Scritto il 08 Ago 2020 in Notizie
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Il Covid ha innegabilmente cambiato il mondo del lavoro, portando alla ribalta la necessità di inventare modi per lavorare al di fuori dell’ufficio. O meglio, di cominciare a utilizzare massicciamente modi che già esistono da molti anni, e che erano già moderatamente diffusi, anche se guardati con diffidenza da molte realtà che ancora identifica(va?)no la presenza fisica in ufficio come principale o unico fattore di “prova” dell’impegno sul lavoro. Il Covid ha messo alle corde questa visione, obbligando a riparametrare le policy in modo da poter far continuare le attività ai dipendenti (e, come noi della Repubblica degli Stagisti abbiamo testimoniato “intensivamente”, anche ai tirocinanti!) da casa durante il lockdown.
Si chiama “smart working” e significa letteralmente “lavorare in maniera intelligente”, cioè senza vincolare l’attività lavorativa a un dato luogo e orario prefissato, e basandosi più sui risultati ottenuti che sulle modalità di lavoro. Non è certo una cosa nuova, ma in questi sei mesi c’è stata una accelerazione incredibile dell’utilizzo di questo strumento: praticamente ogni struttura produttiva che poteva trasferire anche solo in parte la sua attività da remoto l’ha fatto. E anche il mondo universitario, che ormai da anni osserva e analizza il fenomeno, ha rinnovato il suo interesse per il tema.
Da metà luglio e fino al 25 settembre è aperta la summer school “Smart working: sfide e opportunità per il futuro” della università Cattolica. Una serie di brevi video lezioni e contributi disponibili online – tecnicamente si tratta di un corso MOOC, cioè “Massive open online education” – ad accesso gratuito, a disposizione di tutti coloro che desiderano approfondire il tema: professionisti e manager con responsabilità nella organizzazione aziendale e nella gestione delle risorse umane, ma anche studenti universitari e neolaureati interessati alle trasformazioni in corso nel mondo del lavoro. [→ Qui il video di presentazione]
A coordinare la Summer school due docenti della Cattolica: Ivana Pais, professoressa associata di Sociologia dei processi economici e del lavoro presso la facoltà di Sociologia, e Giuseppe Scaratti, direttore del Servizio di Psicologia del lavoro al Dipartimento di Psicologia. «È un momento importante per ripensare il nostro modo di lavorare e di vivere, come comunichiamo e come impariamo, le nostre città e i nostri territori» dice Pais: «Se avete voglia di parlarne, i forum del corso possono essere uno spazio di incontro e confronto».
Il tema dello smartworking viene affrontato «sotto differenti punti di vista grazie a docenti attivi in diversi ambiti – economia, diritto, psicologia, sociologia – con inoltre contributi di esperti di grandi aziende e importanti istituzioni.
Sei moduli, di cui cinque prettamente universitari e uno composto da contributi esterni, che spaziano dall’area del diritto del lavoro (“Le regole dello smartworking”) a quella della psicologia (“L’esperienza dello Smart Working dal punto di vista psicologico”), dal punto di vista sociologico/demografico (“Lo sguardo sociologico sullo Smart Working”) a quello economico (“Management ed economia dello smart Working), fino a declinare addirittura il tema da una prospettiva filosofica (“Ancoraggi filosofici ed educativi dello smart working”).
Anche la Repubblica degli Stagisti è stata invitata a dare il suo contributo: la giornalista Eleonora Voltolina, fondatrice della testata, ha partecipato al sesto modulo – quello delle “Testimonianze dal mondo delle istituzioni e delle aziende” – portando il focus sullo smart internshipping, e cioè la versione dello smart working dedicata allo stage.
Tra le testimonianze aziendali anche quelle di ben cinque aziende virtuose – Nestlé, Bip, Trust4Value, Spindox ed Everis – del network della Repubblica degli Stagisti, che hanno potuto raccontare come hanno gestito gli stage al momento dello scoppio dell’emergenza Covid. È dunque possibile visionare i contributi di Gregorio Bonaldi, Corporate Affairs Specialist di Nestlè; di Camilla Castaldo, Media Relations di Bip Consulting; di Francesca Muscillo, Recruitment & Employer Branding Specialist di Everis. Due le testimonianze per Trust4value – quella della talent manager Monica Cremaschi e dello stagista Gilberto Guglielmo. Spindox ha messo in campo addirittura una tripletta con le voci e i volti di Alessandra Bossi dell’ufficio Marketing e Comunicazione, della direttrice HR Elena Merlanti e la testimonianza diretta di uno stagista, Lorenzo Montalti.
Tra gli altri contributi anche quello di Cristina Tajani, assessora alle Politiche del lavoro del Comune di Milano; di Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl; di Diego Ciulli, manager di Google; e di Davide Dal Maso, partner presso Avanzi Sostenibilità per Azioni.
Le videolezioni sono liberamente fruibili dal 15 luglio al 25 settembre 2020. La partecipazione è gratuita previa iscrizione online; una volta completata l'iscrizione si riceve una email automatica con indicata la procedura da seguire per accedere alla piattaforma di Open Education in cui il corso è erogato. L'attestato di frequenza – che non richiede il superamento di test o esami – è automaticamente rilasciato dalla piattaforma dalla quale è erogato il corso. Chi è interessato non ha che da connettersi online, e immergersi nelle mille sfaccettature dell'analisi del lavoro e dello stage da remoto.
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