Girl Power è la rubrica attraverso la quale la Repubblica degli Stagisti dà voce alle testimonianze di donne – occupate nelle aziende dell’RdS network – che hanno una formazione tradizionalmente "maschile" o ricoprono ruoli solitamente affidati agli uomini, in ambito Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) ma non solo. Storie che invoglino le ragazze a non temere di scegliere percorsi considerati appannaggio pressoché esclusivo degli uomini. La storia di oggi è quella di Selene Comolli, analista quantitativo per Prometeia, società di consulenza, sviluppo software e ricerca economica, tra le principali nelle soluzioni per il Risk e il Wealth Management, e nei servizi per gli investitori istituzionali a livello europeo.
Ho 36 anni e sono originaria della provincia di Biella, ma vivo e lavoro a Bologna. Dopo il liceo scientifico mi sono iscritta a Matematica a Pavia, prima alla triennale e poi alla specialistica, prediligendo un percorso applicativo, orientato in particolare alla finanza quantitativa, su cui ho svolto anche la tesi. Oltre agli esami di probabilità, processi stocastici, teoria della misura e analisi numerica, ho scelto di inserire all’interno del mio percorso anche esami di programmazione.
La matematica mi è sempre piaciuta, ma sin dall’inizio sapevo di non voler fare qualcosa di esclusivamente teorico o nell’ambito dell’insegnamento, ma di voler cercare un’applicazione pratica, una “messa a terra” delle competenze che stavo maturando. Certo, nella mia scelta rispetto al percorso ho considerato le maggiori opportunità fornite dalle materie scientifiche, ma Matematica rimane comunque una facoltà selettiva e impegnativa, dove ci vuole passione e predisposizione.
Nel 2008, dopo la laurea, ho subito cominciato a fare colloqui e, in quindici giorni, sono stata selezionata per uno stage in Prometeia, l’azienda dove attualmente lavoro come analista quantitativa nella competence line Pricing Unit & Financial Innovation. La nostra struttura fa al contempo ricerca e supporto al business su tematiche quantitative/specialistiche. Ad esempio, recentemente ho preso parte a un gruppo di lavoro per l’evoluzione di un prodotto/modello finalizzato alla stima del capitale economico per il rischio di credito. Il progetto prevedeva un cantiere interno di sviluppo e, contestualmente, il rilascio della soluzione al cliente, in collaborazione quindi con le business line che hanno supportato il cliente nell’adozione del modello stesso. Lavorare per un’azienda che non fa solo consulenza ma presenta anche una propria offerta a livello di prodotto è molto bello e stimolante.
La competence line di cui faccio parte è composta da una decina di persone, di giovane età, sia uomini che donne. Non è affatto raro che alcuni di noi lavorino su tematiche specifiche a supporto di altre unità e in collaborazione con altre competence line. Si tratta di un ambiente stimolante, ricco di competenze specialistiche in ambiti completamente diversi: un grande valore aggiunto. Per questo motivo mi piace quello che faccio e credo sinceramente di non avere mai smesso di imparare da quando sono qui. Mi sento molto fortunata, perché il mio lavoro rispecchia in pieno le mie aspettative.
Quest’anno mi è anche stata data l’opportunità di portare agli studenti la mia esperienza attraverso la partecipazione a un percorso di project work, realizzato grazie a una collaborazione tra Prometeia e il corso di Quantitative Finance dell’università di Firenze. Durante un numero limitato di workshop di mezza giornata per studenti, diverse figure dell’azienda hanno affrontato un particolare argomento in ambito finanziario. Successivamente i ragazzi sono stati divisi in gruppi di lavoro e hanno realizzato dei project work con la supervisione di tutor. Il tutto si è concluso con una giornata di presentazione dei lavori. Nella mia parte ho affrontato l’approccio ai modelli di stima del capitale economico e i ragazzi hanno lavorato per disegnare e implementare un modello semplificato di stima del capitale attraverso l’utilizzo di una piattaforma sviluppata da Prometeia, avendo quindi la possibilità di vedere da un lato, in aula informatica, l’applicazione del modello, e dall’altro le modalità di lavoro e collaborazione "tipiche” di una competence line. È stata una bella esperienza e abbiamo raccolto molti feedback positivi.
Nel mondo della finanza quantitativa le opportunità sono molteplici. Di solito quando si parla di questo ambito si pensa subito all’estero, ma in realtà ci sono aziende, come Prometeia, che valorizzano e hanno bisogno di questo tipo di competenze.
Anche in un momento di emergenza come quello che stiamo vivendo mi sento fortunata, perché ho la possibilità di mantenere i miei impegni lavorando in smart working con tutto il supporto dell'azienda. L'adattamento non è stato traumatico perché, essendo sempre in giro per la consulenza, eravamo già attrezzati sia a livello di strumentazioni, con computer personali e cellulari aziendali, sia di gruppi di lavoro, con video chiamate e condivisione schermo. Inoltre possiamo contare su una struttura interna di organizzazione e gestione delle risorse umane che ci garantisce punti di confronto e di supporto. Nonostante si trattasse per me della prima esperienza di smart working non ho riscontrato problemi e le mie scadenze non hanno subito variazioni. Certo manca, inevitabilmente, l'aspetto umano, che nella consulenza è molto importante.
In conclusione, per lavorare in un contesto come questo bisogna essere elastici. È una sfida, ma è anche un’opportunità perché, soprattutto nei primi anni di esperienza, si possono sperimentare ambiti diversi e lavorare con persone con grandi competenze. Un aiuto anche per capire meglio che tipo di percorso professionale costruire.
Alle ragazze e ai ragazzi consiglio: siate smart, abbiate una mente aperta e provate anche ciò che pensate non faccia per voi: non precludetevi nulla!
Testimonianza raccolta da Rossella Nocca
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