L'Italia può ancora essere un "paese per giovani", o la fuga è l'unica soluzione? Dibattito a Milano con Eleonora Voltolina e Alessandro Rosina

redazione

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Scritto il 17 Dic 2009 in Notizie

La lettera di Pier Luigi Celli ha fatto scalpore. Quella lettera aperta in cui il direttore generale della Luiss - una delle più importanti università private del nostro Paese - consigliava  al figlio laureando, dalla prima pagina del quotidiano Repubblica, di scappare dall'Italia: «Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio», perchè un giovane brillante e volenteroso guadagna «un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all'attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai». Ed è vero, purtroppo.
Ma la soluzione è davvero solo quella della fuga «dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati», come suggerisce Celli? Davvero i giovani italiani non hanno altre possibilità, e devono scegliere tra emigrare o restare in Italia grazie all'aiuto dei genitori che pagano i conti, integrano i magri stipendi e fungono da "ammortizzatori sociali" nei periodi di vuoto tra uno stage e l'altro, tra un contratto a progetto e l'altro?
Il dibattito è aperto. C'è chi è andato all'estero ed è contento della sua scelta, la consiglia ad amici e parenti, e guarda chi resta con un misto di compassione e irritazione, della serie: "Ma come fate a restare lì? Ma perché non gli ridete in faccia, a quelli che vi offrono contratti da tre mesi o stipendi da 900 euro al mese?". C'è chi resta e si piega al sistema, volente o nolente, accettando retribuzioni da fame e facendo finta che sia normale a trent'anni doversi fare pagare l'affitto da papà o il dentista da mamma. E poi c'è chi non ci sta e prova a ribellarsi, ad alzare la testa, a chiedere al mondo imprenditoriale opportunità e condizioni lavorative dignitose e alle istituzioni riforme e controlli. Restando in Italia, però: che non sarà un Paese per giovani, ma è il nostro Paese.

Il circolo interuniversitario del PD di Milano organizza giovedì 17 dicembre un incontro su questo tema: «Non è un paese per giovani !!! per la nostra generazione è possibile un riscatto?» [nell'immagine qui sopra, la bella locandina disegnata per l'occasione da Danilo Aprigliano]. Gli ospiti sono Alessandro Rosina, docente universitario e autore del libro Non è un paese per giovani (Marsilio), ed Eleonora Voltolina, direttore della Repubblica degli Stagisti. Per una riflessione sull'Italia di oggi, sulle opportunità che offre ai suoi giovani, sui modi per uscire dallo stallo e tornare a investire sulle nuove generazioni.  A fare gli onori di casa
il portavoce del circolo Guido Zichichi e Giorgio Uberti, membro della direzione regionale dei Giovani Democratici della Lombardia.
L'appuntamento (anche
su Facebook): è per le ore 21 a Milano, al Circolo di Porta Venezia in via Pergolesi 15 (a due passi dalla stazione Centrale - le fermate di metropolitana più vicine sono Loreto sulla linea rossa e Caiazzo sulla linea verde).

Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:
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