Futuro assicurato per Vanessa in Everis: «investimento e fiducia sin dal primo giorno di stage»

Annalisa Di Palo

Annalisa Di Palo

Scritto il 24 Mag 2015 in Storie

Non mi sono mai sentita l'ultima ruota del carro: vedevo la volontà di investire su di me

 

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa del Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito all'RdS network. Di seguito quella di Vanessa Colella, 26 anni, assunta a tempo indeterminato nel settore assicurativo di Everis, a Roma.

Sono Vanessa e ho quasi 26 anni. Sono nata e cresciuta a Roma, dove ho frequentato il liceo scientifico e una volta diplomata, nel 2008, mi sono iscritta alla facoltà di Scienze statistiche - ora Ingegneria dell’informazione, informatica e statistica -  alla Sapienza. La scelta del corso di laurea è stata istintiva, ma non me ne sono mai pentita; lo stesso vale per quella del curriculum formativo al suo interno, prettamente assicurativo e finanziario. Nell’ottobre 2011 ho quindi concluso la triennale e a marzo 2014 ho ottenuto la laurea specialistica in Scienze attuariali e finanziarie con una tesi sulla gestione del longevity risk, con cui ho ottenuto la votazione di 110/110. Questo corso biennale penso sia uno dei più formativi in Italia, e con ottimi sbocchi; due anni fa gli iscritti erano davvero pochi, somigliavamo più ad una classe di liceo.

Le mie esperienze lavorative fino a quel punto erano state come cameriera e babysitter, sin dai primi anni delle superiori; ho anche scritto per un blog televisivo, ma rientrava tra i miei interessi, come pure il teatro. Subito dopo essermi laureata ho inviato il mio curriculum a diverse società del settore, ma Everis è capitata per caso. Dopo un paio di settimane dalla discussione della tesi ho ricevuto una chiamata, probabilmente su segnalazione dell’università, e sono stata invitata in azienda per un colloquio individuale con uno dei manager dell’area Assicurazioni, e per un test di inglese. Poi, dopo appena una settimana, ho ricevuto una lettera di offerta per uno stage di massimo sei mesi con finalità di assunzione e un rimborso spese di 750 euro lordi mensili, più buoni pasto.

Nel frattempo ero stata contattata da altre società ma ai colloqui avevo notato un comune denominatore: le persone che mi trovavo di fronte pretendevano che io già sapessi cosa volevo fare nella mia vita. Può sembrare sciocco, ma credo che sia una pretesa eccessiva per un ragazzo appena uscito dall’università. Con la scelta del corso di laurea si sceglie una strada, è vero, ma è talmente piccolo il mondo universitario rispetto alla realtà lavorativa che una volta fuori ci si rende conto che da quella strada se ne diramano tante altre, molte sconosciute. Quello che a mio parere deve offrire una società ai giovani che abbiano terminato gli studi non è solo un posto di lavoro, ma anche la libertà e il diritto di poter sbagliare. Ed quello che Everis ha offerto a me, chiedendomi non tanto di saper fare qualcosa, ma di avere la voglia di farlo. E un ragazzo fresco di studi ha tutta la voglia e l’entusiasmo di fare.

Così, aiutata anche dai pareri letti sulla Repubblica degli Stagisti, ho accettato la proposta di Everis, e a maggio 2014 ho iniziato lo stage. Sono stata inserita in un progetto per uno dei principali clienti del ramo assicurativo dell’azienda, prima con mansioni tecniche specifiche, poi con un ruolo più organico. Dopo tre mesi però mi è stata fatta una proposta che pochissimi neolaureati di oggi si sentono fare: un’assunzione con contratto a tempo indeterminato, con una retribuzione lorda annua di quasi 24mila euro, buoni pasto da 8,50 euro e assicurazione sanitaria.

Oggi, a un anno dal mio primo giorno in Everis, non soltanto sento di aver imparato molto, ma riconosco l’investimento che l'azienda sta facendo su di me. Ho seguito costosi corsi formativi a spese dell’azienda e ho avuto modo di capire davvero quello che ho studiato all’università. Ho trovato un ambiente giovane e accogliente sin dal primo giorno di stage, non mi sono mai sentita l’ultima ruota del carro, e soprattutto vedevo l’intenzione di un rapporto a lungo termine. Il mio stage, il primo e unico, non è stato un tappabuchi.

Oggi, vivendo a Roma con la mia famiglia, non ho avuto la necessità né la fretta di andare a vivere da sola, ma non appena ne sentirò il bisogno so che il mio lavoro mi darà la possibilità di farlo. Non è facile essere un giovane in cerca di lavoro, ma mostrarsi determinati, motivati ad imparare, e convinti delle proprie capacità, anche di quelle non tecniche, aiuta. Sempre che dall'altra parte ci sia qualcuno pronto a riconoscere queste qualità.

Testimonianza raccolta da Annalisa Di Palo

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