
Marianna Lepore
Scritto il 26 Ago 2025 in Storie
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Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito all'RdS network. Di seguito quella di Silvia Bruschetta, 24 anni, oggi con un contratto a tempo indeterminato in Bip.
Sono nata a Palermo, dove dopo il diploma scientifico mi sono iscritta nel 2018 alla facoltà di Ingegneria gestionale. Dopo la laurea triennale ho proseguito con la specialistica in Management Engineering laureandomi a ottobre del 2023. Ho scelto questa specializzazione perché rappresentava la naturale prosecuzione del mio percorso di primo livello – urante il corso, infatti, abbiamo approfondito argomenti già introdotti nella triennale – e anche perché era altamente consigliata da altri ex studenti.
Durante la specialistica ho partecipato al progetto “Just Smart”, mirato all’analisi dell’arretrato degli uffici giudiziari della Sicilia occidentale e al monitoraggio del lavoro degli addetti all’Ufficio per il Processo, con l’obiettivo di proporre alcune best practices per ridurre l’arretrato. Si trattava di una borsa di ricerca finanziata dal Pnrr, con un compenso mensile di circa 900 euro per dieci mesi. Ci siamo occupati di mappare il processo attuale e di ipotizzare un processo ideale con l’introduzione di best practices.
Avevo scoperto questo progetto grazie ad una email inviata a tutti gli studenti. Dopo c’è stata una riunione per fornire tutti i dettagli e spiegare meglio come funzionava l’iniziativa. Ho sostenuto un colloquio con tre professori e sono stata selezionata. Non avevamo orari fissi di lavoro, ci organizzavamo autonomamente in base agli impegni accademici, adattandoci agli orari delle lezioni universitarie. Il progetto è iniziato a maggio 2022 e si è concluso ad agosto 2023. Alcune attività si svolgevano nei tribunali, dove avevamo l’opportunità di intervistare magistrati o addetti degli Uffici di Prossimità. In altre occasioni, invece, organizzavamo riunioni virtuali su Teams per discutere e coordinare il lavoro.
Dopo la laurea specialistica ho iniziato un master in Energy Management presso il Politecnico di Milano, grazie a una borsa di studio messa a disposizione da Bip per gli studenti dell’università di Palermo che copriva integralmente il costo del corso. Il settore dell’energia mi aveva sempre affascinato, anche se andava oltre i miei studi iniziali: lo considero molto attuale, soprattutto per la questione della transizione energetica e l’uso delle energie rinnovabili. Mi sono quindi trasferita a Milano, e fortunatamente l’inserimento nella nuova città è stato meno difficile del previsto. Anche i miei fratelli vivono nei dintorni, a Lissone, mia sorella è insegnante e lavora a Sesto Primo Maggio, mentre mio fratello è ingegnere e lavora in un’azienda vicino Lecco: quindi ho sempre avuto un punto di riferimento familiare vicino e non mi sono mai sentita sola. Inoltre, alcuni dei miei colleghi universitari si sono trasferiti per lavoro a Milano e solo due settimane dopo di me è arrivato come il mio fidanzato, e questo ha reso l’adattamento ancora più semplice.
Trasferirmi al nord era già nei miei piani, indipendentemente dal master, perché cercavo migliori opportunità lavorative. Il master è stato solo un’occasione per anticipare il cambiamento! Il primo anno a Milano ho vissuto in un appartamento condiviso con altre due ragazze, ora invece vivo con il mio ragazzo: le spese sono oscillate tra i 700 e i 600 euro al mese di affitto.
Ho conosciuto Bip quindi grazie al master in Energy Management. Penso sia un corso estremamente valido e ha rispettato pienamente tutte le mie aspettative: gli argomenti sono trattati in modo approfondito e con grande competenza grazie a professori eccellenti che hanno spiegato chiaramente le tematiche più importanti e attuali del settore energy. Eravamo ventidue partecipanti in totale, di cui purtroppo solo cinque ragazze.
