Girl Power, assunta ancor prima della laurea: «Studiare statistica aiuta a trovare lavoro»

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 07 Apr 2021 in Storie

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Girl Power è la rubrica attraverso la quale la Repubblica degli Stagisti dà voce alle testimonianze di donne – occupate nelle aziende dell’RdS network – che hanno una formazione tradizionalmente "maschile" o ricoprono ruoli solitamente affidati agli uomini, in ambito Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) ma non solo. Storie che invoglino le ragazze a non temere di scegliere percorsi considerati appannaggio pressoché esclusivo degli uomini. La storia di oggi è quella di Valeria Spano, Sas consultant per T4V, società di consulenza ICT specializzata in progetti di Big Data Analytics con specifica focalizzazione nelle tecnologie e nelle piattaforme SAS, Cloudera e Microsoft Azure.

Ho 26 anni e vengo da Bari. Sin da piccola ho sempre avuto una forte passione per le materie scientifiche. Un'attitudine del tutto innata perché vengo da una famiglia che fa tutt'altro, sono commercianti nell'ambito dell'arredamento. Ma era una propensione da subito spiccata tanto che già alle medie correggevo i miei compagni mentre facevano equazioni e la professoressa di matematica non mi interrogava mai, diceva di non sapere cosa chiedermi!

Nonostante ciò mi sono iscritta al liceo classico, anche se non mi piacevano per nulla le materie umanistiche, tanto che il mio
punteggio finale è stato di 75. Ma sono riuscita a costruire basi solide per la mia formazione, ed è una scelta di cui non mi pento, perché mi ha reso capace di studiare qualsiasi cosa. Ho perfino dato ripetizioni di latino mentre studiavo all’università! Ricordo con grande affetto anche una docente, che mi ha trasmesso l’amore per la cultura in tutte le sue forme, ma soprattutto il concetto che l’impegno ripaga sempre.

All'università ho avuto un percorso non lineare, che ho svolto interamente nella mia città, all'università di Bari. Mi sono inizialmente immatricolata alla facoltà di Economia. Ultimata la triennale, affascinata dal mondo della Data Science, ho deciso di concludere con il corso di Statistica. Il motivo per cui non ho scelto subito Statistica è stato che non sapevo dell’esistenza degli sbocchi lavorativi che potesse dare. In questo senso l'orientamento formativo al termine del liceo è stato piuttosto carente. Così, alla magistrale mi sono ritrovata in un piccolo gruppo di una quindicina di persone, di cui la maggior parte donne, un fatto certo non comune. Ma la spiegazione è che il mio era un piccolo ateneo, dunque non rappresentativo di quello che potrebbe succedere in una più grande università di Roma o Milano, dove sarebbe più raro trovare una maggioranza di ragazze in una facoltà scientifica.

Ho scelto di scrivere la tesi di laurea in Machine Learning, nonostante questa non fosse una materia del corso, ottenendo un voto finale di 110 e Lode. Ma ancora prima di discutere la tesi, avevo già firmato il contratto di stage in Business Intelligence & Data Visual Management presso T4V a Milano, che prevedeva un rimborso di 1000 euro mensili. Avevo ricevuto anche un'altra proposta da parte di un'altra azienda, ma ho fatto questa scelta perché durante il colloquio ho avvertito di avere una maggiore comunanza di valori con la mia attuale azienda. E quindi lo scorso anno, a 25 anni, sono partita per Milano. Era gennaio 2020. Due mesi dopo il lockdown, e l'inizio dello smart working. Lo stage è durato quattro mesi, e subito dopo sono stata assunta come consulente in Business Intelligence & Data Visual Management con contratto a tempo indeterminato e una ral di 23mila euro.

In questo anno, grazie alla mia costante curiosità e voglia di imparare e spingermi sempre oltre, e grazie a T4v che ha saputo coltivare queste qualità, ho lavorato a numerosi progetti, in diversi settori, quali Retail, Luxury e Bancari, dai quali ho cercato di apprendere ogni giorno qualcosa che potesse arricchire il mio bagaglio personale e professionale. Ad oggi, infatti, lavoro a un progetto di cui sono entusiasta, per il quale in genere sono richiesti più anni di esperienza rispetto ai miei. Di ciò sono onorata e spero di esserne all’altezza.

Purtroppo a mancare è la vita di azienda, al momento infatti sono in smart working e lavoro da casa a Bari. Il lavoro a distanza ha reso più distante la collaborazione in team, in quanto la conoscenza delle persone è ormai virtuale. E ha anche complicato la comunicazione. Penso a chi come me è agli inizi della propria carriera. Agli stagisti in smart working, che si ritrovano nella condizione di affrontare “da soli” quelle difficoltà o perplessità che si incontrano agli inizi di un nuovo lavoro; non perché non si è seguiti, ma semplicemente perché si tende a  evitare di chiamare per non disturbare. Speriamo che in futuro si possa tornare alla normalità, perché una delle cose che mi piacerebbe fare è parlare in modo diretto con i colleghi, raggiungendoli quando necessario alla scrivania, senza passare per il telefono.

La mia più grande aspirazione, e lo è sempre stata, è quella di essere una “donna in carriera”. Termine che per me implica soddisfazione e eccellenza nel lavoro svolto. Inoltre, ciò che ho sempre desiderato è che il lavoro rispecchiasse la mia più grande passione, e il mio sogno sarebbe diventare Data scientist. Ma non è qualcosa che arriva dal nulla, perché bisogna lavorarci su. La mia è stata una strada fatta di lunghe giornate di studio, anche dieci ore durante l'università. E ho sempre creduto nell'indipendenza economica, per cui all'università arrotondavo con lavoretti come baby sitter e ripetizioni a studenti di medie e liceo.

Fortunatamente nella realtà aziendale in cui sono capitata e nei progetti sui quali ho lavorato, non ho mai incontrato difficoltà legate alla disparità di genere, sebbene la maggior parte dei colleghi è rappresentata da uomini. E di ciò posso ritenermi fortunata. Di sicuro Statistica mi ha facilitato nel trovare lavoro e altresì mi ha avvantaggiata da un punto di vista contrattuale ed economico. Ormai sempre più di frequente le donne ricoprono ruoli prima riservati esclusivamente alla figura maschile. E noi donne siamo altrettanto capaci, quindi ritengo più che giusto che ci sia uguaglianza anche a livello retributivo fra i due sessi. Va contrastato il fenomeno del gender pay gap, che personalmente non ho mai subito. 

Il consiglio più grande che mi sento di dare è di credere sempre in sé stesse e non abbattersi ai primi ostacoli che si incontrano lungo il cammino, bensì di trarne sempre un insegnamento, anche minimo, e di farne tesoro. È proprio tramite gli errori o gli ostacoli che avviene la crescita di ognuno di noi. Inoltre vorrei suggerire di coltivare la propria passione e non trascurarla mai. E, perché no, fare di essa il proprio lavoro.

Ilaria Mariotti 

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