I giovani vogliono dire la loro. Sui temi dell’ambiente, certo, finiti in cima all’agenda politica un paio d'anni fa non a caso grazie a una quindicenne svedese di cui ora tutti i grandi della terra conoscono il nome: Greta Thumberg. Sui temi della cultura, per smentire chi dall’alto della sua poltrona e dei suoi capelli bianchi ancora afferma che con quella “non si mangia”. Sui temi dei diritti – di cittadinanza, civili, politici. Sui temi della legalità. E, certo, anche sui temi del lavoro, dell’università e della scuola. In tutto il mondo, e anche in Italia. Di fronte a una politica che quasi sempre li ignora – basti pensare al muro di gomma che si sono trovati di fronte decine di migliaia di stagisti quando si sono trovati in difficoltà allo scoppio della prima pandemia: non un euro è stato speso, a livello nazionale, per sostenerli – i diretti interessati si rimboccano le maniche.
L’iniziativa più recente, in Italia, è un “manifesto generazionale” indirizzato al ministero dell'Economia, al ministro Roberto Gualtieri, al viceministro Antonio Misiani e a tutte le forze di centrosinistra. I promotori sono i giovani dell’associazione del PD InOltre - Alternativa Progressista, che hanno federato intorno al progetto realtà provenienti da moltissimi campi: da Antigone alla Federazione degli Studenti, da Legambiente a Federspecializzandi, dalla Federazione Giovani Socialisti all’Arci – passando per la Rete degli Studenti Medi, l’Unione degli Universitari, Arcigay, Libera, Italiani Senza Cittadinanza, Movimento Giovanile della Sinistra, Onde Rosa, Questa è Roma, fino ai giovani membri di Fridays for Future, del Comitato Esame Avvocato, della Primavera degli Studenti, del Progetto Freeweed, di UniSì Milano e di Voto dove Vivo.
Un “Coordinamento di Associazioni Progressiste” dunque, con tante sigle e mission diverse, che il presidente di InOltre Giordano Bozzanca [nella foto] auspica non si disperda – che la collaborazione non sia cioé episodica. Per questo contemporaneamente è nato anche Sidera, un tavolo permanente «che traccia il proposito di un percorso e confronto condiviso». Il nome deriva dall’etimologia della parola desiderio, come spiega Bozzanca: «Ne parla Cesare nel “De Bello Gallicum”, definendo come desiderantes i soldati che, deposte le armi, attendevano sotto un cielo privo di astri e stelle polari i compagni ancora in battaglia, a rischio della propria vita. Ed è proprio contro quella particella privativa “de” della parola “De-siderare”, che svuota il loro cielo da direzione e prospettive future, che il coordinamento di giovani si scaglia, rivendicando il potere di tracciare da sé la propria via maestra».
Anche Repubblica degli Stagisti ha partecipato, dando il suo contributo sopratutto alle pagine del policy paper che riguardano i temi dell’università e del lavoro. E non a caso il punto 2 del paragrafo sul lavoro riporta proprio la proposta di regolamentare tirocini e stage con l’approvazione di uno Statuto generale del Tirocinante che definisca diritti e meccanismi di tutela per farli valere, per evitare che si trasformino in «mera manodopera a basso costo» (e qui naturalmente il riferimento alla recente risoluzione del Parlamento Europeo a condanna dei tirocini gratuiti è d’obbligo!). Si trova poi più avanti anche un riferimento alla necessità di introdurre una indennità minima per i tirocinanti curriculari.
Per “rivendicare il potere di tracciare da sé la propria via maestra” i giovani avanzano tante altre proposte. In tutto, a scorrere le venti pagine del manifesto, se ne trovano oltre cento. Sul tema cultura, per esempio, propongono l’introduzione di un rimborso del 50% per le spese di avviamento di attività culturali a beneficio degli imprenditori under 35, e di agevolazioni economiche per l’iscrizione dei minori ad attività culturali (come corsi musicali o artistici), garantendo loro le medesime detrazioni fiscali previste per l’iscrizione alle associazioni sportive.
Sul tema scuola, oltre all’annoso tema della necessità di investire per ristrutturare gli edifici scolastici in molti casi fatiscenti, i giovani propongono di inserire la “Media Education” all’interno del percorso di studio fin dalle scuole elementari e di «educare gli educatori»: è chiaro a tutti quanto le nostre vite siano ormai influenzate dai mezzi di comunicazione, e quanto la vita “online” abbia codici e insidie peculiari, che vanno imparati e gestiti per non esserne fagocitati. E per quanto riguarda l’università al primo punto vi è l’innalzamento della soglia ISEE-U per l’accesso alle borse di studio a 28mila euro e l’eliminazione degli “idonei non beneficiari”, vera beffa tutta italiana – della serie “avresti diritto ai soldi, ma ahimè non te li diamo”.
Per l’ambiente i giovani ritengono prioritario investire nella digitalizzazione del paese – anche legata alla estensione dell’utilizzo dello smart working – e nel completamento dello sviluppo della rete 5G a livello nazionale; e poi naturalmente incentivare l'efficientamento energetico degli edifici, la mobilità alternativa, il trasporto pubblico su rotaia; ma anche progetti in scala ridotta, come la promozione di grandi orti condivisi nei grandi centri urbani.
Sui diritti è chiaro l’impegno per facilitare l’acquisizione della cittadinanza italiana per chi abbia effettuato un percorso di studi (principio di ius culturae) o sia nato in Italia (principio di ius soli temperatum); prosegue poi la battaglia per il diritto di voto ai fuori sede, suggerendo anche la sperimentazione del voto digitale;
Nel documento trovano spazio anche la legalizzazione della cannabis, misure di contrasto alle violenze omo-transfobiche e di sostegno ai percorsi di vita delle persone LGBTQI+, il rafforzamento dei centri anti-violenza per donne maltrattate, l’estensione del congedo di paternità fino a 4 mesi, e la necessità di una equa suddivisione del recovery fund e dei fondi europei dedicati alla ripresa economica post-crisi coronavirus in maniera paritaria tra i settori con maggiore forza lavoro maschile e femminile. E ancora, rispetto al tema delle disabilità, l’abbattimento delle barriere architettoniche e un salto di qualità nell’inclusione dei portatori di handicap nelle scuole e nelle università. Nel paragrafo che chiude il policy paper, dedicato alla Legalità, si parla di riforma della prescrizione e di irragionevole durata dei processi ma anche di immissione in ruolo di nuovi magistrati, funzionari, cancellieri e di investimenti sull'edilizia dei Palazzi di Giustizia e delle carceri.
«Il nostro auspicio» dice il Coordinamento «è che le forze politiche di centrosinistra recepiscano questo documento unitario» e «ne riconoscano il valore», ricordando come esso sia il «frutto di una collaborazione fra realtà che insistono sull’intero territorio nazionale e si impegnano ogni giorno concretamente per il Paese». E che queste forze politiche compiano anche il passo successivo, traendo spunto dai punti programmatici: affinché la politica «non solo non si dimentichi dei giovani, ma che li metta finalmente al centro del futuro del Paese».
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