Rossella Nocca
Scritto il 23 Lug 2020 in Approfondimenti
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Nell'estate dell'anno scorso la Repubblica degli Stagisti aveva intervistato il responsabile dell’Ispettorato nazionale del lavoro, Leonardo Alestra, rispetto ai risultati dei controlli effettuati nel 2018 e alla programmazione per il 2019. Alestra aveva assicurato come i tirocini fossero ancora tra i settori prioritari di intervento, specificando che era «prevista la pianificazione di specifiche iniziative di vigilanza in materia».
Eppure nel “Rapporto annuale dell’attività di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale” di quest'anno i tirocini sono completamente assenti. Così come non se ne fa menzione nel “Documento di programmazione per la vigilanza per il 2020”, finalmente pubblicato ieri, mercoledì 22 luglio (essendo che indica le priorità dell'anno in corso, che arrivi alla fine del settimo mese sui dodici complessivi non è il massimo...). Dunque dopo due anni in cui i tirocini erano stati inseriti «tra gli ambiti principali di intervento per l’attività di vigilanza dell’Ispettorato nazionale del lavoro», nel 2018 e 2019, per quest'anno invece il ministero del Lavoro decide di invertire la rotta: il problema degli stagisti sfruttati evidentemente non sembra più prioritario.
L'Ispettorato nazionale del lavoro prova a mitigare la notizia, assicurando che l'attività di controllo comunque procede anche quest'anno. «La pianificazione di verifiche ispettive specificamente mirate ad arginare il fenomeno del ricorso improprio ai tirocini» dice Alestra «rientra nell’ambito della più ampia azione di contrasto dell’utilizzo di tipologie contrattuali atipiche o flessibili, spesso instaurate solo formalmente al fine di dissimulare veri e propri rapporti di lavoro subordinato, dando luogo a fenomeni di elusione contributiva e di sfruttamento dei lavoratori interessati».
«Nell’ambito del Rapporto annuale sull’attività di vigilanza anno 2019» aggiunge il capo dell'Ispettorato «è stata rappresentata la più ampia categoria di violazioni concernente la “riqualificazione” dei rapporti di lavoro, riguardante l’utilizzo non soltanto di tirocini formativi ma anche di altre forme contrattuali fittizie quali le collaborazioni autonome, il lavoro intermittente o il part-time. Tali illeciti, nel corso dell’anno, hanno riguardato complessivamente 5.827 lavoratori».
Su nostra richiesta l’Ispettorato ha disaggregato i dati relativi ai tirocini formativi irregolari scovati. «Il personale ispettivo ha provveduto alla corretta qualificazione dei relativi rapporti di lavoro di 506 pseudo-tirocinanti» ha spiegato Alestra «oltre che alla contestazione di altre tipologie di violazione degli adempimenti formali concernenti l’instaurazione dei medesimi rapporti di lavoro, che hanno riguardato 14 casi». Secondo l’Ispettorato, quindi, il dato numerico delle irregolarità complessivamente accertate nel corso del 2019 risulta incrementato di oltre il 32 per cento rispetto al totale degli illeciti rilevati nel corso del 2018 in occasione dei controlli effettuati sui tirocini formativi e di orientamento. Ma comunque ancora largamente inferiore rispetto ai 1.800 del 2017. E il fatto che i tirocini non siano più indicati tra le priorità rende plausibile che il numero di controlli specificamente volti a scovare gli stagisti sfruttati non salirà.
Alla nostra richiesta di conoscere il numero complessivo di controlli effettuati sui tirocini, la risposta dell'Ispettorato è che «non è quantificabile in quanto la programmazione dell'attività ispettiva, anche quando finalizzata alla verifica della genuinità dei tirocini formativi, è caratterizzata dal riferimento all'azienda interessata e ai settori Ateco e non ai fenomeni di irregolarità rilevati a seguito dell'accertamento».
In realtà, però, due anni fa lo stesso Alestra aveva fornito questi dati: «Gli Ispettorati territoriali del lavoro hanno effettuato sui tirocini anche controlli meramente amministrativi, la loro rendicontazione va suddivisa in: 1.473 controlli di matrice esclusivamente lavoristica, condotti d’iniziativa dagli Itl, risoltisi con esito regolare in 862 casi e con esito irregolare in 356 casi, ovvero oltre il 24% del totale. Mentre 256 sono i controlli ancora in corso e 189 le verifiche amministrative richieste dalle Regioni, con 120 controlli risultati regolari e 36 irregolari, ovvero il 19% del totale». Perchè quest'anno questo spaccato non sia disponibile quest'anno non è purtroppo dato sapere.
Ma cosa succede quando viene scovato un tirocinio fasullo? «All’esito di tale tipologia di accertamento il personale ispettivo degli Uffici territoriali dell’Inl provvede alla cosiddetta “riqualificazione” del rapporto di lavoro e al conseguente recupero dei contributi dovuti» spiega Alestra «oltre che, naturalmente, all’irrogazione delle sanzioni amministrative per tutti gli illeciti riscontrati».
«Il problema complessivo» spiega Maria Giorgia Vulcano, delegata alle politiche giovanili e ai tirocini extracurriculari del Nidil Cgil nazionale e coordinatrice per la Puglia «è che, essendo una materia in cui la regione ha totale potestà legislativa, ci sono maglie talmente larghe che non c'è strumento di controllo omogeneo sull'effettiva adempienza di soggetti promotori e ospitanti e questo presta il fianco a sfruttamento».
Il Nidil Cgil, che ha già diversi contenziosi in atto per il riconoscimento dell’uso non genuino della formula del tirocinio, si candida per dare un contributo più concreto alla lotta alle irregolarità. «Stiamo proponendo una piattaforma rivendicativa che ci consenta, attraverso le confederazioni regionali, di far luce sulle zone d’ombra e di riuscire a intervenire in azienda per difendere i diritti dei tirocinanti. Faremo anche un opuscolo per definire i profili di un tirocinio genuino e differenziarli dall’utilizzo di manodopera a basso costo per le aziende».
A dimostrazione degli abusi legati allo strumento, ci sono i settori in cui si ricorre maggiormente al tirocinio: commercio, ristorazione e alloggio, magazzinaggio e trasporti. Quanto all’industria, solo un tirocinante su dieci viene formato da un punto di vista ingegneristico-scientifico.
Il rischio è che nel post lockdown l’uso scorretto di forme di impiego a basso costo possa proliferare. «Temo che alla luce dell'emergenza, quella sociale e occupazionale che è solo all'inizio tanti rapporti che già nascevano precari lo saranno ancora di più» conclude Vulcano: «Quest’estate, nelle località turistiche in particolare, ci sarà bisogno di nuova forza lavoro e si troveranno strade per compensare quanto si è perso in questi mesi. Per questo chiediamo di intensificare i controlli, potenziando il personale demandato alle ispezioni». A questo proposito, è scaduto lo scorso 15 luglio il bando per l'assunzione a tempo indeterminato di 264 unità nel ruolo di funzionario amministrativo e giuridico-contenzioso, che dovrebbero implementare anche la squadra destinata a scovare le irregolarità.
In attesa degli innesti, attendiamo ora gli sviluppi rispetto all'attività di vigilanza finalmente, anche se con grande ritardo, pianificata.
Rossella Nocca
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