Poi sono stata scelta per lo stage affrontando una selezione in tre fasi: un primo colloquio con il dipartimento risorse umane, un secondo con un manager e il terzo con un director. A quel punto sono stata selezionata e ho cominciato il tirocinio di quattro mesi, da metà giugno del 2024 fino a metà ottobre.
Durante lo stage mi sono occupata principalmente di attività di Project Management Office con un rimborso spese mensile di 800 euro. Il mio primo giorno di stage è stato anomalo perché non ho cominciato il lunedì, come tutti, ma su mia richiesta il martedì! Quindi non ho fatto la classica giornata di induction, che ho recuperato la settimana seguente. Arrivata in sede mi sentivo un po’ spaesata, ma il mio manager mi ha subito contattata per presentarsi e per suggerirmi con chi parlare per avere un allineamento. Ho quindi raggiunto una collega presso la sede di un cliente, e lei mi ha spiegato le attività che avrei dovuto svolgere. Sia il team sia il mio manager mi hanno accolto bene, mostrando grande disponibilità nello spiegarmi i dettagli del progetto attraverso sessioni di formazione specifiche.
Al termine dello stage mi è stato offerto un contratto a tempo indeterminato: mi sento sicuramente fortunata, perché so bene che in Italia non è facile ottenere un contratto di questo tipo soprattutto a soli ventiquattro anni! E infatti non tutti i miei ex compagni di università o scuola con cui sono in contatto hanno raggiunto questo tipo di stabilità lavorativa.
Da fine ottobre dello scorso anno ho cominciato con i miei nuovi compiti: al momento mi occupo di supporto alle attività di PMO, aiutando il cliente nell’organizzazione di alcune fasi chiave del progetto. Inizio la giornata controllando il calendario e le riunioni previste, molte delle quali ricorrenti, poi annoto le attività da svolgere e procedo a completarle negli spazi tra una riunione e l’altra, tenendo conto delle scadenze. La mia RAL annuale è di circa 27.700 euro. Sto acquisendo competenze nella gestione dei progetti e nel soddisfare le esigenze del cliente.
In Bip lavoro anche in smart working, ma devo dire che non è la mia modalità di lavoro preferita. Mi sento decisamente più produttiva quando sono in ufficio o presso la sede del cliente. Certo ne riconosco i punti di forza: una grande flessibilità nell’organizzazione della giornata, permettendo di gestire gli impegni lavorativi in modo più autonomo. Un altro aspetto positivo è il risparmio di tempo, soprattutto per quanto riguarda gli spostamenti: evitare il tragitto casa-lavoro consente di avere più tempo a disposizione da dedicare al lavoro stesso o ad altre attività personali.
Vorrei continuare a lavorare nel settore dell’energia perché lo considero in crescita e ricco di opportunità. Mi sento ancora all’inizio del mio percorso professionale e, dopo anni di studio, ho voglia di applicare concretamente le mie conoscenze. Il fatto che Bip abbia una sede in Sicilia è sicuramente un’opportunità che tengo in considerazione, e l’idea di tornare a vivere lì in futuro mi attira molto: mi piacerebbe riuscire un giorno a riavvicinarmi alla mia terra d’origine. Ora, però, sto costruendo la mia carriera qui e voglio sfruttare al massimo le opportunità di crescita professionale che questa città può offrire.
Per fortuna oggi ho un contratto di lavoro e prima avevo una borsa di studio, altrimenti i costi elevati di una città come Milano sarebbero insostenibili. E questo è uno dei principali problemi in Italia del mondo dello stage: il basso compenso mensile, soprattutto per chi deve trasferirsi e sostenere anche un affitto. E poi penso che la durata degli stage, solitamente di sei mesi, potrebbe essere ridotta se si riscontra che il candidato acquisisce in fretta competenze adeguate.
Testimonianza raccolta da Marianna Lepore
Foto in alto a sinistra: di NuclearNiranjan da wikimedia in modalità Creative Commons
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