Jacques Attali nei guai: secondo Le Monde la sua associazione usa troppi stagisti

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 14 Ago 2009 in Notizie

Dopo il caso-stagisti in Inghilterra, riportato dal Guardian e dal Financial Times, la querelle  sull'utilizzo (s)corretto dello strumento dello stage – per risparmiare sul personale  scoppia anche in Francia. Giovedì 8 agosto, infatti, sul quotidiano Le Monde è apparsa la notizia: «PlaNet Finance cerca stagisti molto qualificati». Dove il "molto" va letto come "troppo": nell'attacco del pezzo, infatti, la giornalista Francine Aizicovici mette subito in chiaro che cercare uno stagista per fargli fare il «capo-gabinetto del vicepresidente»,  requisito minimo formazione universitaria (meglio se Grande Ecole, che in Francia equivale al top per la pubblica amministrazione), proponendogli sei mesi a 400 euro al mese, è quantomeno sospetto.
Specialmente se a proporre questi stage non è un'azienda qualsiasi, ma la ong di un influente economista,
Jacques Attali [foto], che non più di due anni fa incaricato dal neopresidente Nicolas Sarkozy di costituire una commissione bipartisan di "sapienti" che elaborasse un piano per la crescita economica della Francia si era speso a favore dei giovani, condannando l'utilizzo degli stage come escamotage per non pagare i dipendenti. Scrive infatti Aizicovici: «Ancor più sorprendente è l'origine di questa offerta: PlaNet Finance, l'associazione specializzata nello sviluppo internazionale della microfinanza, presieduta da Jacques Attali, che alla data del 5 agosto proponeva quattordici stage e quattro contratti di lavoro». E ricorda: «Il Rapporto del 2008 della commissione Attali "Per la liberazione della crescita francese" preconizzava che "Gli studenti in stage [dovessero] essere decentemente remunerati". Altra sorpresa: in PlaNet Finance, i posti di capo-gabinetto del presidente e del vicepresidente sono occupati da stagisti, che cambiano ogni sei mesi. Malgrado il rapporto Attali sottolineasse che le imprese "che ricorrono in maniera costante agli stagisti per occupare dei posti di lavoro, invece di assumere giovani in maniera stabile, devono essere dissuase"».
In Francia c'è una legge che prevede l'obbligo di pagare almeno 400 euro al mese (il 30% dello smic, il salario minimo garantito) tutti gli stage che durino più di due mesi. E PlaNet Finance si attiene scrupolosamente alla normativa. Ma questo basta? Le Monde ha provato a chiederlo direttamente all'interessato, Attali, che però ha fatto sapere di non avere tempo per una dichiarazione, lasciando che fosse l'ufficio stampa dell'associazione a replicare sinteticamente che «non vi è alcun abuso di stagisti», e che il 30% viene poi assunto.
Interpellata poi anche dal quotidiano di sinistra Liberation, la stessa responsabile dell'ufficio stampa ha aggiunto che «gli stagisti sono tutti ancora studenti» e che vengono pagati poco perchè PlaNet Finance «non è un'impresa profit, bensì una ong con un budget molto limitato»; ma poi le è sfuggito anche un particolare poco edificante: «Su 100 dipendenti, solo una trentina sono stagisti»: il che vuol dire che quasi un terzo degli impiegati degli uffici di Parigi sono stagisti.
La risposta non basta a Génération Precaire, il collettivo che difende gli stagisti francesi, che prontamente replica sottolineando prima di tutto di aver denunciato la contraddizione di Attali e l'utilizzo spregiudicato di stagisti nella sua associazione già nel giugno del 2008. Il commento di Nicolas Tamalet al settimanale Nouvel Observateur è categorico: «Gli stagisti a PlaNet Finance si susseguono in posti di responsabilità e ben pochi vengono assunti. E anche se Attali li paga 400 euro al mese, si limita a rispettare la legge, nulla di più». Tamalet ricorda anche nell'intervista che non vi sono dati ufficiali sul numero degli stage in Francia, ma che Génération Precaire stima che siano ormai 1 milione e 200mila all'anno. Il caso PlaNet Finance, insomma, non è che la punta dell'iceberg.

Eleonora Voltolina


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- «Stagisti inglesi, il Guardian svela: un ente vigilerà affinché le aziende non li sfruttino»
- «La denuncia del Financial Times: "Le aziende smettano di prendere stagisti per coprire i loro buchi di organico, e comincino a pagarli"»
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