Stagisti col Bollino / Quando uno stage inaspettato diventa un lavoro appassionante. Giorgio Mantovani: «Con Leroy Merlin sono partito subito bene»

Annalisa Di Palo

Annalisa Di Palo

Scritto il 06 Mar 2011 in Storie

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Giorgio Mantovani, oggi responsabile risorse umane in Leroy Merlin nella sede di Caponago, Monza.

Ho 28 anni e sono di Monza. Ho frequentato il liceo  scientifico, prima a Cologno Monzese e poi a Vimercate, e nel 2001 mi sono iscritto - con un po' di indecisione - a Psicologia all'università di Milano-Bicocca. Una scelta che comunque adesso rifarei. Finita la triennale nel 2005, mi sono specializzato in Psicologia delle organizzazioni e dei comportamenti di consumo, laureandomi nel 2007 con una tesi dal titolo «L'influenza della musica sul processo d'acquisto». Negli anni universitari, pur rimanendo a casa dei miei, mi sono pagato le spese extra lavorando come istruttore di nuoto e bagnino - guadagnavo circa 400 euro al mese, e tuttora insegno ai bambini una volta a settimana - e per periodi più brevi in pub, call center, un ristorante, anche un Mac Donald's.
Nel marzo 2008 ho fatto il mio primo tirocinio, obbligatorio per l'iscrizione all'esame di stato di psicologia: sei mesi in una società di ricerche di mercato a Milano, senza rimborso, in cui collaboravo alle attività di ricerca quanti-qualitativa e partecipavo a focus group. Ma non c'era da fare più di tanto:  è stata un'esperienza scarsamente formativa, in cui sono stato seguito poco e male. C'è poi la questione rimborso: quando uno stagista ne riceve uno, spesso non va oltre i 200 o 300 euro al mese e questo vuol dire non riconoscere il merito e l'impegno di chi ha studiato fino ad almeno 22-23 anni. E ci sono ancora molte aziende che usano questo strumento solo per pagare meno le proprie risorse, null'altro.
Nel primo periodo di tirocinio ho inviato anche diversi curriculum e a maggio 2008 ho fatto il mio primo colloquio in Leroy Merlin [sotto, uno screenshot della sezione "Lavora con noi" del sito] per la posizione di allievo capo settore commercio con contratto di inserimento di 15 mesi e finalità di assunzione a tempo indeterminato. Dall'altra parte della scrivania c'era una mia quasi coetanea, con una formazione identica alla mia, e a sorpresa durante il colloquio sono emerse attitudini più affini al mondo delle risorse umane che a quello commerciale e mi è stato proposto uno stage trimestrale: la posizione non era scoperta e per l'azienda accogliermi sarebbe stato uno "sforzo extra". In genere Leroy Merlin non lavora con gli stage nel settore risorse umane. Ho cominciato a settembre, in tempo per concludere il tirocinio  per l'esame di stato, che ho sostenuto nell'autunno all'Università di Pavia ma che mi è stato invalidato per una sottigliezza burocratica - avevo dimenticato una parola a matita e l'elaborato non poteva contenere altro che penna. E per il momento non ho intenzione di riprovarci.  In Leroy Merlin l'appoccio è stato subito positivo e il rimborso spese
soddisfacente: mille euro al mese, superiore a quello che l'azienda dà  in genere ai suoi stagisti italiani [500 euro al mese, mentre agli stagisti stranieri ne vengono corrisposti 300 in più, ndr]. A fine stage poi è arrivato il contratto di inserimento di 18 mesi, che però ho concluso con largo anticipo: da fine settembre 2009 ho preso il posto della collega che sin lì avevo affiancato, con la qualifica di responsabile risorse umane di negozio. Adesso ho un contratto a tempo indeterminato e guadagno poco meno di 2mila euro lordi al mese: uno stipendio alto per l'anzianità lavorativa, meno se visto in prospettiva. Vivo ancora con i miei, perché al momento non vedo ragioni di andare via: ho i miei spazi , la mia libertà, non ho fretta. Vorrei continuare a lavorare in questo ambito, magari come responsabile regionale, e con il sogno di diventare un giorno direttore risorse umane Italia, ma prima ho in mente un'esperienza all'estero. In passato ho avuto qualche buona occasione ma forse non sono stato abbastanza bravo o coraggioso da coglierla al volo.
Sono ancora agli inizi ma con Leroy Merlin penso di essere partito bene, e chi ben comincia è a metà dell'opera. Sono consapevole che in questi mesi mi sto giocando molto; spesso alle otto di sera sono ancora in ufficio, ma c'è anche da dire che amo il mio lavoro. Non si può prescindere dalla passione per quello che si fa. Se ti piace quello che fai tutto è più facile, naturale. Passione, molto impegno, un po' di fortuna: credo sia questo che serva per realizzarsi nel lavoro.


Testo raccolto da Annalisa Di Palo


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