Mestieri del futuro, Bip e Cefriel formano dieci Enterprise Architect: e anziché pagare per il corso, si viene assunti

Scritto il 30 Ott 2023 in Notizie

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Ogni azienda, salvo rari casi, ha una sede – quindi un aspetto “architettonico”. C'è una reception, gli uffici, le sale riunioni, gli spazi comuni. Le scale per accedere da un piano all'altro. Ogni stanza è attrezzata per offrire a chi la utilizza gli strumenti giusti per lavorare. C'è chi si prende cura degli spazi, chi li prepara, chi li ristruttura se necessario. Un architetto che li ha costruiti, o arrangiati, e che è anche in grado di adattarli se sopravvengono nuove esigenze.

Oggi molte aziende, oltre a questa architettura fisica, ne hanno anche un'altra: l'architettura tecnologica. L’architetto in questo caso deve fare in modo che tutti i sistemi informativi, il software e la tecnologia che vengono utilizzati in azienda lavorino in simbiosi e contribuiscano a farla funzionare in modo efficiente ed efficace. Come? Costruendo «una mappa dell’architettura tecnologica dell'azienda, proprio come un architetto progetta un edificio» spiega Arturo Magni, partner e Senior Enterprise Architect della società di consulenza BIP, da molti anni tra le aziende virtuose del network della Repubblica degli Stagisti: «Si focalizza su ciò di cui l'azienda ha bisogno ora e in futuro e si assicura che tutte le diverse componenti tecnologiche si inseriscano insieme come pezzi di un puzzle. Aiuta a decidere quale nuova tecnologia l'azienda dovrebbe utilizzare e si assicura che venga utilizzata nel modo giusto». In qualche modo è insomma «il “consulente tecnologico” dell'azienda».

L’“Enterprise Architecture” è una delle nuove professioni del nostro secolo. Ma proprio perché è una novità, non è facile trovare persone che abbiano già competenze di questo tipo. Per questo BIP e un'altra azienda che da molto tempo fa parte dell'RdS network, il centro di innovazione digitale Cefriel, lanciano per la prima volta un corso di perfezionamento proprio sulle strategie di trasformazione delle architetture enterprise, riconosciuto dal Politecnico di Milano e rivolto a giovani interessati ad acquisire queste competenze.

Come già altri corsi organizzati da BIP e Cefriel, anche questo non ha un costo per chi partecipa, al contrario: i giovani selezionati verranno pagati per seguirlo, nel senso che verranno assunti fin dal primo giorno in BIP. «La valorizzazione delle persone, oltre a essere un aspetto fondamentale da tenere in considerazione all’interno di una organizzazione, passa anche attraverso un percorso di formazione ben strutturato» dice Magni: «Il nostro obiettivo è proprio valorizzare fin da subito i talenti che entreranno a far parte di questo percorso, in modo da permettere loro di sviluppare tutte le loro potenzialità». Si tratta, secondo il manager, di «un ottimo investimento». «Le aziende più innovative progettano corsi di perfezionamento e master corporate per i propri dipendenti come soluzione a molteplici esigenze
» aggiunge Roberta Morici, responsabile dei programmi di formazione di Cefriel: «Attraction di giovani talenti neolaureati, training specialistico di alto livello certificato dal Politecnico di Milano, retention a medio-lungo termine, e accelerazione della capacità di generare innovazione ad alto impatto».

I partecipanti verranno contrattualizzati con un apprendistato professionalizzante della durata di 12 mesi, con un inquadramento al livello B1 del ccnl metalmeccanico  che è quello in uso in BIP. Dalla tipologia contrattuale deriva il limite di età per i candidati, che non possono quindi avere più di 29 anni (30 non compiuti a gennaio 2024, quando il corso – e il relativo contratto  prenderà il via). L'unico altro requisito per candidarsi è avere – o stare per conseguire  una laurea di 2° livello in materie Stem (informatica, ingegneria, matematica, fisica, economia); anche se poi l'azienda è disponibile a valutare caso per caso in caso ci fossero  candidati particolarmente brillanti con “solo” una laurea triennale.


