Servizio civile, in Finanziaria fondi per 36mila opportunità per il 2019. Le associazioni: «Non basta»

Rossella Nocca

Rossella Nocca

Scritto il 29 Gen 2019 in Notizie

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Il 15 gennaio sono partiti i primi 19mila volontari 2019 del servizio civile, selezionati attraverso il bando dell'estate 2018. Ma la partita dei finanziamenti per l'edizione dell'anno venturo non è ancora chiusa. Per effetto del maxi emendamento alla legge di stabilità, che ha previsto un fondo aggiuntivo di 50 milioni, la somma destinata al servizio civile 2019 è salita a 198 i milioni di euro. Che tuttavia sono ancora troppo pochi.

«Meno di 200 milioni saranno sufficienti per appena 35mila volontari in Italia e 1.000 all’estero, al di sotto dei 53mila avviati nel 2018 e ben lontano dalle oltre 110mila domande presentate», si legge nel comunicato stampa diffuso lo scorso 3 gennaio dalla Conferenza nazionale enti servizio civile (Cnesc), dal Forum nazionale servizio civile e dalla Rappresentanza nazionale dei volontari.

«Aver ottenuto un finanziamento aggiuntivo, visto anche quello che sta succedendo al terzo settore e alle altre politiche giovanili, non è disprezzabile» ammette alla Repubblica degli Stagisti Licio Palazzini, presidente della Conferenza nazionale enti servizio civile: «Ma ci saremmo aspettati quantomeno la conferma dei 94 milioni richiesti dal Movimento 5 Stelle e non un loro dimezzamento». 

La Repubblica degli Stagisti ha chiesto più volte di poter intervistare il sottosegretario Vincenzo Spadafora in merito allo stanziamento di nuovi fondi, purtroppo senza successo. L’unico intervento in merito è stato quello in audizione alle Commissioni riunite Affari costituzionali, Lavoro e Affari sociali, dove Spadafora ha assicurato che «I 200 milioni sono un punto di partenza ma abbiamo la certezza, usando fondi residui e la collaborazione di altre istituzioni, di poter garantire anche quest’anno il servizio cercando di incrementarlo rispetto all’annualità precedente». Tuttavia regna ancora l’incertezza sui dettagli dei nuovi finanziamenti.

«Più volte in campagna elettorale è stata sottolineata da parte del governo l’attenzione ai giovani. E quella stessa popolazione» commenta Giovanni Rende, uno dei quattro rappresentati dei volontari nella Consulta nazionale servizio civile «soprattutto meridionale, che il 4 marzo ha dato larga fiducia al governo, è la principale destinataria della misura del servizio civile e ora merita di avere una risposta»

Secondo Rende il servizio civile va preservato «non solo in quanto misura di politica giovanile, ma in quanto uno strumento che i giovani hanno per rendere un servizio al paese, che va a integrare il servizio pubblico ad un costo molto più basso. Per questo l’ideale sarebbe dare la possibilità a tutti i giovani che lo richiedono di farlo».

Ma le incertezze degli operatori del settore non riguardano solo il fattore economico. C’è preoccupazione agli aspetti organizzativi dell’attuazione della riforma del servizio civile, che il Dipartimento, con l’organico attuale, difficilmente riuscirà a fronteggiare a dovere. 

«Il Dipartimento ha due sezioni» spiega Enrico Maria Borrelli, presidente del Forum nazionale servizio civile «ovvero l'Ufficio giovani e l'Ufficio servizio civile. Quest’ultimo ha una dotazione di 85 unità, ed è sotto organico di 15. Rispetto alla mole enorme di attività che gestisce – 6mila progetti solo nel bando annuale – è un ufficio troppo piccolo, e ci sono funzioni, come le ispezioni e il monitoraggio, impossibili da adempiere. Per questo chiediamo di cercare di riorganizzare gli uffici e di destinarvi nuove risorse qualificate».

«Non abbiamo ancora capito quando e come il Dipartimento della gioventù e del servizio civile intenda passare dalla progettazione annuale alla programmazione triennale» aggiunge Palazzini: «Dal 2016 ne chiediamo una sperimentazione: riteniamo opportuno che una parte di risorse sia destinata a sperimentare la programmazione triennale e un'altra, importante, resti sulla progettazione annuale».

Negli anni passati «il dialogo con governo e Dipartimento era più frequente, aperto e diretto ed eravamo al corrente delle decisioni governative e di come le risorse sarebbero state individuate», lamenta il presidente del Forum, «mentre oggi siamo davanti a un’interlocuzione pressoché inesistente. Per questo chiediamo che sia aperto un confronto permanente con il mondo del servizio civile».

«I fondamentali del servizio civile sono solidi e positivi» gli fa eco Palazzini, «ma perché migliorino bisogna che giovani, enti del terzo settore, comuni e regioni siano chiamati a lavorare insieme al Dipartimento o si rischia di compromettere la qualità delle esperienze».

Intanto con l’avvio un paio di settimane fa dei primi percorsi di servizio civile del 2019 sono entrate in vigore alcune novità, come la maggiore tutela dei volontari studenti e delle madri attraverso la previsione di permessi extra per sostenere gli esami universitari per i primi e di ore di riposo aggiuntive per le seconde, nonché il riconoscimento del lavoro dei rappresentanti dei volontari come effettivo servizio. Novità che rendono il servizio civile più al passo con i tempi e con le esigenze del contesto attuale, nonostante le incognite che ad oggi vive il sistema. 

Rossella Nocca

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