Nuove regole sugli stage, ecco cosa sta veramente succedendo tra ministero e Regioni

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 16 Apr 2022 in Notizie

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Che cosa cambierà nella disciplina dei tirocini extracurriculari? A che punto è il percorso di revisione? Sono domande legittime perché la legge di bilancio 2022 ha scritto nero su bianco che le regioni hanno 180 giorni per formulare nuove linee guida. Il countdown è cominciato il primo gennaio. La Repubblica degli Stagisti ha contattato la Conferenza Stato Regioni per capire a che punto è il confronto. Alessandra Nardini, l’assessore all’istruzione della regione Toscana che ha il coordinamento della commissione Lavoro e formazione professionale della Conferenza, ha preferito non concedere l’intervista con la motivazione che proprio in queste settimane è in atto l’interlocuzione tra Governo e Regioni. Eppure, a 100 giorni dall’inizio della discussione, sarebbe fondamentale capire quali sono le posizioni e i dubbi delle Regioni su come recepire i contenuti del comma 721 della legge di Bilancio. Che stabilisce vengano «definiti nuovi criteri di redazione per le linee guida» e in particolare che «l’attivazione dei tirocini extracurriculari andrà circoscritto alle persone con difficoltà di inclusione sociale».

Quel che è certo è che c'è stato un primo incontro il 9 marzo tra gli assessori delle
commissioni X e XI della Conferenza Stato-Regioni e il ministro Orlando per concordare «l’avvio di un confronto tecnico volto a meglio definire sia gli ambiti di applicazione delle previsioni contenute nella Legge di Bilancio 2022 sui tirocini extracurriculari sia per avviare una riflessione in merito ai possibili miglioramenti della normativa in materia di apprendistato professionalizzante». E poi un incontro della Commissione in Conferenza Stato Regioni il 16 marzo.

Nardini afferma, durante quest’ultimo incontro, che «Le regioni sono concordi nel voler spingere su un maggior utilizzo dell’apprendistato tant’è che abbiamo chiesto e condiviso con il ministero di lavorare a una sua revisione, facilitandolo»,  ma «ci sono posizioni diverse sulla valutazione dello stage extracurriculare, pur riconoscendo tutti che non può essere cancellato ma normato affinché ci sia corretto utilizzo e maggior attenzione nei controlli».

Pochi giorni fa, il 6 aprile, è stata invece la volta del ministro del lavoro, Andrea Orlando, intervenuto nell’ambito dell’indagine conoscitiva promossa dalla XI Commissione Lavoro al Senato sul tema "Strumenti di ingresso nel mercato del lavoro: stage, tirocinio, apprendistato". Il ministro ha ribadito che lo scopo è «comprendere come spostare l’occupazione giovanile da strumenti più precari come il tirocinio a strumenti più stabili e veri contratti di lavoro, come l’apprendistato».  Per questo si «richiede un intervento normativo ampio che armonizzi i vari strumenti in questione: tirocinio curriculare, extracurriculare e apprendistato».

Anche perché è la cronaca a ricordare come l’incertezza occupazionale, propria anche degli stage, porti a scaricare ulteriormente sui giovani le difficoltà economiche. «Lo abbiamo visto durante i lockdown: i primi a essere lasciati a casa nonostante il blocco dei licenziamenti sono stati i precari con contratti a termine, che semplicemente non sono stati rinnovati, e i giovani in stage, perché ad essi non si applicano le tutele del lavoro dipendente», continua a spiegare il ministro Orlando nel suo intervento in Commissione di una decina di giorni fa.  In questo contesto si cala l’approvazione di nuove linee guida per i tirocini extracurriculari entro giugno. Nelle dichiarazioni di Orlando, però, c’è una novità importante: «l’elemento più innovativo e al tempo stesso divisivo della norma riguarda l’azione sulla platea, in quanto i tirocini extracurriculari dovranno essere circoscritti ai soggetti con maggiore distanza dal mercato del lavoro, in questo senso va intesa la dicitura “difficoltà di inclusione sociale”, e cioè con maggior necessità di formazione professionale».

Un’interpretazione sui destinatari del provvedimento che giunge nuova, che cambierebbe il concetto finora applicato per “inclusione sociale” e che non è nota a nessuna delle Regioni contattate dalla Repubblica degli Stagisti.

Durante il suo intervento inoltre il ministro ha risposto anche a quanti contestano l'idea di abolire uno strumento di politica attiva efficace per l’inserimento spiegando che «i dati mostrano che i tirocini oggi vengono svolti prevalentemente nei confronti dei soggetti più qualificati, che potrebbero essere assunti con veri contratti, e che le assunzioni al termine del tirocinio sono concentrate sempre tra i più qualificati». Mentre il contratto principe per entrare in azienda «deve diventare l’apprendistato», consentendo un’occupazione sempre di qualità.

Ma le Regioni hanno il boccino in mano: sono loro, che una sentenza della Corte Costituzionale ha sancito detenere in via esclusiva la competenza normativa in materia di tirocini extracurricolari, a dover decidere se e come tradurre il comma 721 e renderlo praticabile. E non sembrano condividere la posizione del ministro Orlando.

Marianna Lepore

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