La disoccupazione giovanile costituisce indubbiamente uno dei problemi sociali più gravi del 21esimo secolo. Secondo i dati dell’Oil (Organizzazione internazionale del lavoro, agenzia Onu che si occupa di diritti umani e giustizia sociale) i giovani che cercano lavoro e non lo trovano sono 64 milioni in tutto il mondo e il tasso di disoccupazione giovanile supera di quasi tre volte quello degli adulti. Nell’Unione Europea l’ultimo dato disponibile parla di un 16,1% di under 25 disoccupati. Nonostante i dati Istat abbiano evidenziato come a maggio sia scesa ai livelli più bassi da sei anni (31,9%), in Italia il problema si fa sentire in maniera molto intensa. Nel nostro Paese, in particolare, a preoccupare è il dato sui cosiddetti Neet – ossia i giovani che non studiano e non lavorano – che l’Istat ha certificato essere, nel 2017, 2 milioni 189mila, ossia il 24,1% del totale. Si tratta del dato più alto di tutta l’UE. Come spiega uno studio Oil, nel vecchio continente il fenomeno è dovuto ad una sostanziale discrepanza tra l’offerta e la domanda di lavoro, con una percentuale tra il 25-45% di lavoratori iper-qualificati o sotto-qualificati a fronte delle opportunità che il mercato offre.
Per provare a dare una risposta concreta al problema, nel 2013, a seguito di un’esortazione del G20, è nato il Gan (Global Apprenticeship Network), fondato grazie ad un’iniziativa coordinata dall’Oil, dall’Ocse e dall’Ioe (International Organization of Employees, associazione di carattere internazionale con sede in Svizzera che riunisce organizzazioni di categoria dei datori di lavoro di 143 paesi nel mondo). Il Gan è un’organizzazione no-profit con sede in Svizzera, a Ginevra, la cui mission è quella di creare un network tra imprese, istituzioni e lavoratori, per valorizzare strumenti come l’apprendistato o il tirocinio o lo stage, ritenuti un elemento imprescindibile per consentire ai giovani di acquisire la formazione e le abilità necessarie per muoversi e competere al meglio nel mercato del lavoro. Da inizio 2016, il presidente è Alain Dehaze, Ceo di Adecco.
Nel fare ciò, l’organizzazione agisce, principalmente, tramite attività di advocacy nei confronti delle istituzioni – ad esempio all’interno del G20, ove è ammessa come osservatrice – e facendosi veicolo di iniziative in materia di apprendistato e simili. Questo avviene grazie alla collaborazione con diverse multinazionali partner del Gan, che ogni anno si impegnano ad organizzare programmi di apprendistato/tirocini formativi a cui l’organizzazione dà risalto, e raccogliere delle testimonianze degli Ambassadors, ossia ex stagisti/apprendisti che raccontano le loro esperienze con lo scopo di stimolare la curiosità e il coraggio dei loro coetanei. Tali testimonianze sono poi pubblicate nei documenti ufficiali reperibili in rete sul sito dell’organizzazione o in altre sedi.
Tra i partner globali del Gan figurano quindici importanti multinazionali, l’Ocse (con anche il Biac – Business and Industry Advisory Committee), l’organizzazione europea DigitalEurope e Fundación Bertelsmann, fondazione spagnola attiva nel contrasto alla disoccupazione giovanile. Si tratta di un network presente in quattro continenti e capace di entrare in contatto con 185 ministeri del lavoro, e con più di 170 aziende e più di 150 federazioni di lavoratori in tutto il mondo. Oltre che a livello globale, inoltre, l’organizzazione è attiva con 11 divisioni in Turchia, Indonesia, Spagna, Argentina, Colombia, Messico, Malawi, Tanzania, Francia, Costa Rica e Namibia e a breve dovrebbe nascere un network affiliato al Gan anche in Olanda. Italia invece non pervenuta: a quanto risulta dal sito ufficiale del Gan, da noi non ci sono nemmeno federazioni o organizzazioni di lavoratori affiliate.
Oltre alle attività di advocacy e alla creazione di un network tra imprese, lavoratori e federazioni, il Gan è impegnato anche in attività di studio e ricerca. In particolare, avvalendosi della preziosa consulenza di Ocse e di Oil, l’organizzazione tiene conferenze in tutto il mondo – quest’anno ha organizzato un evento a Davos – e pubblica paper e studi in cui si analizzano le diverse legislazioni in materia di apprendistato e si studiano gli impatti di tale strumento sul mercato dal lavoro. Ad esempio, una pubblicazione del 2014 dal titolo “Closing the policy gap on apprenticeships” aveva dato un quadro assai negativo della situazione nel nostro paese: «In Italy, apprenticeships for youth only exist in theory, not in practice. Apprenticeships have a bad reputation in Italian society and are seen as competition by the education system. The only existing work-readiness system is to give young people work experience after high school and university».
Per verificare l’andamento e l’efficacia delle proprie attività il Gan effettua sondaggi tra i propri membri e pubblica ogni anno dei report dettagliati e dei documenti in cui si dà conto dei contributi delle multinazionali ad esso affiliate. Tra le aziende membri dell’organizzazione c’è Nestlé, che in Italia è anche parte del network de la Repubblica degli Stagisti. La multinazionale, anch’essa svizzera, collabora con il Gan promuovendo il proprio programma Nestlé Global Youth Initiative che, tra il 2014 e il 2016, ha offerto più di 36mila posti di lavoro e quasi 20mila apprendistati e tirocini in tutto il mondo. Di cui, rispettivamente, 20mila e 12mila in Europa.
Stando ai sondaggi pubblicati nel report annuale del 2017, il 73% dei membri e affiliati al Gan ritiene utile l’attività dell’associazione. Gli aspetti più apprezzati dell’organizzazione sono la condivisione delle best practice in materia di apprendistato, l’attività di advocacy, la capacità di attivare le aziende e il riuscire a metterle in contatto con istituzioni e lavoratori. Per il 63% degli intervistati l’attività del Gan è, infatti, preziosa nell’esortare le aziende a promuovere programmi di apprendistato e tirocini. Probabilmente, dopo soli cinque anni di esistenza, è ancora presto per parlare – come invece fa il report annuale del 2017 – di «rivoluzione nel mondo dell’apprendistato» portata dall’organizzazione. Ma è certamente un'iniziativa da tenere d'occhio.
Giulio Monga
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