Il prossimo 20 gennaio scadono i termini per partecipare a Vulcanus in Japan, il programma annuale di tirocini in aziende giapponesi del settore tecnologico finanziato dall'Eu-Japan Center for Industrial Cooperation di Bruxelles e dalle aziende stesse, destinato a tutti gli studenti europei iscritti a facoltà tecnico-scientifiche. La Repubblica degli Stagisti ha chiesto a due ex partecipanti di raccontare il loro anno nel Paese del Sol Levante: ecco le storie di Flavio De Laurentis e Andrea De Franco.
Flavio De Laurentis (28 anni, provincia di Brescia)
Ho scoperto Vulcanus all'università. Affascinato da sempre dalla robotica, ho scelto Ingegneria dell’automazione al Politecnico di Milano e al secondo anno di studi - nel 2006 - ho sentito per la prima volta del progetto. Mi sono candidato però solo nel 2009, prima di iniziare il secondo anno di specialistica [possono candidarsi gli studenti iscritti almeno al quarto anno di studi, ndr].
La redazione della domanda in sè è una sfida, il modulo è molto articolato, ma ho ricevuto un grandissimo aiuto dall'allora responsabile dell'ufficio mobilità dell'ateneo. A gennaio 2010 è stata pubblicata la short list, in cui rientravo, e circa un mese dopo mi è stato chiesto di presentare una lettera di motivazione. Ancora un mese ed è arrivata la bella notizia, ero stato selezionato: partenza il 31 agosto con destinazione Tokyo, dopo un incontro a Bruxelles con tutti i vincitori.
I primi quattro mesi di permanenza prevedono per tutti la partecipazione ad un corso di giapponese nella capitale, poi inizia l'esperienza in azienda. Io mi sono trasferito a Osaka, ospitato dalla Sanyo, oggi assorbita dalla Panasonic. Per otto mesi, da gennaio ad agosto 2011, ho lavorato alla creazione di un modello matematico innovativo per le batterie agli ioni di litio, percependo un rimborso complessivo era di 2 milioni di yen, allora equivalenti a circa 16mila euro - oggi un po' meno. Un quarto ci è stata erogato a settembre appena arrivati, poi 100mila yen al mese a partire da gennaio e fino ad agosto. Infine a marzo la parte rimanente, cioè 700mila yen. Il tutto con estrema puntualità. A conti fatti quindi ogni mese potevo contare su mille euro di rimborso, più alloggio gratuito, che per i primi quattro mesi a Tokyo consisteva in una stanza singola con bagno individuale, poi in un appartamento non condiviso per gli otto mesi a Osaka, entrambi molto confortevoli.
È stata un'esperienza estremamente significativa, che mi ha segnato moltissimo, sia dal punto di vista personale che professionale. In azienda mi sono trovato estremamente bene. Erano tutti giapponesi, in media 35 anni, più due tre ragazzi della mia età. Giusto il primo giorno, non essendo abituati agli stagisti, mi hanno dato dei lavori un po' di basso livello, come delle analisi Excel. Poi, testato il mio livello di competenza, ho ricevuto compiti via via più sofisticati, come la modellazione matematica con Matlab. In generale io lavoravo fino alle sei e mezza e il mio work life balance era ottimo, ma per i dipendenti giapponesi le cose sono un po diverse: tendono a stare in ufficio molto a lungo.
Parlando di difficoltà, quelle linguistiche per me sono state la base di tutte le altre. Superato - in parte - quell'ostacolo, è stato tutto in discesa. E poi c'è stato il terremoto del marzo 2011. Quel giorno ero in trasferta a Tokyo per una presentazione ed è stata un'esperienza pesante, specialmente quando poi è esplosa Fukushima. A quel punto sono tornato a Osaka, dove il rischio era molto più basso, e dove ho ospitato alcuni amici che lavoravano in zone più pericolose. Poi però i miei mi hanno chiesto di tornare in Italia per un paio di settimane. E l'ho fatto. Poi di nuovo a Osaka per gli ultimi cinque mesi di stage.
Finita l'esperienza in Giappone ho concluso la specialistica in Italia e ad aprile 2012 mi sono laureato. Pochi mesi dopo sono entrato in McKinsey & Company come business analyst, poi lo scorso giugno l'azienda mi ha proposto di frequentare un master sponsorizzato. Adesso quindi sto svolgendo un MBA alla Hong Kong University of Science and Technology Business School, pagato dalla divisione italiana di McKinsey. E non c'è dubbio che Vulcanus in Japan è stato fondamentale per raggiungere questi risultati. Senza il Vulcanus non avrei avuto un curriculum degno di nota, non sarei entrato in McKinsey, non avrei avuto la possibilità di fare l'MBA sponsorizzato. Sarei una persona con un sacco di storie in meno da raccontare.
