Occupazione, il programma Gol è aperto anche ai giovani: come funziona e cosa offre

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 29 Mag 2023 in Approfondimenti

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Il programma Gol è per l'Italia una (ennesima) occasione finanziata con fondi europei per rilanciare il mercato del lavoro: «Un'ottima opportunità» la definisce Francesco Maresca, responsabile del settore Lavoro della Provincia di Varese, «soprattutto per le fasce più deboli della popolazione». I beneficiari del programma da quattro miliardi per la formazione inserito nella missione cinque del Pnrr sono infatti le categorie di lavoratori che rischiano di non riuscire più a immettersi nel mercato del lavoro: tre milioni di disoccupati da profilare, formare e reinserire in una posizione lavorativa.

Nello specifico, come spiegato sul sito dell'Anpal, l'agenzia incaricata di monitorare il programma, la platea è composta da sei gruppi. A gestirli «sono centri per l'impiego e soggetti sia pubblici che privati accreditati» spiega Maresca. Non ci si deve iscrivere ad alcunché insomma, bensì rivolgersi ai centri per l'impiego. Ogni regione ha modalità proprie di accesso, a seconda dei piani di attuazione del programma.

Possono farlo primi su tutti i beneficiari di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, chi per intenderci sia ad esempio in cassa integrazione. Specifica il sito che «si tratta dei lavoratori per i quali sia prevista una riduzione superiore al cinquanta per cento dell'orario di lavoro, calcolato sui dodici mesi». A seguire chi beneficia di ammortizzatori sociali, ma non ha un rapporto di lavoro attivo. I disoccupati in buona sostanza, che percepiscano Naspi o Dis-Coll. A seguire i destinatari del reddito di cittadinanza.

Ci sono poi altri tre gruppi. Quelli definiti lavoratori fragili o vulnerabili, quindi i Neet, le donne in condizione di svantaggio, le persone con disabilità e i lavoratori over 55. E poi i disoccupati senza sostegno al reddito, che siano per esempio disoccupati da almeno sei mesi o autonomi che abbiano cessato la propria attività. Infine i cosiddetti working poor: chi, pur con un impiego, percepisce un reddito inferiore secondo la disciplina fiscale alla soglia di incapienza.

Gol non offre solo formazione e «sarebbe riduttivo pensarlo» evidenzia Maresca alla
Repubblica degli Stagisti. I percorsi possibili sono infatti «suddivisi in cinque livelli, tutti differenti tra loro». Il primo è per il reinserimento lavorativo, quindi per chi è già pronto al lavoro «e ha semplicemente bisogno di assistenza». In quel caso si offrono servizi di orientamento e intermediazione con le aziende. «Solo questi occupano la metà dei beneficiari». E sono soprattutto «soggetti che hanno perso il lavoro ma sono facili da reinserire». Li si aiuta «a fare un bilancio di competenze e a redigere il curriculum».

All'altra metà della platea si rivolgono invece i veri e propri «corsi di formazione» specifica Maresca. A volte «si tratta di riqualificare, oppure di proporre tirocini».
Un secondo percorso prevede l'aggiornamento professionale per i lavoratori più lontani dal mercato del lavoro «ma con competenze spendibili» si legge sul sito di Anpal. Ci sono poi la riqualificazione, 'reskilling', «per lavoratori lontani dal mercato e competenze non adeguate ai fabbisogni richiesti». A questi si offre, chiarisce il sito, «una formazione professionalizzante più approfondita».

Il percorso quattro, «lavoro e inclusione», si apre per «bisogni complessi, cioè in presenza di ostacoli che vanno oltre la dimensione lavorativa». In questi casi, come già accade per il Reddito di cittadinanza, si attivano i servizi sociali. Infine, il livello cinque, dove c'è la «ricollocazione collettiva» per le crisi aziendali. Qui si avvia «la valutazione delle chances occupazionali basandosi sulla specifica situazione aziendale, per individuare soluzioni idonee».

Se sulla carta c'è tutto, ora toccherà attuare il programma. Le criticità ci sono, in particolare riguardo la capacità di far partire la mole di corsi di formazione richiesta: lo ha sottolineato Milena Gabanelli su La7 poche settimane fa e lo ammette anche lo stesso Maresca: «Il problema è reale, ma non bisogna esasperare le cose e soprattutto capirne le ragioni». Il responsabile Lavoro di Varese fornisce lo stato dell'arte attuale sulle scuole di formazione che interverranno in Gol. E anticipa che ci vorrà tempo: «È come buttare acqua in abbondanza su una terra resa arida da anni di siccità». La terra si è indurita «e non assorbe immediatamente».

Secondo i dati nell'ambito del programma «ci sono al momento 800mila patti di servizio personalizzati sottoscritti». Ed
 è stata rilevata «la necessità di formare nell’immediato almeno 160mila persone». Nei prossimi mesi «ci saranno da attivare corsi per altre 320mila persone e per tutti gli ex beneficiari del Reddito di cittadinanza che per mantenere il beneficio dovranno frequentare corsi». Nel frattempo le nuove società accreditate alla formazione sono 1.463 (di cui 207 in Lombardia), su un totale in Italia di oltre 12mila.

Il tempo stringe e purtroppo, sottolinea Maresca, «non è detto che la capacità erogativa di corsi di formazione di tutto il territorio nazionale sia adeguata». In Lombardia si è a buon punto «per un programma che è partito ufficialmente solo a giugno 2022 e si estenderà fino al 2025». Nella regione i corsi attivati viaggiano tra il 30 e il 40 per cento del totale. Mentre specificamente nella provincia di Varese «sono stati avviati 152 corsi per 1.082 persone, di cui 383 hanno concluso il percorso».

Il secondo problema sarà far combaciare i corsi con le esigenze delle imprese. Varese sta facendo scuola: «Abbiamo svolto un report sul bisogno formativo locale mediante interviste a 250 aziende e 250 lavoratori» spiega Maresca. La direzione intrapresa è infatti quella di attivare corsi tagliati su misura per le aziende. «Delle academy aziendali di ingresso per specifici mismatch» specifica, come per esempio «un corso per addetti alla macelleria richiesto dalla grande distribuzione». Personale «che non riuscivamo a reperire con il servizio di preselezione dei nostri centri per l’impiego». Il corso è adesso attivo «e presumo che i discenti saranno tutti assunti» conclude Maresca. Che poi sarebbe l'esito auspicato per tutti i fruitori di Gol.

Ilaria Mariotti 

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