Girl Power è la rubrica attraverso la quale la Repubblica degli Stagisti dà voce alle testimonianze di donne – occupate nelle aziende dell’RdS network – che hanno una formazione tradizionalmente "maschile" o ricoprono ruoli solitamente affidati agli uomini, in ambito Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) ma non solo. Storie che invoglino le ragazze a non temere di scegliere percorsi considerati appannaggio pressoché esclusivo degli uomini. La storia di oggi è quella di Federica Rossomando, Data Analyst per T4V, società di consulenza ICT specializzata in progetti di Big Data Analytics con specifica focalizzazione nelle tecnologie e nelle piattaforme SAS, Cloudera e Microsoft Azure.
Ho trentatré anni e sono nata a Battipaglia, in provincia di Salerno, ma è da più di vent’anni che vivo a Roma. Diplomata al liceo classico, mi sono poi iscritta alla facoltà di Scienze Statistiche alla Sapienza. La mia è una storia per molti versi atipica, anche se fortunatamente a lieto fine, a partire proprio dalla scelta della facoltà. A diciott'anni non avevo le idee chiare su cosa volessi fare o chi volessi diventare. Mi sarebbe piaciuto farmacista, o medico... Ma senza nessuna influenza da parte dei miei genitori, essendo l'una casalinga e l'altro geometra.
Inizialmente mi ero orientata su Biotecnologie e Medicina, però non sono passata ai test di ingresso. Così ho virato su una facoltà un po' strana per me che su matematica e altre materie scientifiche non avevo una preparazione solida. Mi incuriosiva, specie perché all’incontro di presentazione ci dissero che avrebbe permesso di trovare facilmente lavoro, essendo richiesta in svariati campi. Decisi di provarci, e in effetti è andata proprio così!
Il primo anno non è stato facile, ho avuto difficoltà a superare l’esame di Analisi matematica e spesso ho pensato di cambiare facoltà; ma poi grazie anche al mio professore di allora che mi ha seguito ho preso poco a poco fiducia in me stessa e mi sono a sbloccata. Di ostacoli ne ho trovati anche negli anni seguenti, ad esempio con un altro professore che proprio non voleva saperne di farmi passare l’esame. Non so, forse mi aveva preso in antipatia o chissà. Sta di fatto che mi fece perdere più di un anno. Mi sono capitati momenti di sconforto, a un certo punto avevo anche pensato di farmi aiutare iscrivendomi a un istituto privato di preparazione esami. Ma alla fine non ho ceduto, non mi sono abbattuta e ho continuato fino alla fine. Ho alternato lo studio con qualche lavoretto, ripetizioni private e baby sitter. I miei guadagni erano pochi, sui 300 euro al mese, ma non avendo un impegno fisso potevo continuare a studiare in tranquillità, che era ciò che mi premeva. Per stare sui libri ho anche rifiutato proposte di stage.
Finita la triennale, ho preso la strada più difficile e mi sono iscritta alla magistrale di Scienze attuariali e finanziarie, in cui mi sono laureata a gennaio 2020 nel giorno del mio 32esimo compleanno! È stata un’altra bella soddisfazione per me. Pure qui il percorso è stato tosto ed impegnativo, perché non essendo la magistrale collegata al mio corso di studi della triennale – avevano soppresso corsi per via dei tagli all’università – ho dovuto colmare alcuni gap e familiarizzare con tutto un altro ambiente di applicazione della statistica, dalle aziende alle assicurazioni. Non a caso eravamo appena in venti iscritti al mio corso, tra cui non poche donne, anche se in maggioranza uomini.
E tutti hanno trovato lavoro dopo poco. Essendo profili molto richiesti e quasi introvabili, il fattore età – per cui mi ero molto preoccupata, avendo conseguito la laurea dopo i trent'anni – non viene considerato dai recruiter. Tanto che appena un paio di settimane dopo la laurea, ho trovato un annuncio su LinkedIn per uno stage nel campo Big Data Analytics in T4V. Ho inviato la candidatura e il 2 marzo 2020 ho iniziato presso la sede di Roma. Stage con rimborso spese, della durata di tre mesi. In presenza però è stato di una sola settimana, perché il 9 marzo è iniziato il lockdown.
Poi il tirocinio mi è stato poi prorogato causa Covid fino a ottobre, e quello stesso mese mi hanno assunto con contratto a tempo indeterminato e una ral di 23mila euro. Questo è il mio primo vero contratto lavorativo. È stato un percorso molto particolare, data la pandemia che ci ha colpiti. L’azienda è stata capace di organizzarsi e di fornirci, al meglio delle possibilità, una preparazione per svolgere le diverse attività. Ha creduto in tutti noi stagisti e ci ha permesso di continuare il percorso intrapreso. La mia occupazione è quella dell'analisi dei dati, e mi sto trovando bene, continuo a imparare ogni giorno, anche se la strada è lunga. L’ambito della statistica e informatica è parecchio stimolante, ti apre la mente, è sfidante. Poi ovviamente mai dire mai nella vita. In futuro si vedrà, ancora sento di essere in cerca del mio 'posto nel mondo'.
Il fatto di essere una donna con un lavoro in ambito scientifico non ha avuto nessun risvolto negativo finora. Nella mia breve esperienza non mi è mai capitato di pensare “questo non accadrebbe se fossi un uomo”. Le difficoltà che ho incontrato sono dovute più alla situazione che stiamo vivendo. Lo smart working è molto comodo su parecchi aspetti, però non può compensare il confronto e l’aiuto che si può avere lavorando insieme ai colleghi in ufficio. Anche se in futuro non credo avrò una postazione fissa a una scrivania, perché il mio è un tipo di lavoro che si svolge andando dai clienti.
Non ho sperimentato neppure il gender pay gap, ma forse perché sono stata avvantaggiata dal punto di vista contrattuale ed economico per la scelta di studi che ho fatto. Mi rendo conto che non è una cosa scontata trovare subito lavoro, per di più con contratto a tempo indeterminato, da appena laureata e superati i trent'anni. Il consiglio che do alle giovani che si approcciano al mondo del lavoro o che devono ancora scegliere cosa studiare è di credere in se stesse e non sentirsi inferiori a nessuno. Perché nonostante questa società spesso ci penalizzi, noi abbiamo tutte le carte in regola per poterla migliorare e realizzare ciò che desideriamo. Inoltre suggerisco di orientarsi su un percorso informatico o scientifico: offre più sbocchi e opportunità di trovare occupazione.
Testo raccolto da Ilaria Mariotti
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