Scritto il 30 Giu 2021 in Approfondimenti
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Se cercare lavoro non è facile per nessuno, per le persone nel cosiddetto “spettro autistico”, cioè con un qualche tipo di disturbo del neuro-sviluppo – che solitamente coinvolge linguaggio, comunicazione, interazione sociale – ancora meno. Eppure le persone ASD, acronimo inglese che sta per “Autism Spectrum Disorder”, non sono propriamente “disabili”. Sono “neurodivergenti”: hanno un cervello che funziona in maniera differente. Non per forza peggio. Anzi, in alcuni casi e campi perfino meglio. E su questo meglio si basa Specialisterne, un progetto avviato una ventina d’anni fa da un ingegnere informatico danese, Thorkil Sonne, che per questa attività di imprenditoria sociale innovativa è stato anche nominato Ashoka Fellow. Puntare sui punti di forza. In particolare, formare le persone con sindrome di Aspeger affinché acquisiscano competenze informatiche, costruire per loro dei percorsi professionali ad hoc, e trovare aziende capaci di riconoscere questi talenti “nascosti” e valorizzarli.
Dal 2017 Specialisterne esiste anche in Italia, e il suo primo cliente è stata proprio una delle aziende virtuose della Repubblica degli Stagisti: everis. La multinazionale spagnola già aveva avviato una collaborazione con Specialisterne nella sua sede di Barcellona; estenderla alla filiale italiana è stato quasi naturale: «Grazie alla particolare propensione all'inclusione delle diversità manifestata dal team di everis in Italia si è potuto partire con un primo progetto con dieci lavoratori a Milano» racconta Alvise Casanova, responsabile della direzione commerciale di Specialisterne: «Questo ha permesso di creare una sede stabile in Italia».
Dal 2017 a oggi «abbiamo inserito quattordici persone con sindrome di Asperger dell’età media di 25 anni provenienti da tutta Italia» conferma Patrizia Manganaro, executive director di everis Italia [nella foto accanto, durante il Diversity Day cui everis ha partecipato proprio un paio di settimane fa]: «Attualmente ne abbiamo in forza undici, di cui dieci assunte con un contratto di somministrazione a tempo indeterminato e una assunta direttamente da everis a tempo indeterminato».
«Siamo fieri di essere stati pionieri di questo progetto in Italia e la sfida dei prossimi anni è che anche altre aziende lo prendano come esempio, perché crediamo che la diversità costituisca una ricchezza e possibilità di crescita» continua Manganaro. E infatti a everis si sono aggiunte in questi quattro anni una quindicina di altre aziende, tra cui un’altra delle aziende dell'RdS network: Flex.
Il lavoro di Specialisterne consiste nel selezionare e formare «consulenti qualificati in ambito digitali, IT ed amministrativi come ad esempio software testing, programmazione software, gestione di dati». Al momento Specialisterne ha uno staff di sei dipendenti a tempo indeterminato più trentacinque lavoratori somministrati, cioè assunti da Specialisterne – che è una agenzia per il lavoro a tutti gli effetti – e “prestati” appunto alle aziende clienti. «L‘idea alla base di Specialisterne» si legge sul sito «vuole dimostrare come le persone con autismo e condizioni simili possano contribuire in modo prezioso e sostanziale al mercato del lavoro, una volta ricevuti la comprensione e il sostegno necessari per eccellere».
In everis, per esempio, i talenti provenienti da Specialisterne vengono assegnati a progetti di software testing application supporto e System monitoring: «Per loro natura le persone con sindrome di Asperger hanno innumerevoli punti di forza, tra cui il mantenere la concentrazione per periodi più lunghi della media, perseverare nello svolgere mansioni ripetitive, riconoscere modelli e patterns, individuare deviazioni in dati, informazione e sistemi, prestare molta attenzione ai dettagli e individuare errori che altri trascurano» conferma Manganaro: «Per questo motivo risultano particolarmente efficaci nello svolgimento di attività che richiedono meticolosità, schemi di lavoro ben definiti e precisione».
Idem in Flex, che collabora con Specialisterne dal 2018. «Per quanto riguarda le persone che finora abbiamo inserito, in alcuni casi le mansioni prevedono lo svolgimento di attività costanti e regolari come l’esecuzione di alcuni test specifici su dispositivi elettromedicali per verificarne qualità e affidabilità» spiega Valeria Ferreri, regional HR business partner di Flex: «In altri casi si tratta di mansioni come software unit test, code review e code inspection, esecuzione di protocolli di system test, che richiedono un background universitario e la capacità di avere una visione di insieme. In generale, si tratta di mansioni che richiedono elevata cura al dettaglio e precisione».
Per entrambe le aziende la collaborazione con Specialisterne non è una azione “spot”, fine a sé stessa. «S’inserisce in un percorso più ampio che stiamo portando avanti per promuovere la diversità in ogni sua sfaccettatura» conferma Manganaro di Everis: «Il nostro obiettivo è sempre stato quello di cambiare la percezione della diversità e identificarla come un valore aggiunto. L’inclusione della neurodiversità ci ha permesso non solo di avere risorse di talento, ma anche di migliorare le soft skills dei nostri manager che gestiscono questi talenti e di creare una cultura inclusiva di cui beneficiano tutti i dipendenti».
