1800 tirocini fasulli scovati dagli ispettori del lavoro l'anno scorso, «uno dei più frequenti fenomeni di violazione»

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 18 Giu 2018 in Interviste

controlli sui tirocini finti stage ispettori del lavoro normativa stage extracurriculare

Quest'anno i lavori mascherati da tirocinio – leggi: l'utilizzo truffaldino e meschino dello strumento dello stage per risparmiare sul personale – sono una delle priorità degli ispettorati del lavoro. Ciò vuol dire che gli ispettori che quotidianamente visitano le imprese italiane per controllare che sia tutto in regola hanno adesso esplicitamente il mandato di verificare accuratamente il rispetto delle normative sugli stage: una circolare spiega nel dettaglio quali aspetti monitorare. Già senza che i tirocini fossero evidenziati come priorità, l'anno scorso gli ispettori avevano stanato circa 1.800 stage fasulli. La prospettiva è che quest'anno ne scovino ancora di più: «C'è una profonda differenza tra la prestazione del tirocinante e un rapporto di lavoro subordinato: abbiamo deciso di fare una circolare e dare indicazioni precise per ristabilire ordine sulla materia» spiega Paolo Pennesi, capo dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro. La Repubblica degli Stagisti lo ha intervistato.

stage lavoroPer noi della RdS questa vostra decisione di inserire tra i settori prioritari di intervento per la vigilanza nel 2018 anche i tirocini è la notizia – l’abbiamo attesa per quasi un decennio. Come mai avete deciso di focalizzare questo tema?
Le ragioni sono fondamentalmente due. La prima è che, nel filone di attività che svolgiamo sui temi della corretta qualificazione dei rapporti di lavoro abbiamo riscontrato che uno dei fenomeni più diffusi a livello statistico, insieme alle collaborazioni e le false partite Iva, è quello del falso tirocinio in funzione  sostitutiva di una normale assunzione. L’altro elemento è che abbiamo cominciato a vedere un orientamento della giurisprudenza di merito un po’ troppo confusionario e avventurista sulla identificazione dei presupposti del tirocinio, secondo me anche equivocando la disciplina statale e regionale in materia. Mi riferisco per esempio ad alcuni pronunciamenti del tribunale di Napoli, che sono quasi imbarazzanti: si finisce per dire che la piena fungibilità del tirocinante col lavoratore subordinato è una circostanza che di per sé non significa falso tirocinio. Oppure che sia un dato irrilevante, ai fini della corretta qualificazione, che il tirocinante svolga le stesse identiche e analoghe attività di quelle prestate dai dipendenti presso la società ospitante. O irrilevante anche il fatto che sia tenuto a fare lavoro straordinario o supplementare o che venga inserito nel piano ferie aziendale. Qui si finisce per non avere più chiaro quali sono le caratteristiche fondamentali del tirocinio e del tirocinante!

Come se non ci fosse differenza con i lavoratori.
Già. Ma siccome noi continuiamo a ritenere che nonostante queste “avanzate” letture giurisprudenziali ci sia una profonda differenza tra la prestazione del tirocinante e un rapporto di lavoro subordinato, abbiamo deciso di fare una circolare e dare indicazioni precise, per ristabilire un po’ d’ordine su tutta la materia.

Approfondiamo allora la prima di queste ragioni. Lei dice: abbiamo riscontrato statisticamente la presenza di tirocini fasulli. Però nel vostro rapporto annuale 2017 e non emerge nessun dato specifico al riguardo.

Perché non è un dato previsto dal nostro sistema di rilevazione; ma abbiamo fatto un’analisi di approfondimento provincia per provincia. Il dato sintetico è c’è un buon 25% della casistica di riqualificazioni che noi abbiamo fatto che afferisce al tirocinio.

Se avete individuato 5.600 riqualificazioni nel 2017…
Il 25% di queste 5.600 è riferibile a fenomeni di tirocini non corretti.

Dunque ci sono stati all’incirca 1.800 casi scovati da voi di tirocini fasulli l'anno scorso. Ma ci sono abbastanza ispettori per svolgere questo lavoro di controllo? In forza all'Ispettorato ne risultano 2.100 sul territorio.
Quei 2.100 sono quelli di provenienza ministeriale, poi ne abbiamo altri 1.200 di provenienza Inps e 290 di provenienza Inail. Complessivamente abbiamo un corpo ispettivo che ammonta a circa 3.600 ispettori attivi.

