Compensi, probabilità di assunzione, policy: una grande ricerca fa luce su come funzionano gli stage – anche i curricolari!

Scritto il 25 Giu 2019 in Notizie

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Il tirocinio è lo strumento in assoluto più utilizzato, negli ultimi anni, come politica attiva del lavoro. Ma come viene utilizzato? Quali sono le procedure, le policy, le condizioni offerte gli stagisti, i risultati occupazionali? Il Comune di Milano ha deciso di dedicare un approfondimento a questo tema e l’ha affidato a Eleonora Voltolina, la giornalista fondatrice della testata giornalistica online Repubblica degli Stagisti. Il risultato è una mappatura che è arrivata a coinvolgere quarantadue soggetti promotori attivi sul territorio di Milano, e a censire complessivamente 73mila tirocini, tutti attivati nel corso del 2017 da università, agenzie per il lavoro, associazioni, fondazioni, consorzi.

stage lavoroI risultati sono stati presentati oggi a Milano nel corso di “Best Stage”, l'evento annuale della Repubblica degli Stagisti dedicato all'occupazione giovanile. 

“Il Comune torna a porre l'attenzione sull'accesso al lavoro per i giovani e sullo strumento dello stage” ha detto Cristina Tajani, assessora al Lavoro. E Milano si conferma effettivamente capitale degli stagisti: con 11mila tirocini extracurricolari avvenuti sul territorio del Comune e oltre oltre 5.600 nell’area della Città metropolitana, il totale è quasi 17mila tirocini extracurricolari che hanno avuto luogo nel 2017 a Milano e che la mappatura è riuscita a tracciare.
 A questi vanno sommati i 10mila curricolari attivati sempre nel 2017 a Milano città e i 4mila curricolari della Città metropolitana, per un totale di 14mila.

17mila più 14mila significa un piccolo esercito di 31mila persone che nel 2017 hanno fatto uno stage a Milano. E attenzione, si tratta di un numero per difetto, perché la mappatura ha raccolto i dati di molti soggetti promotori, ma non di tutti! Dunque questo numero è, per così dire,  “prudenziale”.

Tra i risultati più importanti, il focus su quelli curriculari, per i quali non esiste nessuna rilevazione sistematica ufficiale e che quindi rimangono sempre nell’ombra. Questa mappatura ha permesso invece di censire oltre 22mila tirocini di questo tipo avviati nel 2017: in particolare 21mila sono quelli attivati dalle università ubicate sul territorio di Milano (tutte tranne la Bicocca hanno partecipato alla mappatura).



Lo spaccato sui tirocini curriculari permette di capire meglio come le università e gli altri enti formativi gestiscano questi percorsi “on the job” per i propri studenti. In oltre il 70% dei casi gli stagisti curricolari hanno meno di 25 anni. Dei 22mila mappati, oltre 7.500 erano studenti di triennale, quasi 12mila studenti di specialistica, e poco più di 2mila allievi di master o dottorati.



Poiché i tirocini curricolari si  svolgono durante periodo di studi, spesso potrebbe essere utile avere una formula “part-time” che consentisse al giovane di non dover interrompere completamente l'attività di studio. Purtroppo la modalità part-time non è ancora così diffusa: ha riguardato solo il 15% circa degli stage curricolari mappati.



C’è poi l’importante tema della sostenibilità economica. Fermo restando che per i curricolari non vige l’obbligo di erogare una indennità mensile, come invece accade per gli extracurricolari, quanto spesso gli stagisti curricolari ricevono una indennità mensile? 
Il 38% dei partecipanti alla mappatura purtroppo non monitora questo aspetto: questi soggetti promotori non hanno dunque idea se i loro tirocinanti curricolari ricevano o no un compenso.
 Stando alle risposte di chi monitora, purtroppo i tirocini curricolari sono ancora il più delle volte gratuiti (nel 90% dei casi in Statale, nel 100% in Formaprof e Cnos).

Altro aspetto, la probabilità di assunzione post stage. Premesso che i curricolari non hanno come principale obiettivo quello dell’inserimento lavorativo, non bisogna però dimenticare che vengono abitualmente inquadrati come “curricolari” anche un gran numero di stage finalizzati alla redazione della tesi di laurea (i cosiddetti “stage per tesi”): e quando un tirocinio curricolare viene effettuato da un laureando la prospettiva di assunzione post stage acquisisce una certa rilevanza.

 Ciononostante, solamente il 30% dei soggetti promotori monitora la percentuale degli stage curricolari che si trasformano in contratto di lavoro: e tra questi nessuna delle istituzioni universitarie milanesi.



