Soluzioni per l’informatizzazione delle aziende, sta qui l'«incipit» delle start-up campane

Veronica Ulivieri

Veronica Ulivieri

Scritto il 10 Lug 2013 in Approfondimenti

Specializzazione, prodotti e servizi ad alto contenuto innovativo, trasferimento tecnologico dal laboratorio all'azienda. Sono questi gli ingredienti del successo di tre start-up ospitate nell'incubatore Incipit, nato nel 2007 in Campania e gestito da un consorzio di cui fanno parte l’università del Sannio e la Federico II di Napoli. La sua storia è raccontata nel libro uscito da poco “Incipit Campania” (Esi edizioni). Rispetto ad altre strutture di supporto alle imprese, spesso a carattere generalista, qui si è scelta una direzione precisa: focalizzarsi su soluzioni per l'automazione e l’informatizzazione delle aziende e dei processi industriali. In questo settore – molto ampio a dire il vero – operano Critiware, Meetecho  e Remocean, tre start-up ospitate in Incipit, con pochi anni di vita ma già ottimi risultati all'attivo.
La prima, nata nel 2011, si occupa, come spiega il ceo Danilo De Mari, di «fornire strumenti informatici per testare software che operano in settori “critici”, come il trasporto aereo e navale, la gestione delle infrastrutture energetiche e idriche, l'automotive e il monitoraggio ambientale. Ambiti in cui cioè non ci può essere mai nessun tipo di problema o bug». Insieme a De Mari, proveniente dal mondo delle aziende con esperienze in gestione del business, ci sono altri sette soci: tre (due professori e un ingegnere) sono come lui ultraquarantenni, mentre gli altri, ricercatori del dipartimento di Ingegneria informatica della Federico II  e membri del gruppo Mobilab, hanno  un'età compresa tra i 28 e i 32 anni [nella foto a destra, i soci provenienti dal mondo accademico]. «Applichiamo concretamente le tecnologie studiate e testate in laboratorio. Il mercato è abbastanza di nicchia, ma la reputazione dei soci, coinvolti in progetti di aziende importanti, come Selex-Si, Ansaldo Breda, Ericsson, Nec, ci ha fatto ottenere la fiducia anche di grandi imprese». Critiware ha infatti ricevuto commesse da aziende del gruppo Finmeccanica, operanti nel settore aeronautico e ferroviario, anche se, come spesso avviene per le start-up, il fatturato è inizialmente ridotto, pari nel 2012 a 64mila euro. Per adesso, l'azienda si è autofinanziata: «50mila euro di investimenti, in aggiunta al lavoro di ognuno, ma il prossimo anno vorremmo iniziare a fare fundraising esterno».  Ha un solo dipendente, mentre i soci lavorano volontariamente al progetto.
Per Meetecho (che si pronuncia “mitico”), nata nel 2009 ed entrata in Incipit l'anno successivo, tutto è iniziato invece con un finanziamento del programma di sostegno alle idee innovative Working Capital di Telecom: «Siamo stati tra i primi. Con i 20mila euro ricevuti abbiamo acquistato le licenze necessarie per sviluppare il prodotto», racconta Simon Pietro Romano, docente al Dipartimento di Ingegneria elettrica e Tecnologie dell'informazione della Federico II e socio dell'azienda insieme al collega Giorgio Ventre e a tre giovani ricercatori della stessa struttura [nella foto a sinistra, il team al completo]. L'azienda, «esempio molto riuscito di trasferimento tecnologico dall'ateneo all'impresa», si occupa di offrire servizi di web conferencing e collaborazione a distanza in un'unica piattaforma, utilizzabile da computer e dispositivi mobili. Se i fondi di capitale di rischio non hanno voluto investire nel progetto – «Abbiamo competitor molto grandi, come Cisco, Adobe, Micrososft, e la cosa non li ha convinti» – i finanziamenti, sotto forma di prestiti con un buon tasso di interesse, stanno arrivando da tre bandi di Miur e Mise, per un valore totale di oltre 650mila euro. Dal 2011, Meetecho è anche la piattaforma ufficiale per seguire in remoto i meeting della Internet Engeneering Task Force, la community che regola gli standard informatici, e se il fatturato 2012 è stato pari a circa 50mila euro, quest'anno sta crescendo: «Stiamo lavorando con società di telecomunicazioni, attraverso partnership per mettere a punto soluzioni innovative per la collaborazione in remoto, e abbiamo da poco concluso un accordo con la società di e-learning Docebo, per la creazione di una piattaforma interattiva adatta all'insegnamento a distanza». In questo momento la società ha sei dipendenti: «Tutti hanno un contratto a tempo determinato, legato ad un paio di commesse prese quest'anno. In particolare, una persona lavora al progetto Docebo, mentre le altre cinque si occupano di una partnership con Tiscali  per la realizzazione di servizi di comunicazione audio/video in tempo reale».
Grossi finanziamenti sono stati invece raccolti da Remocean, spin off del Cnr specializzato nell'analisi
di fondali, onde e correnti marine per la sicurezza della navigazione. Nata nel 2010 e vincitrice l'anno successivo della business plan competition di Italia Camp, la star up ha attratto da subito l'interesse del fondo di venture capital per il meridione Atlante Ventures Mezzogiorno di Intesa San Paolo, entrato ufficialmente l'anno scorso tra i soci con un finanziamento di circa 1 milione di euro. Soldi serviti, spiega il project manager Vincenzo Vecchio [nella foto a destra], per ingegnerizzare completamente il prodotto, entrare sul mercato e continuare la ricerca». L'azienda ha oggi sette soci, tutti under 40: due ricercatori del Cnr, uno dell'Irea e uno dell'Insean, dalle cui attività è nata l'idea alla base di Remocean, e cinque manager, con alle spalle esperienze in grandi aziende campane. Una realtà in crescita, considerando i numeri del fatturato: oltre 200mila euro negli ultimi sette mesi del 2012. «La prima installazione del sistema, che monitora tutte le informazioni scartate dai radar per la sicurezza delle rotte e il monitoraggio delle coste, è stata all'isola del Giglio, dove sono ancora in corso le operazioni per la rimozione delle Costa Concordia. Le nostre rilevazioni supportano gli operatori nella pianificazione degli interventi». Oggi in Remocean lavorano nove  persone, tutte remunerate: cinque dipendenti, quattro soci lavoratori e un consulente. Oltre a commesse arrivate da Cina e Singapore, la società sta anche mettendo a punto, in collaborazione con la guardia di finanza italiana, un sistema per il recupero dei naufraghi: «Monitorando le correnti, siamo in gradi di conoscere la posizione delle persone in mare anche dopo alcune ore dall'incidente».
In Incipit, le tre start-up trovano una sede, ma anche nuove relazioni. «Incipit ci ha dato un piccolo supporto logistico, offrendoci una postazione di lavoro presso la sede dell'incubatore, a Monte Sant'Angelo», spiega Romano. Nel caso di Critiware, invece, il beneficio principale dell'incubazione, dice De Mari, sta nell'«avere un rapporto stretto con l'università, che ci consente un costante aggiornamento sulle tecnologie». Per Remocean, invece, racconta Vecchio, la struttura degli atenei campani «ha creato dei contatti con stakeholder interessanti, tra cui il nostro investitore». Piccole storie di innovazione in una regione spesso considerata una terra poco fertile per la tecnologia, ma in rapida evoluzione.

Veronica Ulivieri

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