Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Flavio Pallotti, Business support manager in Messico per Neomobile.
Ho 28 anni e sono di Roma. Qui ho frequentato il liceo scientifico e nel 2002 mi sono iscritto a Economia delle imprese e dei mercati a Roma Tre. Una scelta nata nell'ultimo anno di liceo, quando ho partecipato al progetto IG Students dell'omonima fondazione, che aderisce alla Young Enterprise Europe - organizzazione per la diffusione della cultura d'impresa tra gli studenti che coinvolge 3milioni di studenti l'anno - riconosciuta dall'Ue. Per dieci mesi io e altri quindici ragazzi ci siamo messi alla prova fondando e gestendo un’impresa “in laboratorio”. Il prodotto? Una paletta usa e getta riciclabile per raccogliere le deiezioni dei cani, che grazie al finanziamento della municipale di Roma per i servizi ambientali, l'Ama, venne realmente prodotta e distribuita gratis: 3mila nostre palette finirono sparse nei parchi della città! L'iniziativa fu presentata anche nella trasmissione Unomattina; ma poi per la mancanza di ulteriori fondi il progetto non ebbe seguito.
Durante gli anni universitari vivevo con i miei, svolgendo comunque dei lavoretti: consegna pizze, cameriere, barman, organizzatore di eventi. Il meno stressante e meglio pagato - circa 1200 euro al mese - era quello di bagnino, che nelle ore morte mi permetteva anche di dedicarmi allo studio. Poi ho sempre vinto le borse di studio Adisu, per cui per libri e tasse universitarie fortunatamente non sono pesato sulla famiglia. Nemmeno durante il terzo anno della triennale, che ho passato all'università di Vigo, in Spagna, con una borsa Erasmus di soli 120 euro al mese, 1080 totali. Sono partito a settembre 2004 e per quasi tutti i nove mesi ho lavorato come barman tre volte a settimana guadagnando circa 500 euro al mese: sufficienti, dato che per una singola pagavo solo 100 euro al mese e vivendo con altre quattro ragazze spagnole ho imparato bene la lingua.
Dopo la laurea triennale, nel febbraio 2006, ho preso la strada dell'estero. Volevo migliorare l'inglese e per un anno ho fatto il cameriere full time ad Edimburgo. Qui ho avuto anche il mio primo contatto con il mondo professionale lavorando per un'azienda di Edimburgo, la Media Company Ltd: cinque mesi nella vendita di spazi pubblicitari con contratto a tempo indeterminato di circa mille sterline al mese, per il 30% dipendenti dalle commissioni. Non mi piaceva però e nel settembre 2007 ho lasciato per iscrivermi al Master of Science in International Business and Management della University of Bradford, equivalente alla nostra laurea specialistica. Vivevo a Leeds con studenti inglesi, pagando 250 sterline al mese per una singola e continuando a lavorare come cameriere - riuscivo a guadagnare circa di mille sterline al mese. Ho anche beneficiato del prestito fino a 3mila, a interessi zero, che le banche inglesi erogano agli studenti. Per la tesi del master invece ho vinto una borsa di studio Erasmus Placement di 850 euro e da giugno a settembre 2008 mi sono trasferito a Perugia per svolgere le mie ricerche alla facoltà di Ingegneria industriale. Avevo preso una singola, piccolissima, ma per il tempo che ci passavo andava più che bene. Poi a fine anno il diploma di master, proprio nel momento più duro della crisi finanziaria. Ho mandato diversi curriculum in Inghilterra, ma senza successo e sono tornato in Italia, prendendo casa da solo.
Su segnalazione di un mio amico - ora anche mio collega - ho mandato il mio curriculum on-line a Neomobile. Ho iniziato a marzo 2009 con uno stage di sei mesi nel dipartimento International Business Development della sede romana supportando il project manager sul mercato spagnolo, con un rimborso di 600 euro netti mensili, più buoni pasto, portatile e cellulare. Il rapporto con tutor e colleghi è stato ottimo. Non ho trovato un ambiente di lavoro formale con rigide gerarchie: anche se sei uno stagista ti puoi trovare a discutere di un problema in un meeting con il direttore generale. E così si cresce velocemente. E quando Neomobile apre una posizione per un tirocinio è perche si è creata la necessità di una nuova assunzione. Se da stagista fai bene, sei automaticamente dentro. Dopo infatti mi è stato offerto direttamente un contratto a tempo indeterminato per occuparmi di analisi mercato e coordinazione dei progetti per il mercato spagnolo e indiano, con una retribuzione di 21mila euro lordi più due bonus annui di 2mila euro totali. Poi sei mesi più in là, una revisione di retribuzione: 24mila euro annui di stipendio e 3mila totali di bonus. Ho la fortuna di lavorare in un'azienda meritocratica, dove non sono gli anni di seniority che ti permettono di fare salti di carriera, ma le performance.
Da un mese in più c'è stata una svolta: mi sono trasferito a Città del Messico, dove per Neomobile curerò lo sviluppo di nuovi mercati nel sud America. Il progetto è di un anno, ma probabilmente mi fermerò di più: le cose da fare sono tante e stimolanti. Del resto il mio futuro lo vedo all'estero - magari in Spagna, Inghilterra o Stati Uniti. L'Italia è ancora culturalmente indietro, provinciale, inefficiente dal punto dei vista pubblici e sociali, truffaldina. E non credo ci sia luogo in Europa dove il valore dei laureati sia tenuto in così poco conto. Dopo tutti gli sforzi fatti per raggiungere i miei obiettivi credo che a meritarmi sia un Paese diverso dal mio. Finora a Città del Messico mi sono trovato benissimo: le persone sono socievoli e accoglienti, la città è viva 24 ore su 24, risiedo in una bella zona. Considerando poi che l'azienda si fa carico delle spese di viaggio, vitto e alloggio, il mio tenore di vita è ottimo. Certo serve comunque capacità di adattamento; ho amici che non farebbero una scelta del genere. Ma tra di loro quelli che se la passano meglio sono quei pochi emigrati all'estero. Chi è rimasto in Italia - senza un'attività familiare già avviata in cui inserirsi - passa da uno stage all'altro per anni, e ad attenderlo poi c'è il precariato. Risultato: a casa con i genitori fino ad almeno 30 anni, continuando a pesare su di loro e con zero soddisfazione personale.
Testo raccolto da Annalisa Di Palo
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