Foto: sopra, Flavio ai giardini Kiyosumi di Tokyo e, sotto, insieme al gruppo dei vincitori 2010-2011.
Andrea De Franco (26 anni, Genova)
Sin dalle superiori sono stato interessato alle scienze applicate e quando nel 2007 si è trattato di scegliere la facoltà universitaria ho optato per Fisica, a Genova. Poi, conclusa la triennale a marzo 2011, la curiosità nel campo della fisica nucleare e particellare mi ha spinto a proseguire con il corso di specialistica in Fisica delle interazioni fondamentali. È a questo punto che ho scoperto Vulcanun in Japan. Avevo iniziato da poco a cercare attivamente posizioni di stage e placement, sia in Italia che all'estero, quando una ricerca sul web mi ha portato al link giusto. Ho deciso subito di fare domanda.
La documentazione per l'application è varia e complessa, richiede tempo e impegno, per cui ho iniziato a raccoglierla a novembre 2011, per poi spedire il tutto ad anno nuovo. Non senza difficoltà: nel mio caso l'ente organizzatore non è stato molto disponibile a fornire aiuto, vista la mole di candidature - tra le 800 e 900 ogni anno. In compenso sul web si crea sempre una un'intensa attività di collaborazione e condivisione. I candidati all'inizio vengono valutati solo sulla base dei documenti spediti, quindi è importante che siano compilati alla perfezione. Io interpreto questa fase come una scrematura per individuare le persone davvero interessate, pronte a scrivere e riscrivere mille volte cv, lettera di accompagnamento e tutto il resto pur di diventare stagista Vulcanus in Japan.
Io ho saputo che lo sarei diventato il giorno di Pasqua del 2012. Il successivo luglio ho conseguito la laurea specialistica con lode, poi a settembre sono partito per quello che è stato l'anno più bello e ricco di esperienze della mia vita. Ho passato i primi quattro mesi a Tokyo con tutti gli altri partecipanti per un corso di giapponese. La mia competenza era nulla, ma poi ho raggiunto un livello medio, idoneo ad affrontare le conversazioni di tutti i giorni. La lingua è stato un grosso scoglio, pochi parlano bene inglese, ma la difficoltà maggiore è stata capire e adattarsi alla cultura del Paese: così ricca, complessa e lontana dalla nostra. Il processo di studio, comprensione e adattamento agli usi e costumi nipponici è stato arduo, ma estremamente gratificante.
Per lo stage mi sono trasferito nella città di Hitachi, 200 km a nord di Tokyo, dove ho lavorato per otto mesi in un'azienda del settore ingegneria nucleare, la Hitachi Works. I colleghi mi hanno accolto calorosamente e mi hanno insegnato molto: ancora adesso, dopo quasi due anni, siamo ancora in contatto. L'azienda ha molto riguardo nei confronti degli stagisti, da subito sono stato stimolato ad affrontare sfide sempre più importanti e sono stato coinvolto nella vita lavorativa. La compagnia è stata premurosa anche nell'offrirmi un ottimo alloggio, pagando persino le bollette. Ogni azienda ospitante procura l'alloggio al tirocinante, e del tipo che ritiene opportuno. Si può variare da una stanza in dormitorio a chilometri di distanza dall'ufficio, fino all'appartamento in centro a Tokyo a pochi minuti di cammino. Il grant che si riceve è più che sufficiente a vivere bene in Giappone, con un po' di parsimonia ma senza negarsi nulla, inclusi frequenti viaggi in questa bellissima nazione.
Vulcanus in Japan è stato senza dubbio il trampolino di lancio della mia carriera, oltre ad avermi arricchito da mille punti di vista. Adesso, da qualche mese, sto studiando all'Università di Oxford per ottenere un dottorato in Astrofisica, per il quale ricevo uno stipendio lordo di 50mila sterline all'anno grazie ad una borsa Marie Curie ITN. Durante le selezioni era stato esplicitamente comunicato l'interesse a profili con esperienze in Paesi non familiari: indice di grande adattabilità, indipendenza ed ambizione. Tuttte doti che non mancano ai partecipenti di Vulcanus. Ragazzi, siate consapevoli che là fuori c'è un mondo che vi aspetta, dovete solo allungare la mano per afferrarlo!
Foto: sopra, Andrea al santuario di Kumano Hayatama Taisha e, sotto, al santuario di Itsukushima.
Testimonianze raccolte da Annalisa Di Palo
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