In Flex, similmente, la collaborazione fa parte di una iniziativa più ampia chiamata “Flexibility Project”, avviata nel 2017: «Ciò che ci ha spinti come azienda ad avvicinarci alla tematica della neurodiversità e a lanciare questo progetto è il desiderio di valorizzare, in ambito lavorativo, il talento delle persone con neurodiversità. Caratteristiche generalmente associate ad autismo e sindrome di Asperger, come la precisione e l’attenzione ai dettagli, infatti, hanno rappresentato sin da subito un fit perfetto con alcune delle nostre posizioni, e sono di grande valore aggiunto nel settore hi-tech in cui operiamo». Tra il 2017 e oggi Flex ha inserito otto persone nell’ambito del progetto Flexibility – una tramite assunzione diretta, tre in stage, e quattro in somministrazione tramite Specialisterne: «Sono persone con diversi background lavorativi e scolastici ed età diverse. Alcuni sono ragazzi in età universitaria mentre altri sono adulti».
In tutto Specialisterne ha inserito nel mondo del lavoro italiano una cinquantina di lavoratori «di tutte le età», specifica Alvise Casanova, «dal ventenne al cinquantenne con famiglia e figli. Alcuni, dopo un primo periodo in stage o in somministrazione, sono stati assunti direttamente dall'azienda in cui avevano iniziato il percorso».
Ma come funziona in concreto la collaborazione? «È un lavoro a quattro mani con Specialisterne che consiste in una fase iniziale di preparazione del ragazzo al colloquio con l’azienda e un incontro congiunto people-recuiting e management» racconta Manganaro di everis: «Durante il colloquio, ponendo attenzione a fare domande dirette e specifiche, si ha l’obiettivo di indagare soft skills, potenzialità e competenze tecniche maturate, con lo scopo di scegliere insieme il progetto più adeguato e in linea alle loro caratteristiche. Ci tengo a precisare che le soft skills sono importanti quanto le competenze tecniche e non sono solo elementi da aggiungere al curriculum, bensì indispensabili per la crescita delle persone e dell’azienda stessa». E questo vale per tutti: neurodivergenti e non!
In Flex, quando per una posizione si valutano le candidature che provengono da Specialisterne, «se i cv sono in linea con la posizione, valutiamo insieme con la coach di Specialisterne se i candidati possono essere un buon fit con il dipartimento» spiega Ferreri: «Poi li incontriamo in un normale colloquio in cui sono presenti un membro del nostro team Hr, il manager del team in cui è aperta la posizione e la coach di Specialisterne. Se il colloquio va bene procediamo con l’inserimento». A quel punto «Il primo giorno il nostro team HR li accoglie, dà loro il benvenuto, mostra l’azienda e racconta le nostre consuetudini. Dopodichè li presenta al team in cui sono inseriti» continua Ferreri: «La coach Specialisterne è presente in Flex il primo giorno e li supporta nell’inserimento. In Flex sono affiancati da un tutor, che spiega le mansioni e le attività, soprattutto nei primi giorni. In seguito la coach Specialisterne viene generalmente in azienda una volta a settimana per incontrarli e dare un supporto costante».
Una cosa interessante è che le finalità del progetto non si esauriscono nella formazione e nel “collocamento” delle persone neurodivergenti, ma si allargano alla «sensibilizzazione sulla neurodiversità con iniziative volte a promuovere in azienda la diversità come risorsa e contrastare eventuali stereotipi e pregiudizi», come specifica Valeria Ferreri di Flex: «Nel corso di questi quattro anni abbiamo organizzato laboratori creativi, training specifici, webinar e workshop dedicati al tema, che hanno coinvolto oltre 200 dipendenti e manager». Perché le sfide e le criticità nel portare avanti un progetto del genere non mancano: all’inizio bisogna «abbattere il muro dei pregiudizi», conferma Ferreri, perché troppo spesso «si incontra ancora disinformazione e confusione sul tema».
Ma ci sono anche grandi soddisfazioni: «I feedback positivi da parte di colleghi e dei manager» e poi, dal punto di vista delle persone provenienti dal canale Specialisterne, «la completa integrazione nei team in cui sono stati inseriti» dice ancora Ferreri: «Sia la collaborazione diretta con loro, sia tutti i momenti formativi e di sensibilizzazione hanno rappresentato una grande fonte di arricchimento per tutti i nostri colleghi».
«Aiutare le persone con autismo e Asperger nel diventare consulenti informatici è per noi motivo di grande orgoglio» aggiunge Manganaro di everis: «Credo che la diversità, in ogni sua forma, ci renda davvero unici. Grazie a questa collaborazione oggi conosciamo meglio noi stessi, siamo tutti cresciuti come persone e abbiamo scoperto nuove consapevolezze!».
E per il futuro? Il Covid paradossalmente non ha danneggiato l’attività di Specialisterne, anzi: «La richiesta delle aziende per inserire professionisti in ambito informatico è notevolmente aumentata nel 2021» dice Casanova «e questo ci ha permesso di formare ed inserire molti lavoratori in questi primi sei mesi dell'anno». Quello di cui il progetto ha bisogno per crescere, adesso, è avviare qualche «collaborazione con le scuole e università» e naturalmente trovare più «disponibilità delle aziende ad inserire nel loro staff persone neurodivergenti». Come hanno fatto everis e Flex, con grande soddisfazione.
[La foto di apertura è tratta dal sito della Specialisterne Foundation]
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