Meritocrazia, una notte per convincere i giovani a crederci (e le aziende a metterla in pratica)

Lorenza Margherita

Lorenza Margherita

Scritto il 26 Mag 2012 in Notizie

Una «Notte dei talenti» per dimostrare che in Italia non si va avanti solo con spintarelle e raccomandazioni. stage lavoroL'ha organizzata il Forum della meritocrazia, think tank nato dal network People in Touch, alcune sere fa presso l’Auditorium Fondazione Cariplo di Milano - per distribuire premi a chi è riuscito a distinguersi  in ambito professionale e pubblico solo grazie ai propri meriti. «Quando alcuni mesi fa è nato il Forum è stato chiesto a un comitato direttivo di nomina esterna, composto da esperti cacciatori di teste provenienti da Egon Zehnder, Experis, Roland Berger e dal dal Politecnico di Milano di selezionare cento nominativi di persone che ricoprono ruoli importanti in diversi settori» ha spiegato alla Repubblica degli Stagisti Mattia Badino, 27 anni, milanese, che lavora nel settore risorse umane presso Michael Page Italia ed è segretario generale del Forum. Successivamente, sotto la direzione di Nicolò Boggian, 32 anni, milanese e collega di Badino, il Forum della meritocrazia ha scelto di incontrarne cinquanta: «E infine, dopo un ulteriore e accurato lavoro di ricerca e selezione abbiamo scelto di premiare con un simbolico “Oscar del merito” i dieci finalisti presentati in questa serata».
L'iniziativa ha trovato subito un sostenitore in Arturo Artom [nella foto a sinistra], 45enne imprenditore torinese, ieri enfant prodige del mondo delle telecomunicazioni (con la sua impresa a soli trent'anni avviò lo smantellamento della posizione di monopolio di Telecom), oggi senior advisor di Accenture.
E dato che adesso è anche presidente del Forum, la Repubblica degli Stagisti gli ha chiesto come sia nata l'idea: «In un paese dove è sempre più radicata la convinzione che spesso ci siano persone non adatte o non qualificate per la posizione che occupano, non serve a nulla piangersi addosso e pensare che non cambierà mai nulla: perché come ci ha insegnato Leon Battista Alberti l’uomo può ciò che vuole. C’è bisogno di dare grandi chance alle persone in gamba, ma è importante riconoscere loro spazio e visibilità perché facciano da esempio a tutti: l’entusiasmo è contagioso!».
Ma i ragazzi ci credono? Tra gli studenti delle scuole superiori invitate a partecipare alla serata il sentimento prevalente sembrava un  desolante pessimismo rispetto al futuro e alla possibilità che l’Italia possa migliorare nella capacità di accogliere e soddisfare le loro aspettative e iniziative. L'impressione
paradossalmente è che gli organizzatori del Forum, adulti, credano nel futuro più degli adolescenti che lo vivranno. Per trasmettere un po' di ottimismo, la strada scelta è stata quella di dare ai giovani la possibilità di conoscere persone che siano riuscite a far emergere il loro talento nonostante le difficoltà. Tra gli esempi premiati durante la serata il più vicino a questi ragazzi per ragioni anagrafiche è stato Matteo Achilli [nella foto a destra], 20 anni, romano e fondatore di Egomnia, un social network di e-recruitment pensato per facilitare l’intermediazione tra domanda e offerta di lavoro che a pochi mesi dal suo lancio ha ricevuto l’adesione di oltre 200 aziende e quasi 50 mila iscrizioni.
Un riconoscimento è andato anche Valeria Rais, 36 anni, sarda, che dopo una carriera in Augusta Westland e nella moda presso Loro Piana è stata promossa nel 2008 HR director di CBS
Outdoor. Il merito riconosciuto alla Rais è di aver creato un ambiente di lavoro ottimale: «Una volta ho fatto un colloquio ad una ragazza che mi ha confidato l’esigenza di voler costruire una famiglia senza rinunciare al lavoro. L’ho assunta e dopo solo due settimane è rimasta incinta: secondo me è stato un gran risultato, perché chi vive serenamente i propri impegni familiari, lavora anche meglio», Artom le ha chiesto un suggerimento per orientare i ragazzi presenti nella stesura del loro curriculum: «Ognuno di noi ha il suo talento. Il compito più importante per un direttore del personale è creare le condizioni migliori perché sia valorizzato, ma quando si cerca lavoro si rischia di entrare dalla porta sbagliata se si inviano curricula in cui si indica in modo troppo generico cosa si sta cercando. E’ chiaramente il sogno di tutti avere un lavoro flessibile, ben retribuito e che permetta di fare carriera, ma è importante fare i conti con le proprie competenze, proporsi per quello che si è, dimostrando di voler crescere e imparare».
Un po' meno buonista una delle guest star più prestigiose della serata, Roger Abravanel, advisor e autore di saggi sul tema della meritocrazia - tra cui l’ultimo di prossima uscita per Garzanti Italia cresci o esci: «Se la classe dirigente di un paese o il team direttivo di un’azienda non sono rappresentate da persone all’altezza del compito che gli è affidato, si corre il rischio di favorire logiche clientelari che soffocano la crescita e gli stimoli a fare meglio». Abravanel ha anche ricordato la necessità per l’Italia di tornare a crescere dopo oltre venticinque anni di totale immobilismo: «Bisogna innescare il meccanismo della competizione, basandolo su regole e meritocrazia che infondano fiducia non solo ai mercati ma anche alle nuove generazioni».
E se i numeri ricordati da Oscar Giannino, giornalista economico di lungo corso - attualmente in onda su Radio24 con la trasmissione quotidiana «Nove in Punto. La versione di Oscar» - fotografano un paese in cui su circa 21 milioni di lavoratori, dodici sono tra i più tutelati al mondo e nove rimangono fuori da quasi ogni garanzia, «non è pensabile risolvere questa disparità senza un sostegno forte alla creazione di un sistema meritocratico, che provenga dal basso e sia sempre più condivisibile non solo nel mondo del lavoro ma anche in tutti gli aspetti di vita comune». Perché come sostiene Abravanel la meritocrazia, oltre ad essere un sistema di valori che dà spazio all’eccellenza, deve essere il filo che tiene insieme la nostra comunità.

Lorenza Margherita


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