Neet, l'Europa lancia Youth2Work

Chiara Merico

Chiara Merico

Scritto il 10 Ott 2014 in Approfondimenti

Un progetto europeo per offrire una soluzione al problema dei Neet (Not being in Employment, Education or Training), i giovani che non lavorano, non studiano e non hanno nemmeno avviato un periodo di tirocinio: si chiama Youth2Work (Y2W) ed è una piattaforma online, finanziata con il sostegno della Commissione Europea nell’ambito del Lifelong Learning Programme, che offre a questi ragazzi la possibilità di seguire una serie di corsi interattivi, nell’ottica di migliorare la propria formazione e acquisire competenze che facilitino la ricerca di un lavoro.
Sebbene la situazione di questi giovani, sospesi in un limbo senza prospettive, sia un grave problema per tutta Europa, in alcuni Paesi il fenomeno ha assunto dimensioni preoccupanti: il progetto Youth2Work include infatti tra i partner alcune tra le nazioni europee con le più alte percentuali di giovani senza lavoro e scoraggiati, come Italia, Grecia, Portogallo, insieme a Regno Unito, Austria e Svizzera.
A scattare una fotografia recente della situazione italiana è stato il rapporto dell’Istat “Noi Italia 2014”: secondo l’indagine, nel nostro Paese i Neet sono oltre due milioni, pari a circa il 24% dei giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni. Una cifra ben superiore alla media dell’Unione europea a 27 (15,9%); meglio dell’Italia fa anche la Spagna (22,6%), mentre Grecia e Bulgaria presentano percentuali più elevate (rispettivamente 27,1% e 24,7%). Ad avere le maggiori difficoltà sono le donne: in Europa il fenomeno riguarda in media il 17,8% delle ragazze, contro il 14% dei loro coetanei maschi. Anche in Italia le donne Neet sono più degli uomini (in media il 26,1%, contro il 21,8% dei ragazzi); nel nostro Paese esiste anche una forte discrepanza tra le aree geografiche, dato che nelle regioni del Sud persistono maggiori criticità nell’accesso all’occupazione. Sicilia e Campania sono le regioni dove la percentuale di Neet è più elevata, con il 37,7% e il 35,4%, seguite da Calabria e Puglia.
La crisi economica, che ha portato a tagli per i finanziamenti ai programmi di supporto ai giovani disoccupati, non è però la sola causa di questo fenomeno: alcuni fattori personali e sociali – come la disabilità, le disparità di genere, la provenienza da una famiglia di migranti, la residenza in aree remote -aumentano la probabilità che un giovane faccia fatica a trovare la sua strada. Proprio a questi ragazzi il programma Youth2Work offre la possibilità di accedere a un programma personalizzato di sostegno, per consentire loro di sviluppare nuove competenze professionali e relazionali, che facilitino la ricerca di un lavoro. Youth2Work non si rivolge solo ai giovani, ma anche ai professionisti che lavorano nel settore della formazione, che attraverso la piattaforma possono sviluppare una maggiore sensibilità nei confronti delle problematiche dei Neet, oltre ad avere la possibilità di entrare in contatto con le migliori pratiche a livello internazionale in materia di supporto ai giovani disoccupati.
Per partecipare, basta registrarsi al sito youth2work.eu e accedere ai vari servizi: come la community, attraverso la quale i ragazzi possono interagire, su un modello simile a quello dei social network, con altri giovani o con i formatori; oppure si può cliccare sulle sezioni in cui vengono trattati gli argomenti più “caldi” per chi è alla ricerca di un lavoro, da “L’imprenditorialità è la carriera che fa per te?” a “Come gestire il proprio tempo” a “Conosci te stesso e scopri le tue potenzialità”. Gli argomenti vengono affrontati con un approccio interattivo: i ragazzi possono scaricare video e materiali, oltre a rispondere a questionari e svolgere esercizi pratici.
 Tra i punti di forza del progetto Y2W c’è l’introduzione dei Career Circles (circoli di carriera), una metodologia di supporto mutuata da un’esperienza avviata nel Regno Unito, dove è stata utilizzata soprattutto per sostenere le donne che volevano avviare nuove attività imprenditoriali. Il metodo si presta ad essere utilizzato anche per altri gruppi di riferimento, come appunto i Neet:  far parte dello stesso Career Circle consente a questi giovani di confrontarsi con i coetanei, stimolando lo scambio di idee ed esperienze. Un altro aspetto positivo è dato dal fatto che quasi tutti i contenuti del sito sono disponibili in tutte le lingue degli Stati coinvolti (inglese, italiano, greco, portoghese, tedesco): alcune sezioni, però, come quella dedicata ai partner, sono disponibili solo in lingua inglese. Inoltre, la presenza di questionari di autovalutazione permette ai ragazzi di scoprire le proprie potenzialità personali, permettendo loro di comprendere meglio le proprie capacità e orientarsi più facilmente nella ricerca di un lavoro.
Conoscere se stessi: la vecchia massima si riscopre efficace anche per i Neet del 2014, come confermano i partecipanti. «Prima di entrare nel programma ero molto insicura, e non riuscivo a capire come mai trovare un lavoro fosse così complicato per me», scrive Cristina, greca. «Durante il progetto ho capito quali erano le mie difficoltà e ho trovato il modo di affrontarle: mi ha aiutato molto». Nicola, italiano, è invece un coach esperto di «transizione di carriera, o se preferite reinserimento professionale: basta non chiamarla disoccupazione, un termine antiquato e non aderente alla realtà», scrive. Per Nicola «cercare un lavoro è un'esperienza sicuramente impegnativa, ma è anche un percorso di crescita, di conoscenza, un'avventura per la vita! Il canale che offre maggiori possibilità di assunzione», sottolinea il coach, «è la rete di contatti. È una conferma. Puntate le energie sulla costruzione e attivazione di una rete di conoscenze. Siate motivati, pensate che ogni contatto può portarvi a conoscere la persona giusta, siate sempre attenti al modo in cui instaurate relazioni, e non dimenticate di curare sempre il vostro aspetto».

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