In cinque anni la loro azienda ha permesso di mettere a dimora qualcosa come 250mila alberi. E ora Treedom punta sulla gamification per tornare lì dove tutto è partito: Farmville, il gioco che ha fatto nascere l'idea per dar vita alla start-up, trasferito però nel mondo reale. I due fondatori Federico Garcea (34 anni) e Tommaso Speroni (29), entrambi laureati in Scienze politiche, si sono conosciuti a Firenze in un'azienda che si occupa di ambiente, dove il primo era assunto e il secondo svolgeva un tirocinio.
Ad unirli, oltre all'attività quotidiana, la passione per Farmville, gioco che sfidava i partecipanti a realizzare una fattoria. «Ci siamo detti: se ci sono sette milioni di persone disposte a pagare per coltivare alberi virtuali, perché non dovrebbero farlo per piantare degli alberi veri?», ricorda Garcea. All'epoca – era il 2010 – i due stavano lavorando ad un progetto in Camerun «e ci siamo resi conto che in alcune zone del mondo c'è la necessità di lavorare alla riforestazione perché molti alberi vengono abbattuti».
Così l'anno successivo hanno dato fondo ai loro risparmi ed hanno investito 30mila euro per dar vita a Treedom, azienda il cui nome è la crasi di tree, albero in inglese, e freedom, ovvero libertà. «Siamo nati come srl, siamo stati una delle prime a diventare start-up innovativa e oggi, visto che abbiamo appena superato i cinque anni di attività, siamo diventati una pmi innovativa». Ma a cosa sono serviti gli incentivi di legge introdotti con il decreto Passera? «Assolutamente a nulla», la risposta tranchant: «lo abbiamo fatto in un momento in cui avevamo un piccolo investitore interessato agli sgravi fiscali previsti dalla norma, ma poi ci ha finanziato prima che potessimo presentare la domanda. Diciamo che risparmiare 300 euro di iscrizione annuale alla Camera di Commercio non ti cambia la vita».
Il vero punto di svolta per questa realtà è arrivato dal mercato. Meglio, è avvenuto quando Jovanotti ha deciso di appoggiarsi a loro per rendere la propria tournée a impatto zero. «È stato il nostro primo cliente e ha piantato con noi 12mila alberi. La nostra fortuna è che rispetto ad altre start-up noi un prodotto, anche se rudimentale, lo avevamo pronto da subito». Da lì la strada è stata abbastanza in discesa, costellata di altri successi come un finanziamento da mezzo milione di dollari concesso dalla Rockfeller foundation e della Bill and Melinda Gates foundation.
Oggi Treedom opera su due campi. «Da un lato le aziende possono mettere a dimora una foresta. Molte lo fanno per questioni di responsabilità sociale, o per offrire un ecogadget ai propri clienti in occasione di un evento». E poi ci sono i privati: «Possono adottare un albero o regalarlo a una persona cara, magari in occasione di Natale, di San Valentino, di un matrimonio piuttosto che di una nascita». Il tutto con un costo che va dai 6 ai 50 euro a seconda dell'essenza scelta, somma sulla quale Garcea e Speroni trattengono una percentuale che rappresenta il guadagno della start-up. Un modello che funziona, visto che nel 2015 il fatturato ha superato il milione di euro. E da lavoro ad un team di una quindicina di persone: tre a partita Iva «perché svolgono anche altre attività», due assunte con contratto di apprendistato, le altre a tempo indeterminato.
Al momento sono dieci i progetti attivi, ovvero le zone del mondo nelle quali si può piantare un albero attraverso Treedom. «Ne abbiamo cinque in Africa, uno in Argentina, uno ad Haiti e ne stiamo lanciando tre in Italia con le cooperative di Libera Terra in Campania e in Sicilia». In questo modo le piante sono “buone” due volte: assorbono CO2 e lo fanno su terreni confiscati alla criminalità organizzata. Il prossimo passo, oltre a quello di inserire un elemento di gamification sul portale, così da renderlo ancora più accattivante per gli utenti, è l'internazionalizzazione: «stiamo iniziando ad esplorare il mercato estero e stiamo raccogliendo dei fondi in questo senso». Così che anche nel resto del mondo sia possibile “regalare” un albero grazie al lavoro di questa start-up italiana.
Riccardo Saporiti
startupper@repubblicadeglistagisti.it
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