Cloud Data Architect, Bip e Cefriel propongono un master per portare l'intelligenza artificiale nelle aziende

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 20 Mag 2020 in Approfondimenti

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Un flusso continuo di dati scandisce le nostre vite, così come quelle delle aziende. Nasce così l'idea di lanciare un master biennale non universitario per formare futuri Cloud Data Architects, esperti di dati capaci di sfruttare le potenzialità dell'intelligenza artificiale mettendola al servizio del business aziendale. Nello specifico si forniranno «gli strumenti per affrontare in autonomia le fasi di disegno, configurazione e implementazione di architetture dati su cloud» si legge sulla brochure del corso.

L'offerta arriva da Bip, multinazionale della consulenza, e Cefriel, società che opera nell'ambito dell'innovazione, entrambi membri del network virtuoso della RdS. E si presenta come occasione da non lasciarsi scappare per chi ha un background di tipo informatico: chi entrerà al master sarà infatti assunto in automatico in Bip con la formula dell'alto apprendistato. Che in concreto significherà dedicare una parte iniziale alla formazione, per poi passare al lato tecnico, entrando definitivamente in azienda.

«I selezionati saranno dai dodici ai quindici» assicura alla RdS Marco Pesarini, director di Bip [nella foto]. «E per loro la fase successiva all'apprendistato equivarrà a un'assunzione in pianta stabile in azienda». Inevitabile «considerato il costo dell'investimento che facciamo su queste nuove risorse, sarebbe assurdo formarle per poi lasciare che siano altri a avvantaggiarsene».

Non vi è nessun tipo di costo a carico di chi parteciperà al master. Per retribuzione e possibilità di carriera, ribadiscono poi da Bip, «durante il rapporto di apprendistato il professionista sarà inserito in un sistema di crescita progressivo sia per quanto riguarda il livello di inquadramento che per il relativo trattamento economico». Ci sarà quindi uno stipendio iniziale, destinato a crescere con il tempo.

Il corso inizierà a metà giugno, e per le candidature – finora quelle pervenute sono una cinquantina – c'è tempo fino alla prima settimana del mese prossimo. Per i primi due mesi il master sarà interamente online. «L'idea è costruire un percorso che preveda lezioni teoriche di mattina, e poi esercitazioni nel pomeriggio, così fino a fine luglio» spiega alla RdS Fabio Giani [nella foto sotto], che per Cefriel contribuisce all'organizzazione del corso. «Il nostro ruolo è quello di erogare la formazione che Bip ci richiede» sottolinea Giani. «Siamo già alla seconda partnership, iniziata con un precedente master per data engineer». 

Successivamente, superata la pausa estiva, «nel resto del biennio dovranno erogarsi 400 ore di formazione, che corrisponderanno a circa due o tre giorni al mese di lezione». Gli apprendisti a quel punto saranno già operativi in azienda e inizieranno a «dare il proprio contributo nella configurazione e ingegnerizzazione di architetture cloud data» scrivono gli organizzatori nella presentazione del master.

«I ragazzi saranno impiegati come analyst nei primi progetti per i clienti» specifica Pesarini. E si tratterà di aziende come «Fiat, Unicredit, Generali, tutte firme che vedranno l'intelligenza artificiale entrare nella loro operatività». Se adesso usiamo Siri come strumento personale, esemplifica il manager, «questo a breve si convertirà come mezzo aziendale». Più nel concreto si arriverà per esempio «a usare Siri per automatizzare la risposta ai call center di Intesa San Paolo». Oppure, continua, «si potranno migliorare le immagini di Facebook per leggere i difetti di alcuni prodotti». 
Si lavorerà nelle sedi di Milano e Roma, ma non sarà necessaria sempre la presenza fisica perché «lo smart working è una modalità che adottiamo normalmente nel nostro quotidiano in Bip» evidenzia Pesarini.

Per candidarsi è indispensabile una laurea nelle materie Stem. «Ma non necessariamente Ingegneria» chiarisce il direttore. «Potrà trattarsi anche di Matematica, Fisica o Statistica». L'aspetto imprescindibile «è avere competenze di programmazione, perché è su quelle basi che si dovrà lavorare». Nello specifico servirà «dimestichezza con almeno un linguaggio tra C++, C#, Java o Python, conoscenza di dati relazionali e SQL, familiarità con sistemi Unix/Linux e Windows» si sottolinea nella brochure del master.


Non ci sono vincoli di età, se non quelli legati alla normativa sull'apprendistato, che prevede un tetto massimo di trent'anni al momento dell'ingresso. Quanto alla selezione (qui il link), «chiediamo ai candidati di registrare un video in cui rispondono a alcune domande» prosegue Pesarini. In questo modo «riusciamo a valutare l'aspetto motivazionale, oltre a conoscere i dettagli del cv». Perché le ottime capacità relazionali e l'attitudine al teamworking sono alcuni tra i requisiti di accesso elencati nella presentazione del corso. A contare è per Pesarini «anche il voto di laurea». E l'inglese, considerando che il master sarà erogato in questa lingua.

La didattica sarà curata interamente da docenti del Politecnico di Milano e da massimi esperti di Architetture dati con un programma incentrato su basi di cloud computing, orchestrazione e multi-cloud, fondamenti di basi di dati, SQL e datawarehousing. Concetti ignoti ai più, ma che portano dritti nel futuro.

Ilaria Mariotti 

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