Il focus sulla extracurriculari, invece, permette di tracciare quei tirocini che vengono svolti dopo aver completato gli studi: dalla mappatura emerge che quasi un quarto degli stage extracurricolari viene effettuato da persone che hanno smesso di studiare da oltre tre anni. 
Qui giocoforza gli stagisti sono più “vecchi”: hanno nel 13% dei casi meno di vent'anni; c'è poi un 37% di giovani tra i venti e i venticinque anni, un 35% tra i ventisei e i trentacinque anni, e un 15% di over 35.

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n media i gli stage extracurricolari durano di più rispetto ai curricolari. La durata più frequente – 42% del totale – è quella dei classici sei mesi, ma poi c'è una percentuale molto significativa di stage tra i sei e gli undici mesi (12%) e ancor più significativa di stage di un anno (21%).

Ai soggetti promotori che hanno partecipato alla rilevazione è stato anche chiesto di dare un voto ai soggetti che materialmente ospitano gli stagisti. Il risultato? Le piccole aziende non sembrano molto ferrate su cosa sia una stage - prendono quattro e mezzo su questo punto - ma fanno un po’ meglio sul fronte dell’attenzione dedicata ai tirocinanti, arrivando a un 6,4. Gli enti pubblici, sia centrali sia locali, prendono voti molto bassi (sei risicato) per quanto riguarda l’attenzione verso lo stagista, ma vanno meglio quando ad essere valutata è consapevolezza su cosa sia uno stage. 

In entrambe le valutazioni, il punteggio più alto viene ottenuto dalle grandi imprese: sembra quindi che in questo tipo di realtà lo stage venga utilizzato meglio, con più cognizione di causa e cura verso la qualità formativa dei percorsi offerti ai tirocinanti.

Ma mancano alcune informazioni importanti: sono davvero pochi i soggetti promotori che monitorano l'entità delle indennità ricevute dai propri stagisti, e l'esito occupazionale degli stage – sia nella modalità dell'assunzione diretta da parte dell'azienda che ha ospitato il tirocinante, sia nella circostanza indiretta e cioè quando una persona che ha appena terminato un tirocinio viene assunta da un'altra parte, presumibilmente per le competenze apprese proprio durante il periodo di stage. Come ha ricordato anche Maurizio Del Conte – giuslavorista e già presidente dell'Anpal – durante la presentazione dei risultati, incrociando le informazioni delle Cob (le comunicazioni obbligatorie) con il codice fiscale delle persone che hanno fatto un tirocinio il risultato occupazionale si potrebbe tracciare senza troppe difficoltà. Perché, allora, lo si fa così poco? 


A proposito invece di indennità mensile: l’introduzione di questo obbligo, avvenuta a partire dal 2012-2013, era stata a lungo osteggiata: i detrattori sostenevano che avrebbe finito per far ridurre il numero di opportunità di stage a disposizione dei giovani. Ma oltre ai dati diffusi ogni anno dal Ministero del Lavoro ora vi sono anche le voci dirette dei soggetti promotori: oltre il 90% di quelli che hanno partecipato alla mappatura ha confermato di non aver rilevato una diminuzione del numero di opportunità di tirocinio extracurriculare: anzi, oltre un terzo ha risposto addirittura che, al contrario, il numero di tirocini extracurricolari attivati è aumentato dopo il 2013.

Ma l'ammontare medio di queste indennità di stage non è alto. Il 41% dei tirocini extracurricolari mappati prevedeva una indennità inferiore a 500 euro al mese: e se è vero che per la normativa regionale lombarda fino a pochi mesi fa indennità inferiori a 500 euro non erano tecnicamente “illegali”, ciò non toglie che siano molto basse e non mettano gli stagisti in grado di mantenersi autonomamente in città care come Milano. Risulta poi un 37% di stage la cui indennità è collocata tra i 500 e i 750 euro al mese, e solamente un 22% che prevede un rimborso spese superiore ai 750 euro. 

Questo ovviamente è un problema, sopratutto se lo si mette in relazione al dato sui tirocinanti “fuori sede”, pari in generale al 27%, che devono affrontare oltre a tutto il resto anche il costo di un alloggio in affitto.

Questa mappatura rappresenta un aggiornamento e ampliamento di una prima mappatura che era stata  realizzata alla fine del 2011 sempre per l’assessorato al Lavoro del Comune di Milano e sempre dalla Repubblica degli Stagisti.
 La mappatura 2019 ha coinvolto quarantadue soggetti promotori, quando la mappatura del 2012 ne aveva coinvolti solamente undici; ed è più che triplicato il numero degli stage che la mappatura 2019 è riuscita a “censire” rispetto alla precedente – se nel 2012 i dati raccolti erano riferiti complessivamente a circa 23.600 stage realizzati nel 2010, questa è riuscita a raccogliere informazioni su 73mila stage attivati nel 2017.

Il testo integrale con i risultati della mappatura è scaricabile in pdf qui

 

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