Marianna Lepore
Scritto il 28 Mag 2022 in Storie
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Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito all'RdS network. Di seguito quella di Massimiliano Lippi, 29 anni, oggi con un contratto a tempo indeterminato in T4V.
Vivo da sempre a Firenze. Dopo il diploma all’Istituto tecnico agrario mi sono iscritto al corso di laurea triennale in Scienze Biologiche e laureato nell'aprile del 2017, dopo quasi un anno e mezzo di tirocinio per la tesi. Inizialmente, su consiglio dei professori delle superiori, pensavo di iscrivermi a ingegneria: ma a me piacevano gli animali, il mare e l’ambiente, quindi ho pensato prima ad Agraria e poi virato sulla triennale di Biologia. Ho poi proseguito con la magistrale in Biologia marina all’università di Bologna: mi sono laureato il 19 marzo del 2020, proprio nei primi giorni di lockdown per la pandemia da Coronavirus.
Durante la laurea magistrale ero al campus di Ravenna, che fa parte dell’ateneo bolognese. Mi sono trasferito lì per due anni e mezzo insieme a due amici con cui ho condiviso l’alloggio e le spese. Avevamo trovato un appartamento nella zona delle case vacanze estive, quindi nel periodo invernale i costi erano molto contenuti vista la scarsa richiesta. Per pagare le spese la mia fonte di reddito era il calcio, che pratico a livello dilettantistico da quando ho cinque anni, mai con contratti veri e propri in realtà, ma con dei rimborsi spese. Ora sto decidendo se sia arrivata la fine o se ho ancora energia per giocare un altro anno. Le mie spese quindi erano coperte in parte dai guadagni del calcio e poi dall’aiuto dei miei genitori.
La laurea a distanza, due anni fa, è stata un trauma: fino a dieci giorni dalla data, con l’inizio del lockdown, non sapevamo se ci sarebbe stata una discussione e in quale modalità, ti manca il feedback diretto con la commissione, sembrava di parlare da solo senza sapere chi e quanti ascoltassero. E niente festa con amici e parenti! Sono stato molto in difficoltà negli ultimi giorni di stesura: avevo ricevuto il risultato del sequenziamento genetico dei campioni della tesi in ritardo, e ho dovuto fare le analisi in meno di una settimana, a distanza e con il correlatore americano. Ma comunque oggi sono soddisfatto del mio percorso: ho studiato la mia più grande passione e se tornassi indietro non cambierei!
Prima di entrare in T4V ho avuto un’unica esperienza lavorativa, durata circa cinque mesi, nel 2021, presso un istituto di biologia sulla costa livornese. In quel periodo ho vissuto in un bungalow in un campeggio in una località balneare lì vicino, di proprietà della mia famiglia, risparmiando così sull’affitto.
Pensavo di aver trovato il lavoro della vita... Ma invece non è stata un’esperienza positiva. Dovevo raccogliere campioni subacquei su praterie di Posidonia oceanica, carotaggi nel fondale marino con successive analisi sulla composizione biologica, nutrienti ed inquinanti chimici. Questo mi avrebbe consentito di effettuare immersioni subacquee scientifiche e attività di laboratorio, in poche parole unire il dovere al piacere. In realtà ho fatto una sola immersione in un porto in costruzione. L’istituto aveva pochissimi fondi e una gestione familiare, più una segretaria e due giovani biologi. I ragazzi erano assunti con collaborazione occasionale per 300 euro, spesso il primo mese anche gratis, poi con un po’ di fortuna si arrivava a 500. La prestazione, però, almeno nel mio caso non era affatto occasionale ma prevedeva una presenza obbligatoria dalle 8:30 alle 12:30. Nelle prime due settimane di aprile non ho avuto nessun guadagno, poi a maggio e giugno 300 euro al mese e a luglio 500. Ad agosto ho avuto uno scontro con il direttore, e ho preferito andare via; purtroppo questo ha voluto dire non essere pagato per i giorni di lavoro che pure avevo svolto nel mese di agosto. Forse ho resistito perchè volevo dimostrare a me stesso che ce l’avrei fatta dopo un anno di pandemia senza impiego.
Mi sono messo alla ricerca di qualcos’altro e candidato a un’offerta di lavoro che ho trovato su LinkedIn: era per T4V per un analista dati. Visto che non trovavo altro ho provato a seguire la mia passione per il computer e per la tecnologia. Ho fatto un colloquio in cui erano presenti tre persone, tra cui la responsabile delle risorse umane e l’attuale manager della business unit in cui lavoro. Dopo una settimana dal colloquio mi hanno offerto uno stage in smart internshipping con un rimborso di 800 euro al mese, per quattro mesi a partire da ottobre 2021 con successiva prospettiva di assunzione. Il mio tutor, nonché attuale collega, è una persona squisita:, mi ha seguito dal primo giorno, spiegandomi tutto. Mi ha dato gli strumenti adatti per imparare e crescere, oltre ad un senso di responsabilità via via maggiore nel tempo. Sono davvero felice dell’esperienza e dei suoi insegnamenti. Durante lo stage seguivo il suo lavoro presso un cliente, dopo un’iniziale parte di formazione su linguaggi di programmazione specifici ho iniziato ad aiutarlo concretamente, alleggerendo il suo carico di lavoro. Andavo un giorno a settimana presso la sede di Milano, così ho avuto l’occasione e il piacere di conoscere i colleghi e vedere l’azienda. Non c’era un obbligo per gli stagisti quindi i trasferimenti erano a mie spese, ma non me ne pento, perché ho imparato tanto di più un giorno in ufficio che una settimana da solo a casa.
