Sono due città completamente diverse: il costo della vita a Milano è molto più alto e la mia qualità di vita è decisamente cambiata; sono cambiati i ritmi, le persone, la velocità, i paesaggi... Il rovescio della medaglia è che se hai un'ambizione, se pensi di voler fare qualcosa, a Milano ce la puoi fare, le opportunità non mancano.
In Nestlé tutto è andato come speravo: alla fine dello stage mi è stato proposto un contratto di apprendistato professionalizzante della durata di 24 mesi, con uno stipendio di 25mila euro annui, e adesso lavoro come assistente sell-out per Buitoni. Organizzo eventi e attività nei punti vendita, sono di supporto al category manager per lo studio delle dinamiche di acquisto e della collocazione dei prodotti a scaffale, metto a punto progetti di visibility con l'obiettivo di migliorare l'esperienza d'acquisto dei nostri acquirenti. 
Insomma, il sogno iniziato con lo stage ad oggi continua. Lo stipendio mi permette di vivere lontano dal mio luogo d'origine, in piena autonomia economica, e in una città come Milano, dove condivido un appartamento con la mia ragazza.
Gli amici di Salerno che hanno deciso di rimanere lì invece si sono dovuti accontentare, nella situazione in cui ci troviamo oggi non puoi di certo sperare di trovare il lavorare che hai sempre sognato sotto casa. I più fortunati lavorano come ragionieri o nel settore pubblico mentre altri sono ancora in cerca di occupazione. Io ho fatto qualche sacrificio in più ma ora sono soddisfatto di quello che ho, mi sento arricchito da tante nuove esperienze e fiducioso per il futuro. Mi aspetto tanto da me stesso. Mi impegnerò affinché tutti i miei sacrifici siano sempre ripagati, e un giorno, chissà… sarebbe bello poter essere una guida per chi come me, crede in ciò che fa.

Testo raccolto da Annalisa Di Palo

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