Reddito di cittadinanza, per ora niente proposte di lavoro a chi lo percepisce: il sistema non è ancora pronto

Antonio Piemontese

Antonio Piemontese

Scritto il 09 Mag 2019 in Notizie

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Obiettivo del reddito di cittadinanza «non è dare soldi a qualcuno per starsene sul divano, ma dire con franchezza: hai perso il lavoro perchè il tuo settore è finito o si è trasformato? Bene, ora ti è richiesto un percorso per riqualificarti ed essere reinserito». Così parlava il vicepremier Luigi Di Maio poco meno di un anno fa intervenendo a un congresso Uil a Roma. Ma a diverse settimane dall’erogazione dei primi sussidi, le politiche attive legate alla misura sono ancora ferme al palo. Motivo? La piattaforma informatica che serve a convocare i lavoratori non è ancora pronta.

Insomma, pur di erogare in fretta la misura – e magari capitalizzarla in termini elettorali in vista dell’appuntamento di fine maggio con le consultazioni europee – si è dimenticato per strada il capitolo più importante: quello che subordina l’assegno alla ricerca attiva di un lavoro.

Una fretta che consente a chi vuole far il furbo di percepire i soldi restando comodamente in poltrona. Proprio quello che, almeno stando alle promesse del governo gialloverde, si voleva a tutti i costi evitare.

L’Inps ha iniziato nei mesi scorsi a raccogliere le richieste, le ha valutate per verificare il rispetto dei requisiti e ha infine cominciato a staccare gli assegni per gli aventi diritto. Ma i Centri per l'impiego, come confida alla Repubblica degli Stagisti un dipendente lombardo che preferisce l'anonimato
non hanno ancora ricevuto i nominativi dei beneficiari: impossibile, quindi, convocarli e far firmare il cosiddetto “Patto per il lavoro”, l'impegno attivo nella ricerca di un’occupazione che chi domanda sostegno deve sottoscrivere. Chi rifiuta, in teoria, perde i soldi. Ma in questo caso il problema non si pone: finché la prima proposta di lavoro non arriva, non la si può, ovviamente, rifiutare.

«Stiamo attendendo che il sistema sia pronto»
 ammette Claudio Spadon, direttore dell’Agenzia Piemonte Lavoro, che gestisce i centri per l’impiego della regione settentrionale.
«So che al ministero si sta lavorando in questo senso, e ho motivo di ritenere che sarà pronto in pochi giorni. Ma ci tengo a precisare che la nostra attività di supporto alla ricerca di lavoro è  precedente al tema del reddito di cittadinanza, e prosegue anche adesso con gli strumenti che già abbiamo a disposizione, cioè i Patti di servizio».

Ma se una piattaforma a disposizione dei Centri per l’impiego esiste già, perché, allora, ne serve un’altra? Si tratta di comunicare ai centri la lista dei cittadini che percepiscono il reddito di cittadinanza, per poterli convocare e inserire nello schema di riqualificazione. Ma l’integrazione, segnala la fonte lombarda, può non essere facile. «I sistemi informatici devono parlarsi tra loro, e non è detto che sia semplice da realizzare, dato che sono stati progettati in epoche diverse».

Non tutto è fermo. E' appena scaduto il termine per la presentazione delle candidature per i potenziali ”navigator”, i tutor che accompagneranno i cittadini nel percorso di ricerca di un impiego. I prescelti saranno ripartiti sul territorio sulla base di una convenzione che ogni regione firmerà con l'Agenzia nazionale. Quando il testo sarà pronto. Un processo di recruiting e selezione di figure “di alto profilo professionale”, quello dei navigator, gestito da Roma proprio per evitare i temuti clientelismi.

Ma mentre a Palazzo si briga per chiarire gli aspetti operativi, c’è già chi ha deciso di rinunciare all'assegno: sarebbero molti i delusi dall’importo, che in qualche caso non arriva a 50 euro ma impegna a prendere parte a un percorso attivo di inserimento lavorativo. Il gioco non varrebbe la candela, e qualcuno ha scelto di passare la mano. Vale la pena ricordare, però, che le regole erano state esplicitate sin dall'inizio: il reddito di cittadinanza è un sostegno "modulare" e dunque, a meno che una persona sia completamente nullatenente, va semplicemente a integrare il reddito fino alla soglia minima individuata.

L'Inps non è preparata a quello che è evidentemente un imprevisto, e per il momento – riportano i media locali – diverse sedi cittadine hanno diramato circolari in cui chiedono ai dipendenti di protocollare le richieste di rinuncia in attesa di lumi da Roma: non è ancora chiaro, infatti, se sia possibile tirarsi indietro.

Ma non è chiaro nemmeno se il reddito di cittadinanza sia o meno compatibile con uno stage: si può richiedere la misura se si è impegnati in un tirocinio che prevede un'indennità mensile? «A mio parere, si. La misura è compatibile, in generale, con eventuali altri redditi da lavoro» spiega l’avvocato Andrea Brunelli, giuslavorista. «Deve, comunque, trattarsi di introiti molto bassi».

Antonio Piemontese

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