Giada Scotto
Scritto il 15 Apr 2018 in Notizie
#buone opportunità #find your doctor #ricercatori in azienda
Studio e lavoro – due mondi contigui, almeno in teoria. Peccato che le cose cambino sostanzialmente all’atto pratico, dove l’entrata nel mondo lavorativo presenta non pochi problemi per i giovani appena usciti dall’università, siano questi “semplici” laureati ma anche dottori di ricerca o ricercatori che, pur avendo raggiunto il più alto grado degli studi accademici, faticano poi a trovare possibilità d’impiego al di fuori delle mura universitarie. Colpa della crisi, sì, ma anche della mancanza di comunicazione tra questi due mondi che, anziché collaborare, tendono spesso a chiudersi a riccio, rendendo complicato qualsiasi scambio di informazioni e, dunque, di opportunità.
Come tentativo di facilitare questo passaggio nasce la collaborazione tra Adi, l'associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani, e Find your doctor, startup innovativa attiva nell’inserimento professionale di ricercatori e dottori di ricerca – unite dalla volontà di fornire nuove prospettive di carriera a quei «vettori d’innovazione» che sono appunto i dottori di ricerca, creando un contatto personale e diretto con tutte le aziende potenzialmente interessate ai loro profili.
«Valorizzare il dottorato di ricerca nel mondo delle imprese è una delle priorità di Adi» chiarisce Giuseppe Montalbano [nella foto a destra], che dell'associazione è il segretario nazionale: «Nel nostro paese la domanda di personale di alta formazione universitaria è ancora assai scarsa da parte delle aziende, mentre allo stesso tempo ai dottori di ricerca non vengono dati gli strumenti necessari per orientarsi al meglio nel mercato del lavoro. La partnership con Find Your doctor pone le premesse per un lavoro a tutto campo sul piano della formazione, dell'analisi e delle proposte per ampliare i canali di accesso dei dottori di ricerca nel sistema produttivo, e per avvicinare le aziende ai dottori di ricerca».
Find your doctor è infatti la prima piattaforma nazionale di job matching pensata appositamente per portare i ricercatori in organizzazioni e aziende di ogni dimensione e favorire, al contempo, la spinta innovativa delle imprese grazie alla possibilità di impiegare personale di alta formazione universitaria. Nata dall’idea di Eva Ratti [nella foto in basso a sinistra], giovane dottore di ricerca in astrofisica, e realizzata grazie al Consorzio no profit C2T, che si occupa di trasferimento tecnologico, questa startup dalla «mission di impronta anche sociale» vanta un team di giovani dottori di ricerca, pronti a mettersi a lavoro per valorizzare il loro titolo e aiutare tanti colleghi alla ricerca di opportunità. «La tematica dell'employability dei ricercatori è strettamente legata a quella della valorizzazione del titolo di dottorato e deve essere affrontata tenendo conto di tutte le sfide culturali implicate», spiega Ratti: «Su questo terreno comune si fonda la partnership con Adi, nella convinzione che iniziative partite "dal basso" come le nostre possano avere, unendosi, impatto su larga scala e a beneficio di tutti».
Ma è bene procedere con ordine, così che ogni dottore in cerca di opportunità abbia chiari i passi da compiere per entrare a far parte di della piattaforma. Basta infatti collegarsi al sito e creare il proprio profilo specificando l’ambito nel quale si è conseguita la qualifica di dottore di ricerca o di ricercatore e inserendo cv, pubblicazioni che testimonino l’attività di ricerca ed eventuali esperienze lavorative con imprese o organizzazioni. Da inserire saranno poi alcune parole chiave riguardo il proprio ambito di competenza e quello in cui si vorrebbe trovare lavoro: tutte informazioni che potranno poi essere ulteriormente specificate accedendo al proprio profilo al termine della registrazione.
A questo punto il gioco è quasi fatto. Inseriti i vari dati, il dottore di ricerca/ricercatore potrà infatti navigare sulla piattaforma alla scoperta dei vari servizi: si può consultare la bacheca con gli annunci di assunzione e, in caso di interesse, candidarsi direttamente per l’offerta; sfogliare la lista delle imprese che hanno aderito al network e candidarsi autonomamente, o consultare l’area “annunci di consulenza”, in cui le varie aziende inseriscono la loro richiesta di consulenza da parte di un ricercatore per ciò che riguarda una questione specifica inerente la loro attività. Potranno iscriversi alla piattaforma anche gli attuali dottorandi (coloro che non hanno dunque ancora completato il percorso), a patto però di specificare la data prevista di conseguimento del titolo.
Allo stesso modo le imprese, dopo essersi registrate sul sito, potranno sfogliare i profili dei ricercatori iscritti, affidare al team di Fyd la ricerca di una figura professionale specifica, come in un tradizionale servizio di recruitment, o usufruire dello “Sportello Doc” per sottoporre un problema o un’idea a un team di esperti reclutati direttamente tra gli iscritti da Fyd: «A seguito di un incontro di approfondimento presso l'azienda, i ricercatori selezionati si impegneranno a svolgere una prima analisi della questione posta, restituendo in un report le proprie osservazioni, eventuali soluzioni e proposte progettuali, che l'azienda potrà scegliere se intraprendere» si legge sul sito: «Laddove si volessero realizzare una o più delle proposte emerse dall'analisi preliminare, il personale di Find your doctor potrà seguire l'azienda nello sviluppo progettuale, veicolando (se richiesto) le prestazioni dei ricercatori coinvolti».
Il servizio, che vanta ad oggi giàoltre 2.300 ricercatori iscritti, si è rivolto in fase inziale soprattutto al settore tecnico-scientifico, chiaramente “privilegiato” per numero di opportunità concrete all’interno delle aziende. Se si dà un’occhiata ad alcuni degli annunci al momento attivi, infatti, salta subito all’occhio come i profili richiesti siano per la maggior parte di questo settore: ricercatori informatici, ingegneristici, data analist. Ma niente disperazione per i dottori di ricerca in ambito umanistico, perché Fyd promette di impegnarsi ad «espandersi anche in altri settori»: e a far ben sperare sono gli annunci, ad esempio, per responsabili del settore stampa, «euro-progettisti» o responsabili risorse umane.
Ma la domanda sorge spontanea: tutto questo, a che prezzo? Nessuno per i dottori di ricerca, che potranno usufruire dei servizi offerti in maniera totalmente gratuita. I servizi risultano invece a pagamento per aziende e organizzazioni: una scelta resa necessaria al fine di «sostenere il progetto, pagare la struttura, le attività di formazione, gli eventi organizzati e gli stipendi del team che ci lavora». A rendere economicamente possibile il tutto non sono però solo i clienti: al pagamento per i servizi offerti si affianca infatti anche una campagna di foundraising, che permette alla piattaforma di ricevere risorse da «fondazioni ed enti pubblici e privati preposti al supporto di innovazione, ricerca e sviluppo, mercato del lavoro e sostenibilità sociale; associazioni datoriali e camere di commercio; fonti di finanza agevolata; business angels», ma anche investimenti diretti da parte del Consorzio C2T, che ha fornito sin dall’inizio “linfa vitale” a questo progetto.
Giada Scotto
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