Come tutti gli anni, sul finire dell’estate il governo ha pubblicato il bando per le selezioni per il Servizio civile, che rimarranno aperte fino al 10 ottobre. Il nuovo bando si riferisce – per il momento – a 39.181 volontari, ossia più di 13mila in meno di quelli del 2018. La flessione è figlia di una minor disponibilità di risorse. A oggi infatti sono stati stanziati soltanto 232 milioni di euro contro i 300 del 2018. Una cifra che, oltre a non permettere di avvicinarsi ai 53mila (quasi) record dello scorso anno, non è risultata sufficiente per arrivare a quota 41mila, ossia il numero di volontari di cui aveva parlato nella scorsa primavera il dipartimento dedicato al Servizio Civile.
Lo scorso 3 agosto il consiglio dei ministri aveva in realtà approvato un disegno di legge che autorizzava lo stanziamento di altri 70 milioni che avrebbero permesso di avvicinare i numeri del 2018: ma in mezzo c’è stata la crisi di governo e resta ancora da capire quando e se lo stanziamento effettivamente avverrà.
Ma veniamo all’analisi del bando al momento aperto. Come ogni anno l’iniziativa si rivolge a ragazzi e ragazze tra i 18 e i 28 anni, che siano cittadini italiani, di altri paesi dell’Unione Europea o extracomunitari con regolare permesso di soggiorno, e che non abbiano riportato condanne penali (anche non definitive) particolarmente gravi. Il servizio civile può essere svolto una sola volta nella vita e unicamente presso enti pubblici o privati no-profit accreditati. Non è però possibile svolgerlo presso un ente con cui si abbia in corso un rapporto di lavoro o di collaborazione retribuita a qualunque titolo, oppure con cui si abbia avuto rapporti di questo genere superiori a tre mesi nei dodici mesi precedenti alla pubblicazione del bando. A seconda dei vari progetti che si possono svolgere, il servizio civile può durare otto o dodici mesi, con monte orario annuo, rispettivamente, di 765 o 1175 ore.
Dei 39mila posti messi in pallio con il bando di quest’anno, 20mila circa riguardano 1.454 progetti «ordinari» in Italia, mentre altri 16mila si riferiscono ad altrettanti progetti «ordinari» da svolgersi nel nostro paese ma presentati da enti iscritti negli albi regionali (nel Trentino-Alto Adige c’è un bando sia per la provincia di Trento sia per quella di Bolzano).
C’è spazio anche per i progetti all’estero, anche se in misura assai minore rispetto a quelli italiani: sono solo 130, in cui saranno impegnati 951 volontari.
Come l’anno scorso, inoltre, il bando prevede anche dei «progetti con misure aggiuntive» – ossia progetti che prevedono un periodo di servizio, da uno a tre mesi, in un altro paese dell’Unione Europea o un periodo di tutoraggio (sempre della stessa durata) finalizzato a facilitare l’accesso al mercato del lavoro dei volontari, oltre che, più genericamente, modalità e strumenti per favorire la partecipazione ai progetti di servizio civile universale dei giovani con minori opportunità. Le specifiche «misure aggiuntive» sono individuate di volta in volta nei vari progetti dagli enti organizzatori.
Per esempio il bando della Protezione Civile Gruppo Lucano – il soggetto che accoglie più volontari (50) tra quelli che propongono questo genere di misure – prevede un forte coinvolgimento di giovani con minori opportunità economiche, che si dovranno occupare della preparazione e della verifica delle procedure per gestire le fasi di pre-allerta, allerta e intervento emergenziale con riguardo alla prevenzione del rischio idrogeologico in Basilicata. Rispetto allo scorso anno, i volontari coinvolti in questo genere di progetti – che allora erano una novità – sono quasi raddoppiati, passando da 1.236 a 2.196. Un dato che indica il gradimento per una sperimentazione introdotta lo scorso anno e pensata, soprattutto, per connettere i volontari del servizio civile con il mondo del lavoro.
Al prescindere dai progetti con «misure aggiuntive», il servizio civile svolge ormai da qualche tempo un importante ruolo di collante tra i giovani e il mondo del lavoro, che si è riflesso nella crescita del numero di volontari degli ultimi anni. Il servizio civile è infatti un’importante esperienza formativa, grazie a cui i giovani possono entrare in contatto con diverse realtà professionali, soprattutto nel sociale.
Da non sottovalutare è, inoltre, l’aspetto del rimborso spese, considerato uno dei punti vincenti del servizio civile. A tutti i volontari, infatti, viene riconosciuto un contributo di 439,50 euro al mese – leggermente superiore rispetto allo scorso anno – cui va sommato il rimborso per le spese del viaggio iniziale che spetta ai volontari selezionati per un progetto che ha sede in un comune diverso da quello di residenza. Non è una cifra elevata, ma è comunque un importo significativo considerando che lo svolgimento del servizio civile non comporta un impegno full-time – in genere si tratta di 25 ore a settimana, salvo i monte orari annuali citati sopra – non porta alla sospensione dell’iscrizione alle liste di mobilità o alle liste di collocamento e, generalmente, non è incompatibile con altre attività.
Ancor meglio per chi decide di fare il servizio civile all’estero: in questo caso al contributo fisso di 439,50 euro vanno aggiunti vitto e alloggio oltre ad un’indennità fissa giornaliera, che varia a seconda del «costo paese» in cui i volontari sono impiegati. Questa indennità è di 13 euro per l’Europa occidentale, il Nord America e il Giappone, 14 euro la Russia, Est Europa, Asia ed Oceania, e 15 euro per Africa, Sud-est asiatico, Centro e Sud America. Altri vantaggi per chi fa il servizio civile sono la sua riscattabilità a fini previdenziali e la sua validità per i concorsi pubblici.
Tra gli enti che offrono più opportunità nei progetti ordinari ci sono Arci Servizio Civile, Caritas, Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze), Avis (Associazione volontari italiani sangue) e Uiciechi (Unione Italiana dei ciechi e degli ipovedenti), che organizzano diversi progetti in tutta Italia. È possibile consultare gli elenchi completi collegandosi a questa pagina.
Per quanto riguarda la presentazione delle candidature, da quest’anno la procedura è cambiata. Ci si può candidare soltanto attraverso la piattaforma Dol (Domanda Online), a cui si può collegare da qui o attraverso questo sito. Si può accedere alla piattaforma solo attraverso Spid (Sistema di Identità Digitale) o con le credenziali fornite dal dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale. C’è tempo fino alle 14 del prossimo 10 ottobre. Le selezioni saranno compiute dall’ente organizzatore del progetto a cui ci si sta candidando secondo criteri stabiliti dalla legge. È importante, infine, ricordare che non ci si può candidare a più progetti contemporaneamente, pena l’esclusione da tutte le selezioni.
Giulio Monga
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