Ilaria Mariotti
Scritto il 17 Feb 2021 in Notizie
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Sono stati assunti con lo scopo di aiutare le categorie più fragili a trovare un lavoro, ma adesso rischiano a loro volta di restare a spasso. Sono i 2.668 navigator che a luglio 2019 hanno firmato con Anpal servizi, società in house di Anpal, un contratto di collaborazione continuativa in scadenza il 30 aprile prossimo. Stipendio, 1400 euro netti più 300 di rimborso per le spese mensili. Dopo aver superato una selezione pubblica sono stati messi a disposizione delle Regioni «a supporto dei centri per l'impiego nella realizzazione di un percorso che coinvolga i beneficiari del reddito di cittadinanza dalla prima convocazione fino all'accettazione di un'offerta di lavoro congrua», chiarisce il sito dell'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro.
Lo scopo era in buona sostanza far sì che la misura del reddito di cittadinanza fosse temporanea, traghettando il beneficiario verso la stipula di un contratto di lavoro. A distanza di oltre un anno e mezzo però i navigator si trovano con un contratto che sta per concludersi, e – nel bel mezzo di un governo nascente – nessuna certezza riguardo una sua proroga.
Gli inizi della 'mission impossible' dei navigator non sono stati dei più fortunati. Messi al lavoro dopo un periodo di formazione iniziale di fatto solo a settembre 2019, si sono trovati a testa «un elenco medio di circa 350 persone da contattare per un primo incontro» fa sapere alla Repubblica degli Stagisti Matteo Diomedi, 40enne di Ancona, navigator e presidente dell'Associazione nazionale navigator Anna [nella foto a destra].
Poi la pandemia, e lo spostamento di tutte le attività dalla presenza fisica al contatto remoto, modalità che non ha facilitato il loro compito. «Uno dei principali problemi riscontrati tra i beneficiari del reddito è proprio la bassa scolarizzazione, che spesso non arriva alla licenza media» fa presente Diomedi. I dati, secondo l'ultimo monitoraggio reso disponibile da Anpal servizi e aggiornato al 31 ottobre 2020, dicono che i colloqui effettuati sono stati 950mila, e che hanno portato a circa 352mila contratti di lavoro, attorno al 25 per cento del totale dei percettori del reddito di cittadinanza – che sono circa 1milione e 300mila. Solo poco più della metà di questi contratti risultavano però ancora attivi lo scorso autunno, ovvero circa 192mila.
Risultati un po' magri, insomma. Qualche soddisfazione è arrivata: «Ricordo in particolare il caso di un carpentiere di 26 anni» ripercorre Diomedi. «Era fermo per la pandemia, non riusciva a trovare stabilità». I colloqui «si sono concentrati sull'aspetto dell'infortunistica, di stimolo a rimettersi in gioco». Alla fine si è trasferito in un'altra regione e ha trovato posto in un cantiere: «Mi ha chiamato per ringraziarmi perché finalmente riusciva a mangiare due volte al giorno». Il supporto dato «è spesso solo di natura psicologica, tanto che alcune situazioni vengono poi passate ai servizi sociali». Alcuni chiamano «perché vorrebbero fare attività di volontariato, spesso l'obiettivo è anche solo la spinta a non rinchiudersi in casa e a cercare opportunità». Quello che fa un navigator «è recarsi presso le aziende in cerca di posti vacanti, ma anche far emergere competenze nascoste, mettere nelle condizioni di presentarsi a un colloquio».
A pronunciarsi per un sì alla proroga è stato il numero uno di Anpal Domenico Parisi [nella foto a sinistra], professore di statistica alla Missisippi State University e direttore del Mississippi Works System, un sistema di incrocio domanda e offerta di lavoro basato sui big data. «Il loro ruolo andrebbe ampliato e non circoscritto al solo reddito di cittadinanza» ha detto in un'audizione alla Camera lo scorso novembre: «I navigator possono continuare a offrire il loro contributo nell'ottica di potenziare le politiche attive per il lavoro soprattutto per il superamento della fase emergenziale». Già la ministra del Lavoro uscente Nunzia Catalfo, in quota 5 Stelle, aveva dato rassicurazioni nel senso di un possibile stanziamento per la proroga dei contratti, ma ora la palla passerà al nuovo ministro Andrea Orlando, esponente del Pd.
Nel frattempo i navigator di tutta Italia lo scorso 9 febbraio sono scesi in piazza per chiedere il rinnovo del contratto. Al loro fianco Nidil Cigil. «Il mancato rinnovo dei contratti comporterebbe gravi ripercussioni sia dal punto di vista occupazione considerato il numero delle persone coinvolte» ha sottolineato la presidente nazionale del sindacato Silvia Simoncini, «sia sotto l'aspetto dell'impoverimento dei servizi erogati alla collettività». I navigator dovrebbero anzi essere di più, «soprattutto in considerazione del rischio di infoltimento della schiera di persone in cerca di lavoro a causa della pandemia e del termine del blocco dei licenziamenti» prosegue Nidil in una nota. Disoccupati a cui si aggiungerebbero i quasi 2.700 navigator: una platea composta per il 54 per cento da donne, con un'età media di 35 anni, una laurea e in media anche una votazione pari a 107.
Ilaria Mariotti
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