Tempo di stage al Consiglio Ue: 50 posti e più di 1.200 euro di indennità mensile

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 05 Mar 2020 in Notizie

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Torna l’appuntamento con gli stage presso il Segretariato generale del Consiglio dell’Unione europea, un programma molto amato dai giovani italiani che fin dalla prima edizione, tredici anni fa, sono stati sempre costantemente la nazionalità più numerosa tra i candidati. E per la prima volta i giovani inglesi non potranno fare domanda, dato che le procedure di Brexit sono ufficialmente partite.
C’è tempo fino a mezzogiorno di lunedì 16 marzo per inviare la candidatura per i tirocini che prenderanno il via il primo settembre e termineranno il 31 gennaio 2021. I posti disponibili sono 50. Stesso numero anche per gli stage che cominceranno a febbraio 2021 e per cui, invece, si potrà mandare l’application dal mese di settembre.

Al classico tirocinio rivolto ai laureati quest’anno si affianca anche il Positive Action Programme, rivolto a quanti abbiano una disabilità riconosciuta. Per candidarsi è necessario essere cittadino dell’Unione Europea e avere un’ottima conoscenza di almeno due lingue ufficiali dell’Ue. È richiesta anche una buona conoscenza dell’inglese o francese attestata almeno al livello C del quadro comune europeo di riferimento per le lingue, visto che queste due lingue sono ampiamente utilizzate negli uffici del Segretariato per la comunicazione interna.

La maggior parte delle domande è presentata da candidati con background formativi in materie come giurisprudenza, scienze politiche, relazioni internazionali, studi sull’Unione europea ed economia. Ma, si legge dal sito, il Segretariato «cerca anche tirocinanti in possesso di qualifiche in altri settori, quali: traduzione, risorse umane, comunicazione, scienze della formazione, informatica, archivi e gestione dei documenti, ingegneria civile, grafica, multimedia, agricoltura, ingegneria biochimica, salute e sicurezza alimentare, gestione energetica, ambiente, ingegneria aerospaziale». Le uniche candidature che non saranno prese in considerazione sono quelle di chi ha già beneficiato di un tirocinio, con o senza rimborso spese, all’interno di un’istituzione, organo, agenzia o ufficio dell’Unione europea.

Gli stagisti, che devono aver completato almeno il primo ciclo di studi universitari, riceveranno un rimborso mensile di 1.220,78 euro netti al mese a cui si aggiunge un’assicurazione contro gli infortuni e un’indennità di viaggio per chi proviene da una città a più di cinquanta chilometri da Bruxelles – che viene calcolata in base alla distanza e che può arrivare fino a un massimo di 800 euro. L’assicurazione sanitaria è obbligatoria e va bene la tessera europea di assicurazione malattia. Se sprovvisti, è possibile attivare una copertura sanitaria tramite il Consiglio. In questo caso i tirocinanti pagano circa 13 euro al mese che corrispondono a un terzo del premio, per un totale di 65 euro.

La vera novità di quest’anno è il Positive Action Programme per tirocini con rimborso spese per i disabili. In questo caso i criteri di selezione sono identici, tranne che per l’aggiunta di un documento che certifichi la disabilità e che va caricato durante la compilazione dell’application form. «I posti a disposizione quest’anno sono tre», spiega Tamàs Zahonyi, capo dell’ufficio tirocini, alla Repubblica degli Stagisti: «Oltre al rimborso spese mensile gli stagisti con disabilità riceveranno un’indennità di invalidità fino al cinquanta per cento della borsa di tirocinio».

Il periodo di svolgimento è identico a quello degli altri tirocini e in aggiunta è previsto anche un “accomodamento ragionevole” che consenta alle persone con disabilità di svolgere un lavoro su una base di uguaglianza con gli altri. Per richiedere questo accomodamento bisogna inviare un messaggio all’indirizzo reasonable.accomodation [chiocciola] consilium.europa.eu subito dopo aver inviato la candidatura, indicando il nome completo e il numero ricevuto dopo la presentazione della domanda. Per “accomodamento ragionevole” si possono intendere svariate cose, tanto che sul sito si precisa che può essere «la fornitura o la modifica di attrezzature o dispositivi tecnici, l’adeguamento delle politiche o delle prassi» e non essendoci una soluzione valida per tutti ogni caso viene esaminato per sé.

Come accennato, gli italiani continuano ad essere quelli che più fanno domanda per questi stage: fin dall’avvio del programma, nel 2007, sono stati sempre al primo posto tra i richiedenti. Il picco si è registrato nel 2014, quando ben 2.558 delle 5.265 candidature arrivate sono state di italiani, pari a poco meno della metà del totale – il 49 per cento: un candidato su due era italiano. Numeri alti anche nel 2016 con 892 domande su 2.056 totali, pari al 43 per cento delle richieste.

Il nostro Paese supera tutti gli altri per numero di application.
Per gli stage che hanno preso il via in questi giorni, sul totale di 4.759 domande, l’Italia ne ha spedite ben 1.879, più di un terzo del totale, in testa davanti a Spagna e Francia, che la seguono a distanza con 540 e 384 application, pari a poco più dell’undici e dell’otto per cento. Il trend di domande è più o meno costante, visto che per il secondo round del 2019 le richieste italiane arrivate sono state 1.853, su un totale in questo caso ben più alto: 6.192.