La mia routine da stagista in tempo di lockdown cominciava alle nove di mattina: accendevo il computer fino alle 13, poi pausa pranzo e di nuovo pc fino alle sei di sera. All’inizio ho avuti una lista di libri da studiare a casa, e poi in ufficio mi venivano assegnati dei veri e propri esercizi per prendere dimestichezza con le piattaforme che avrei usato. Dopo una decina di giorni ho iniziato a partecipare alle riunioni con i clienti e alle sessioni di lavoro con altri colleghi. Via via con compiti più complessi. Le giornate in ufficio mi hanno aiutato a velocizzare il processo di apprendimento. Al termine dello stage, a febbraio 2022, sono stato assunto con un contratto a tempo indeterminato con un Ral di 23mila euro annui più buoni pasto giornalieri da 6 euro.
Poco dopo ho scoperto di essere stato ammesso a un master di secondo livello in Bioinformatica e Data Science dell’università di Siena: durerà 14 mesi per un costo totale di 3mila euro. Avevo fatto domanda molto tempo fa ma ho saputo dell’ammissione solo a contratto firmato. L’ho comunicato al mio responsabile che è stato molto comprensivo e abbiamo trovato la soluzione del part time. In questo modo potrò per i prossimi quattordici mesi lavorare e seguire le lezioni del master. Per questo ringrazio la disponibilità dell’azienda e la fiducia che ha in me, ripagando il mio impegno e riconoscendo il mio valore. Ho scelto questo master per dare seguito alla mia attuale esperienza lavorativa e approfondire le conoscenze acquisite durante il percorso accademico. Come ho già detto ho bisogno di stimoli e il master mi permetterà di fare ciò che mi piace: analisi di dati biologici, molecolari e ambientali.
In T4V mi occupo della gestione e mantenimento delle pipeline per l’estrazione, la trasformazione e il caricamento dei dati di uno specifico cliente, sviluppo di codici di data management in python, pyspark, scala, application management di procedure in ambienti cloud, supporto al cliente su tematiche riguardanti il lato business di tali procedure, progetti di data visualization e reportistica. Sono un analista programmatore, lavoro in smart working dalle 9 alle 18, con una pausa pranzo di un’ora, tranne il giovedì quando ci ritroviamo in ufficio a Milano.
Non mi pesa il lavoro a distanza, ci sono dei lati positivi. È ovvio, mi piacerebbe vivere qualche momento aziendale in più, ma non troppo, per non perdere la libertà dello smart working. Per il futuro spero nella possibilità di trovare accordi per poter continuare in questa modalità che consente di passare le giornate nel posto a te più comodo, senza limitare la tua capacità lavorativa. Certo si perde l’interazione con i colleghi: la soluzione migliore sarebbe mischiare le due tipologie e riuscire a soddisfare dipendente e datore di lavoro. Nel caso del tirocinio, lo smart internshipping ti lascia la leggerezza necessaria per entrare in azienda senza troppe pressioni, ma la presenza di qualcuno che ti può seguire e da cui imparare sicuramente velocizza l’ingresso e tutto il periodo formativo.
Ora sto “studiando” da data engineer. Ho imparato la programmazione in Python, Scala e SQL e la loro applicazione in campo pratico per l’analisi di dati e tabelle, oltre alla costruzione di report sui dati forniti. Il fatto di interfacciarsi con il cliente finale e con il reparto IT mi permette di affinare anche la capacità comunicativa.
Ho sempre pensato che il mio obiettivo fosse fare ricerca scientifica. Visto il mio background accademico e l’esperienza lavorativa, vorrei lavorare nella biologia molecolare, magari nel settore ambientale, attività di laboratorio e analisi dati bioinformatici. Per ora sono all’inizio del mio percorso professionale, accumulo esperienza e conoscenze. Non mi pongo limiti e cerco di trovare ogni giorno stimoli e ambizioni per andare avanti, intanto farò questo master, e poi vedremo.
Mi reputo fortunato ad aver trovato per il mio primo e unico stage un’azienda come T4V che ha fornito una formazione completa e costante, la possibilità di iniziare a lavorare subito senza mansioni secondarie. Un’esperienza ancor più positiva visto che si è conclusa con l’assunzione. Il problema principale dello stage in Italia credo sia la visione dello stagista come schiavetto tutto fare: in realtà è una figura su cui l’azienda dovrebbe investire in termini di formazione, per poi avere una valida risorsa a disposizione, cercando di stimolare la crescita per capire il prima possibile le prospettive future in caso di assunzione. Non deve essere una scorciatoia per ottenere forza lavoro a basso costo.
Il settore in cui sono impiegato, l’analisi dati, dal mio punto di vista è per tanti versi il futuro: ci sarà sempre più lavoro, perché in un mondo che si sviluppa in un ambiente sempre più informatizzato e digitale, ci saranno una grande quantità di dati che devono essere gestiti. L’analisi dei dati è la base per costruire strategie di organizzazione, produzione, vendita, marketing sempre più funzionali e redditizie. Servirà sicuramente forza lavoro e una formazione specifica per ogni settore. Il consiglio che sento di dare ai miei coetanei è di non avere timore, lanciarsi in un’esperienza che riteniamo stimolante, dopo aver cercato più informazioni possibili sulla futura azienda. Farsi un’idea di ciò che troveremo, per non rimanere delusi e vedere se possiamo sfruttare al massimo il nostro potenziale, ricordandosi che nulla è definitivo. È necessaria una mente aperta, curiosa che consenta di provare e sbagliare tutti i giorni per arrivare un domani a guardarsi indietro senza rimpianti.
Testimonianza raccolta da Marianna Lepore
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