Le faccio questa domanda perché nel corso di questi anni mi è stato detto che una delle ragioni principali per cui non si facevano controlli sui tirocini era che c’erano troppi pochi ispettori.
Avendo gli ispettori il compito di controllare il mondo del lavoro tout-court – fenomeni lavoristici, previdenziali, assicurativi – dire che sono troppo pochi gli ispettori è una risposta che potrebbe valere per tutto, non solo per i tirocini. Noi abbiamo da riscontrare violazioni e fenomeni patologici che attengono chiaramente non solo al tirocinio: appalti illeciti, problemi di superamento dell’orario di lavoro, fenomeni legati alla tutela dei minori, delle donne in gestazione... Dobbiamo controllare tutto il diritto del lavoro: dunque di anno in anno selezioniamo delle priorità attraverso una commissione presieduta dal ministro in cui siedono tutti gli organi istituzionali, le parti sociali, datoriali e sindacali. Quest’anno il tirocinio, per le due ragioni che le ho detto, è tra questi elementi fondamentali. Non che negli anni scorsi non scoprissimo tirocini non corretti, diciamolo chiaramente; solo che non era una priorità di azione comune.

L'ex ministro Poletti ha promesso l'assunzione di 150 nuovi ispettori.
Sì, il decreto è stato approvato e definito, adesso è al vaglio della Corte dei conti. Ci prepariamo a fare un concorso per assumere 150 ispettori in più, che daranno una mano.

Si può dire che entro la fine dell’anno entreranno in servizio?
No. Con i tempi che corrono ci immaginiamo un oceano di domande: quando si bandisce un concorso pubblico per 150 posti arrivano 70-80mila candidature, quindi dovremo organizzare una procedura concorsuale per quella grande mole di candidati. Possiamo dire che entro l’anno lo bandiremo sicuramente, e nell’arco del 2019 le prove saranno ultimate. Quindi a fine 2019 potremmo avere l’ingresso dei 150 ispettori.

Adesso due domande un po’ tecniche. Cosa succede se un vostro ispettore si reca in un’azienda per un controllo e si trova di fronte a un tirocinante straniero? L’azienda deve rispettare la normativa vigente in Italia e in particolare in quella Regione, oppure può essere applicata la normativa del Paese di provenienza dello stagista?
Questo tipo di problema lo abbiamo avuto in particolare con la Francia, con dei gruppi francesi operanti in Italia che intendevano per stage qualcosa che non era assolutamente il tirocinio previsto dalla nostra regolamentazione. La risposta è no: nell’ambito dei nostri confini nazionali la normativa da applicare è quella italiana, senza questioni. I casi di “distacco” che si conoscono – transfrontalieri o di lavoratori stranieri – sono un fenomeno completamente diverso, che consente di applicare la disciplina del Paese di provenienza. Ma il meccanismo del distacco per il tirocinio non funziona.

Seconda domanda tecnica. Cosa succede, d’ora in poi, se gli ispettori si imbattono in tirocini che hanno dei chiari profili di irregolarità, ma sono inquadrati come curriculari? Poniamo il caso di un ispettore che si accorga che il ragazzo è usato come un dipendente, oppure che fa un orario di lavoro esagerato, oppure che c’è un numero di stagisti che eccede il numero massimo; tutte violazioni più o meno gravi – però questo tirocinio è curriculare. Cosa può fare l’ispettore?
In questo caso la ricostruzione di un rapporto di lavoro presenta delle criticità proprio perché non si tratta di un tirocinio extracurricolare. Quindi l’obbligo è di segnalarlo immediatamente alle autorità scolastiche: la segnalazione di patologie come queste potrebbe portare al fatto che quell’azienda non possa più ospitare stagisti in futuro.

Quindi di fatto se voi troverete qualche tirocinante curriculare in una situazione non buona, non farete il rapporto però farete la segnalazione, per esempio, all’ufficio stage dell’università.
Assolutamente. O anche agli uffici delle scuole medie superiori per i periodi di alternanza scuola-lavoro. Pensare di poter scambiare l’attività dell’alternanza con quella di un vero rapporto di lavoro di fatto va assolutamente stigmatizzato. Comportamenti come questo vanno riferiti alle autorità scolastiche: “Ci sono tante aziende più serie: sceglietele meglio”.

Una volta, prima che ci fossero le normative regionali, c’era una sola legge che faceva fede per tutto, la 142/1998. Questa legge è stata parzialmente superata,
a partire dal 2013, dalle linee guida e le varie leggi regionali. Per i curriculari è rimasta in vigore, però ormai è depotenziata. Voi, come ispettorato del lavoro, auspichereste che finalmente venisse proprio riformata, facendo una nuova normativa proprio ad hoc per i tirocini curriculari? Vi potrebbe essere utile?
Secondo me non è un problema di normativa. Per individuare le violazioni eclatanti non c’è bisogno di una legge specifica. I tratti distintivi dei due istituti sono talmente evidenti, talmente chiari che non necessitano di essere un’altra volta ribaditi con previsioni di carattere regolatorio. Pensare che il tirocinante deve lavorare alla catena con i lavoratori dipendenti, o che debba presentare il piano ferie, o che abbia degli obiettivi di produttività individuale, sono cose che stridono in modo talmente evidente che andarle a ribadire sembrerebbe quasi inutile.

