Ilaria Mariotti
Scritto il 31 Dic 2021 in Notizie
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Sono 56.205 i posti messi a disposizione dall'ultimo bando del Servizio civile, pubblicato un paio di settimane fa. Volontari, si legge nel bando, «da impiegare in 2.818 progetti, afferenti a 566 programmi di intervento di Servizio civile universale, in Italia, all’estero, nei territori delle regioni interessate dal PON-IOG «Garanzia Giovani» e per la sperimentazione del Servizio civile digitale.
Un buon numero, «uno dei più alti degli ultimi anni» è il commento con la Repubblica degli Stagisti di Enrico Maria Borrelli, presidente di Amesci e Forum servizio nazionale. L'auspicio sarebbe crescere ancora con le posizioni disponibili perché con il finanziamento attuale – pari a 250 milioni – restano fuori almeno 20mila giovani interessati ai progetti già approvati dal Dipartimento politiche giovanili e servizio civile universale.
Uno scarto che si sarebbe potuto coprire investendo 100 milioni di euro in più. «Lo abbiamo segnalato come si fa di consueto quando è in approvazione la legge di Bilancio» afferma Borrelli. Significherebbe «accrescere le opportunità per i giovani che vogliono partecipare ai percorsi», e arrivare così a «impegnare circa 76mila ragazzi». Le cui richieste sono stabili da qualche anno, «attorno alle 100mila a ogni tornata». Anche se purtroppo a crescere sono i casi di chi si ritira: «Abbiamo un tasso di abbandono leggermente superiore a prima, ma è difficile dire se sia frutto della pandemia» riflette Borrelli. È più «un fatto generazionale, i giovani sono come più timorosi e hanno ripiegato su una socialità più ristretta, che è quella che si trova sul web».
Nel frattempo le condizioni offerte dal servizio civile sono rimaste immutate: dodici i mesi di servizio, disponibili per giovani dai 18 ai 28 anni con la cittadinanza europea e la fedina penale pulita. Talvolta, a seconda dei progetti, «possono essere indicati dagli enti titolari ulteriori specifici requisiti oltre ai tre sopra indicati» sottolinea però il bando. Il rimborso è di 444,30 euro mensili, a cui potrebbero aggiungersi circa 15 euro di indennità giornaliera per chi svolgerà il servizio all'estero. Non solo l'Italia è infatti tra i paesi di destinazione, che comprendono invce anche Albania, Argentina, Bolivia, Bosnia, Bulgaria, India, Kenya, Libano, Mozambico, Portogallo, Repubblica Ceca, Regno Unito e Spagna.
I settori dei progetti – tutti suddivisi tra associazioni del terzo settore e comuni e enti locali – spaziano dall'assistenza alla popolazione più fragile, all'ambientalismo, la promozione della cultura, la protezione civile e la cooperazione internazionale. Tanto per fare alcuni esempi (i progetti sono quasi 3mila), se si sceglie di partecipare a un progetto afferente alla protezione dell'ambiente, si potrà optare per iniziative relative al monitoraggio delle acque e dell'aria o alla salvaguardia dei parchi. Se la scelta cade sull’assistenza, ci si potrà occupare di assistenza ai disabili, migranti o pazienti affetti da patologie invalidanti.
Quest'anno si è aggiunta anche una novità, perché mille dei posti finanziati saranno dedicati al servizio civile digitale, con progetti che si occuperanno di «avvicinamento, facilitazione ed educazione digitale per l’ottimizzazione della transizione». L'obiettivo è, si legge sul sito, «rafforzare le competenze digitali, con la possibilità di aiutare anche altri a essere autonomi rispetto all'uso di Internet e dei servizi digitali».
Ci si candida online con le credenziali Spid, con una scadenza piuttosto stretta: il prossimo 26 gennaio. Un periodo forse troppo corto considerando che di mezzo ci sono le festività, e che rischia di non essere sufficiente per svolgere le selezioni; tanto che, chiarisce Borrelli, alla ministra per le politiche giovanili Dadone verrà avanzata la richiesta di chiederemo una proroga. Anche perché le selezioni possono allungarsi a seconda del numero delle domande di partecipazione dei candidati. È sempre prevista infatti la valutazione, tramite apposite commissioni, di titoli e esperienze curriculari dichiarate in sede di presentazione dell'istanza. A cui fa seguito un colloquio.
La pandemia peraltro è ancora in atto, per cui «non si esclude che i progetti, in fase di attuazione, possano essere soggetti a rimodulazioni temporanee» avvisa il bando. Rimodulazioni che saranno «sia con riferimento alle modalità operative (privilegiando ad esempio le modalità da remoto per la formazione e per lo stesso servizio) sia, laddove la situazione lo rendesse necessario, attraverso una modifica degli obiettivi o delle sedi progettuali originarie».
Ilaria Mariotti
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