Calcolando gli ultimi due periodi di stage, febbraio di quest’anno e settembre dello scorso anno, sul totale dei tirocini assegnati – 50 e 53 – gli italiani sono stati rispettivamente otto e sei. Un numero proporzionato rispetto al peso dei cittadini italiani sul totale dei cittadini europei, ma completamente sproporzionato rispetto alla quantità di candidati italiani rispetto a candidati di altri Paesi. Anche se
Tamàs Zahonyi, capo dell’ufficio tirocini, giura che «non ci sono quote nazionali e il Paese di provenienza non svolge alcun ruolo perché i tirocinanti sono selezionati in base al merito», è interessante notare come l'Italia con i suoi 60 milioni di abitanti rappresenti all'incirca il 14% dei cittadini europei (che sono più o meno 450 milioni), e guardacaso otto su cinquanta e sei su cinquantatré sia rispettivamente pari al 16 e all'11% del totale dei posti disponibili per questo programma di stage.

Non ci saranno forse quote nazionali ufficiali, insomma, ma nella realtà dei fatti gli italiani sembrano ottenere giusto giusto il numero di posti proporzionato alla incidenza della quota di cittadini italiani sul totale dei cittadini europei, e non certo proporzionato alla numerosità dei candidati – a meno che non vogliamo ipotizzare che i cv dei candidati italiani siano enormemente più scadenti di quelli dei candidati di altri Paesi, e ciò è improbabile.

«Negli ultimi sei anni, dal 2014 al 2020» aggiunge Zahonyi «gli italiani che hanno partecipato a questi tirocini sono stati in totale 94», distribuiti all’interno di tutti gli uffici del Segretariato generale del Consiglio dell’Unione Europea – che conta un totale di 3.204 dipendenti, di cui 1.724 donne e 1.300 uomini.

Nel secondo periodo di tirocinio del 2019 le nazionalità rappresentate nello stage sono state ventidue; i Paesi più rappresentati sono stati Francia, Italia e Germania. Forte la rappresentanza femminile, visto che su 63 tirocini totali c’erano ben 41 donne.

Da notare che
per questi stage non potranno più fare domanda i cittadini del Regno Unito, che peraltro «non sono ammissibili a partire dal secondo periodo di tirocinio di quest’anno, settembre 2020», spiega Zahonyi.

Attenzione perché c’è anche un altro tipo di tirocini presso il Consiglio dell’Ue: dieci posti che non prevedono rimborso spese ma includono la tessera mensa e l’assicurazione sanitaria interamente a carico del Consiglio europeo: sono i tirocini diretti agli studenti universitari, a partire dal terzo anno, che abbiano l’obbligo di uno stage durante gli studi e a quelli che devono fare ricerca per la tesi o il dottorato. In questo caso si ha però qualche chance in più visto che le domande per questo genere di tirocinio sono circa 150-200 per ogni periodo. 

I tirocinanti selezionati saranno contattati al più tardi in giugno, via mail. Ma anche gli esclusi riceveranno comunque un avviso sempre entro fine giugno e potranno eventualmente far domanda per il periodo successivo.

Come fare quindi per candidarsi? Bisogna innazitutto creare un account e, dopo, fare l’application. Sul sito è molto utile anche la sezione con tutte le faq, aggiornata al febbraio di quest’anno, in cui
tra le altre cose viene ricordato che non è necessario inviare alcun documento in questa fase. Molte altre le informazioni utili – ad esempio l’orario di lavoro, dalle 8.30 del mattino alla 17.30 con un’ora di pausa pranzo, e una stima delle spese che verranno anticipate prima dell’inizio del tirocinio: il volo aereo, l’assicurazione di viaggio e tra i 700 e i mille euro di deposito per l’affitto. Visto che il primo pagamento arriverà l’ultimo giorno del mese, si ricorda anche che «bisogna essere pronti a spendere tra i 450 e i 600 euro di fitto e consumi, 200 euro di cibo, 55 di trasporto pubblico, tra i 50 e i 100 per spese varie a cui si aggiungono circa 100-150 euro di cene fuori, viaggi etc». Spese solo indicative, si precisa, ma che danno l’idea di quanto si anticiperà.

Ma che cosa fa uno stagista al Segretariato? Tutto è spiegato sul sito, con l’aggiunta di una nuova sezione dedicata alle testimonianze degli ex stagisti in cui qualcuno racconta cosa ha imparato e altri danno consigli ai futuri stagisti. In più il Consiglio ha pubblicato quest’anno un nuovo documento dove per ogni dipartimento un ex stagista spiega cosa ha fatto e perché raccomanda proprio quel settore.

Insomma, avere la fortuna di essere selezionati per il tirocinio sembra essere un’esperienza che a molti cambia la vita – anche se, è bene ricordarlo, non garantisce assolutamente un eventuale lavoro all’interno dell’Unione europea. Ma il clima internazionale, il buon rimborso spese e un’esperienza di tutto rispetto nel curriculum spingono ancora tanti a tentare questa carta.

Marianna Lepore

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