Ultima domanda sull'argomento curricolari-extracurricolari. Poniamo il caso di un’azienda che, per il suo numero di addetti, potrebbe avere al massimo 10 stagisti. Però noi sappiamo che questa proporzione prima, con la vecchia normativa del 1998, si applicava sulla totalità degli stagisti, mentre adesso si applica solo sui tirocinanti extracurriculari. Mettiamo che i vostri ispettori trovino, in quest’azienda che ha 100 dipendenti, 10 stagisti extracurriculari e 10 curriculari provenienti da varie università. Quindi di fatto il numero è doppio rispetto al consentito, però in punta di diritto in realtà la proporzione con gli extracurriculari è rispettata. Voi cosa fate di quegli altri 10 in più curriculari?
Questo è uno dei casi limite più complicati e complessi. Quel che posso ribadire è che la nostra circolare non si applica ai tirocini di carattere curricolare. Quindi bisogna vedere molto attentamente, anche sul discorso percentuali, quello che va esaminato di volta in volta. Però, sia per le violazioni dei massimi percentuali sia per altri aspetti, mi sembra difficile ricondurre a una disciplina del rapporto di lavoro tout-court anche le irregolarità riferite ai tirocini curriculari, così come invece viene fatto tranquillamente per gli extracurriculari.

Nel corso degli anni abbiamo tante volte incrociato nel nostro cammino centri per l’impiego, università, sindacati che ci hanno detto: “Noi, se gli ispettorati lo volessero, avremmo una bella lista di aziende in gli ispettori potrebbero andare a colpo sicuro; solo che non è detto che gli ispettorati ci vogliano stare a sentire”. Come individuerete d’ora in poi le aziende da andare a verificare? Avete pensato a un modo per  cercare di andare là dove è più probabile trovare un abuso di tirocini?
La risposta è scontata: certamente sì. Mi sembra curiosa l’obiezione “non sappiamo se gli ispettorati ci daranno retta…”. Noi abbiamo una linea di attività che è fatta su richiesta delle parti. Da sindacati, patronati, associazioni datoriali, da tutte le forze intermedie riceviamo qualcosa come 100mila richieste di interventi all’anno. Molti degli interventi che sono stati fatti in questi anni sono partiti proprio da segnalazioni. Quindi se ci arrivano spunti o indicazioni per noi sono solo benvenuti: ci aiutano a andare meglio a segno. Però già adesso, quando andiamo a mettere il naso sui tirocini, direi che la percentuale di regolarità – cioè che tutto vada liscio – è molto bassa. Se andiamo a fare un controllo su quello significa che già abbiamo avuto una indicazione, quella che in gergo tecnico si può chiamare una soffiata, che qualcosa non funziona. In particolare il classico fenomeno del licenziamento collettivo con sostituzione del personale con tirocinanti.

Incrociando le comunicazioni obbligatorie sull’avvio dei tirocini con quelle sugli avvii successivi di contratti si potrebbero andare a verificare prima di tutto le aziende che prendono continuamente stagisti senza mai assumerne nessuno.
Sì, certo. L’elemento di stabilizzazione per noi è un indicatore molto chiaro. O anche le attività stagionali, molto interessate dal fenomeno dei tirocini che, guarda caso, coincidono sempre coi periodi di punta.

Tutti i tirocini che impazzano a dicembre nei negozi, proprio in occasione dei regali natalizi, dicono qualcosa sulla genuinità no?
Come anche quelli attivati su diplomati delle scuole alberghiere. Siamo già pronti a fare un test, perché di questi fenomeni in passato ne abbiamo visti. Oppure le aziende di call center che fanno infornate di centinaia di tirocinanti. Conoscendo il ciclo produttivo del call center, qualche dubbio viene: dove una sola funzione e attività evidentemente puoi fare, quella di operatore telefonico, com'è possibile immaginare un percorso di tirocinio?

Bisogna che le attività siano compatibili.
Assolutamente sì. Per questo nella circolare abbiamo specificato il passaggio sulle attività semplici e ripetitive.

Possiamo anche sperare in controlli più attenti sull’abuso di stagisti in tutto il settore del commercio e della piccola e grande distribuzione?
È uno dei filoni sui quali c’è maggiore fenomeno di violazione, quindi chiaramente è uno degli obiettivi primari.

Ultima domanda. Pubblicherete l'anno prossimo un report sulla vostra attività di controllo sui tirocini del 2018?
Sì. Stiamo cercando di mettere a punto dei correttivi nelle nostre procedure informatiche che ci consentano di statisticare quei dati che  oggi non le so dare, perché non sono oggetto di una specifica evidenza, sul fenomeno del tirocinio. L’anno prossimo spingendo un bottone dovremmo avere dei dati più analitici in termini di percentuale: un focus dal punto di vista quantitativo e non solo, un piccolo dossier della campagna ispettiva fatta.

Intervista di Eleonora Voltolina

Community