formazione stage lavoro apprendistato bip cefrielPer questo corso non servono competenze informatiche, né è previsto che i partecipanti svolgano attività di coding. «L’Enterprise Architect non si occupa di sviluppo codice» conferma Magni, anche se «è certamente utile avere delle conoscenze di ingegneria del software, ad esempio, per comprendere al meglio il processo di sviluppo di una applicazione IT, l’architettura interna e le relative problematiche tecniche e a essere più efficaci nel dialogo tra utenti di business e IT». Servono invece senz'altro doti comunicative e una capacità di “divulgazione-traduzione”, in un certo senso, perché chi fa questo mestiere interagisce continuamente con professionalità diverse, dai responsabili di business ai team IT, dai fornitori ai partner: «Ciò richiede abilità di relazione e di comunicazione molto importanti, la capacità di modulare le conversazioni, di astrarre ad esempio soluzioni tecniche per spiegarle a figure non tecniche e viceversa di tradurre necessità, modelli di business, priorità e strategie verso figure IT» riassume Magni.

L’Enterprise Architect è una figura «sempre più richiesta e organizzativamente presente, con delle strutture dedicate, nella maggior parte delle grandi aziende» dice ancora Arturo Magni, sottolineando come «sempre più clienti, anche di media dimensione» si stiano orientando verso «la creazione di strutture di Enterprise Architecture, che sono viste come abilitatori per scalare lo sviluppo e la crescita». Solo all’interno di BIP vi sono una cinquantina di professionisti con questo profilo.

Ma, di preciso, qual è l'obiettivo del lavoro di un Enterprise Architect? «Provo a raccontarlo con un parallelismo: cosa succederebbe se un committente chiedesse a varie imprese di costruire un complesso di edifici tra loro interconnessi senza passare da una fase dell’intera progettazione?» risponde Magni: «Ecco, tipicamente un team di Enterprise Architecture si occupa di progettare le architetture aziendali partendo dalle esigenze del committente – il Business – e fornendo il risultato alle imprese – i team IT – in modo che la fase di realizzazione risulti coerente rispetto alle aspettative iniziali. stage lavoro BIPUn buon allineamento tra IT e obiettivi aziendali si raggiunge quando l’architettura tecnologica è in grado di supportare i processi di business e non risulta un freno rispetto a tutte le evoluzioni e i cambiamenti che nel tempo si rendono necessari: pensiamo a nuovi servizi o a nuove modalità con cui servizi esistenti possono o devono essere fruiti». Senza questo lavoro di coordinamento si potrebbero creare situazioni di disallineamento, se «l’IT realizza delle soluzioni senza avere chiaro quale sia il reale obiettivo di business alla base del progetto, o prendendo delle scelte che risulteranno nel seguito incoerenti con la direzione aziendale». Come per esempio «investimenti per rinnovare piattaforme che non sono più strategiche per il futuro modello di business».

Dopo le dieci settimane di corso intensivo, i partecipanti saranno coinvolti nel lavoro della Service Line di BIP denominata “Plas”, che sta per Platform Architecture Strategy: «Una volta inseriti all’interno del team, calati nel ruolo di Enterprise Architect, potranno per esempio seguire attività di software scouting per identificare la migliore tecnologia e soluzione presente sul mercato per rispondere alle specifiche esigenze di un nostro cliente; o ricostruire l’architettura di un cliente e valutare come farla evolvere» spiega Magni: «Si occuperanno di analizzare i requisiti di una nuova iniziativa – per il lancio di un nuovo servizio, prodotto o addirittura di una nuova azienda – e disegnare una intera architettura che la supporti». Oltre a queste attività progettuali sono previste anche «ricerche e laboratori per approfondire temi rilevanti per la nostra professione: trend di mercato, nuove soluzioni innovative».

I posti sono dieci. Le selezioni restano aperte fino all'11 dicembre, e il corso vero e proprio comincerà a gennaio 2024. È anche attivo il servizio “BIP Ti Risponde”: compilando un form si può richiedere un incontro online con un dipendente di BIP e porre domande rispetto a questo corso. «Credo che il confronto con un BIPer in un contesto libero e privo di giudizio sia un ottimo modo per entrare in sintonia con l’azienda e con il team» chiude Arturo Magni: «Le curiosità relative al mondo della consulenza e dell’Enterprise Architecture possono essere davvero tante; trattandosi di una disciplina che difficilmente si affronta all’università, invito tutti coloro che sono interessati a richiedere un incontro, in modo da approfondire ogni tema in uno spazio dedicato».

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