Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito all'RdS network. Di seguito quella di Lisa Stranieri Zafferani, oggi dipendente di Philips, a Milano, con contratto di apprendistato.
Ho 27 anni e sono di Cattolica, ma per sette anni ho vissuto in Texas, per trasferimento di lavoro di uno dei miei genitori, che è italo-americano e possiede un’azienda negli Usa. All’epoca avevo cinque anni e per me è stato un gigantesco cambiamento. Ho ricordi molto nitidi di quel periodo, soprattutto dei primi mesi, in cui andavo a scuola con gli americani e non capivo una parola di inglese. Non è stato facile ma mi ha resa forte e indipendente da subito. A 12 anni poi sono tornata in Italia, dove ho finito le scuole medie e frequentato il liceo scientifico con indirizzo informatico. Crescendo sulla riviera romagnola, dove la maggior parte delle attività aprono solo nel periodo estivo, dai 15 anni in poi ho lavorato tutte le estati come cameriera in una piadineria famosa del posto.
Alla fine delle superiori – era il 2008 - mi sono trasferita a Milano per frequentare la Bocconi, dove nel 2014 mi sono laureata nella specialistica in Management of Innovation and Technology. Sono stata la prima persona della famiglia, sia da lato materno che paterno, a laurearsi. In questi anni ho fatto anche il mio primo stage, un tirocinio curriculare ad Adelaide, nel governo del sud Australia, partecipando al programma International Internship dell’università. Per tre mesi, da luglio ad ottobre 2010, ho svolto un progetto di ricerca sull'operato delle camere di commercio sul territorio. Lo stage non era rimborsato né tanto meno finalizzato all’assunzione, ma una maniera per far vivere a più ragazzi di vivere questa esperienza unica. A sostenere le spese sono stati principalmente i miei genitori: 1200 euro di volo e 700 euro al mese per vitto e alloggio.
Il secondo tirocinio si è svolto invece a Milano nel 2013, in un’azienda che crea serious games, cioè giochi digitali che simulano la realtà per educare o sensibilizzare. Ad esempio giochi che permettono di fare training ai vigili del fuoco simulando situazioni di pericolo, oppure che permettono di capire gli effetti di un'alimentazione sana o scorretta sul corpo. La "gamification" – l’applicazione di mezzi ludici a contesti diversi dal gioco - era stata materia di esame, e l’avevo trovata molto interessante. Durante questi tre mesi ho lavorato ad un progetto di ricerca europea al quale l’azienda partecipava e svolto ricerche sullo stato dell’arte delle Smart Cities in Europa e seguito le prime fasi di brainstorming del progetto. Anche questo stage non era rimborsato e aveva un futuro - ma neanche lo avrei voluto, per concentrarmi meglio sulla tesi, che iniziavo a scrivere.
In quel periodo però ho iniziato a candidarmi per i colloqui individuali della Bocconi&Jobs. A due settimane dall’inizio della fiera del lavoro, a sorpresa, sono stata chiamata da Philips per una giornata di assessment, che si è svolta di lì a breve a Milano. Eravamo otto ragazzi e una ragazza - io - e alla fine della giornata sapevo che era andata bene. Infatti dopo una settimana l’azienda mi ha richiamato per darmi la buona notizia: avrei iniziato uno stage semestrale nel Business Development B2G - business to government - ma questa volta sarebbe stato diverso. Lo stage prevedeva un rimborso di 800 euro netti al mese, più mensa aziendale, e l’assunzione era una possibilità concreta. Che poi è diventata realtà, perché finito lo stage, lo scorso giugno ho firmato un contratto di apprendistato biennale da 28mila euro lordi all’anno e da sei mesi lavoro in una posizione di supporto alla strategia aziendale.
Avendo una passione per le innovazioni penso di essere entrata nell’azienda giusta al momento giusto. Philips è in trasformazione e sono molto contenta di poter assistere a questo cambiamento. Sento di avere grandi potenzialità e che l’azienda sarebbe capace di riconoscerle.
Consiglio a tutti di non farsi abbattere anche se sembra di vivere un periodo difficile. Esistono altrettanti casi come il mio in cui il merito e le capacità sono state riconosciute dalle aziende giuste. Non è tutto da buttare in questa nostra Italia. L’estero va bene, ma quando il trasferimento è costruttivo, e non solo una via di fuga. La questione stage è fondamentale, in quanto legata a doppio filo al problema lavoro. Bisognerebbe dividere fra stage formativi e stage con finalità di assunzione. Gli stage formativi devono essere promossi dalle università durante il percorso di studi e non dopo! Non abbiamo tempo né voglia di continuare a fare stage dopo la laurea. Siamo giovani, energici, freschi e intraprendenti. Metteteci a lavorare!
Testimonianza raccolta da Annalisa Di Palo
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