Girl Power è la rubrica attraverso la quale la Repubblica degli Stagisti dà voce alle testimonianze di donne – occupate nelle aziende dell’RdS network – che hanno una formazione tradizionalmente "maschile" o ricoprono ruoli solitamente affidati agli uomini, in ambito Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) ma non solo. Storie che invoglino le ragazze a non temere di scegliere percorsi considerati appannaggio pressoché esclusivo degli uomini. La storia di oggi è quella di Jessica Ruta, UX designer per Prometeia, società di consulenza, sviluppo software e ricerca economica, tra le principali nelle soluzioni per il Risk e il Wealth Management, e nei servizi per gli investitori istituzionali a livello europeo.
Ho quasi 28 anni e vengo da Modica, in Sicilia. Sono sempre stata appassionata di arte sotto ogni suo aspetto, così ho frequentato il liceo artistico e poi l'Accademia delle Belle Arti di Catania, nello specifico il corso Arti tecnologiche, che mi ha permesso di scoprire come ad oggi è possibile applicare l’arte in molteplici settori. Passavamo dalle arti più convenzionali, come la fotografia e la grafica editoriale, fino al mondo dei videogiochi e alla realtà aumentata.
Mi sono laureata riuscendo a includere nel mio progetto di tesi ben cinque aspetti dell’arte: fotografia, video, storia dei beni culturali, realtà aumentata e web design. Si trattava di un progetto turistico e innovativo: un sito web contenente un virtual tour del centro storico di Comiso, un paesino della provincia di Ragusa. Con l’unione di questi strumenti siamo riusciti a ottenere una visita guidata virtuale e interattiva di un piccolo borgo conosciuto da pochi. E, proprio grazie a questo progetto, sono stata contattata da uno studio grafico di Ragusa, dove ho lavorato per due anni, occupandomi di fotografia, web design, grafica editoriale e digitale per il marketing e la comunicazione.
A un certo punto, anche se a malincuore, perché amo tanto la mia Sicilia, ho sentito il bisogno di cercare qualcosa di più concreto a livello professionale ma anche culturale. Mi sono spostata a Bologna, dove vivo da circa un anno. Ho cominciato a cercare lavoro e, a un evento professionale, un ragazzo mi ha parlato di Prometeia. Mi sono informata, e ho ottenuto un colloquio!
Ho da subito notato, con mia grande sorpresa, una filosofia professionale dove al centro di tutto viene posta la persona. Una prospettiva che ad oggi, con una visione dall’interno, posso confermare: non si tratta soltanto di apparenza. Dopo il colloquio, per conoscere i miei metodi di lavoro e le mie competenze, mi hanno chiesto di sviluppare un piccolo progetto pratico, quindi mi hanno proposto un periodo di prova di tre mesi e successivamente un contratto di apprendistato di tre anni.
Qui in Prometeia sono UX e UI designer, una figura introdotta da poco in azienda. Il mio lavoro inizia dalla user experience: l’analisi e lo studio dei metodi più efficaci per l'usabilità degli applicativi di consulenza. Il secondo step è la user interface, con cui rendiamo l’aspetto più accattivante per garantire l’esperienza nell’utilizzo piacevole e funzionale.
Trovarsi all'inizio di un nuovo percorso dell'azienda è complesso ma estremamente stimolante. Inoltre non ci occupiamo solo di progetti commissionati dai clienti, ma sviluppiamo anche attività interne dove diamo spazio alla nostra creatività e facciamo ricerca e sviluppo di innovazione. L'ideale per spezzare la monotonia di un qualsiasi lavoro.
La complessità di questo ruolo mi ha sorpreso particolarmente: non è semplice trovare la giusta funzionalità di qualcosa. Bisogna studiare, capire, immedesimarsi in tutte le azioni che compie l'utente per utilizzare l'applicativo, e in questo l’esperienza e la costanza hanno decisamente un ruolo fondamentale.
Tuttavia, anche se non avevo affrontato studi mirati in ambito UX, mi sono resa conto che ciò che ho studiato è strettamente legato ad esso. La user experience è dappertutto − dalla maniglia di una porta al pulsante di un elettrodomestico − e sono sempre stata una persona estremamente attenta ai dettagli. Un aspetto fondamentale: nel mio lavoro sono i dettagli a fare la differenza. Insomma, anche se per me è un mondo tutto nuovo, lo sento perfettamente in linea con il mio modo di essere.
Anche l'ambiente di lavoro rispecchia a pieno le mie aspettative. Inizialmente temevo la pesantezza della grande azienda, il lavoro frenetico, le scadenze strette e magari anche il peso delle gerarchie, ma ho apprezzato tantissimo il metodo di lavoro, dove alla base c’è la collaborazione. Il lavoro in team è agevolato dal nuovo Headquarter del Gruppo, che è strutturato in open space per facilitare il confronto, a prescindere dalla seniority. In Prometeia tutti abbiamo la possibilità di dire la nostra, con la possibilità di valutare anche i nostri manager. Si può crescere come singoli ma soprattutto come gruppo.
Auguro a tutti di riuscire a conciliare il lavoro con i propri interessi. Di insistere, non demoralizzarsi e credere sempre nelle proprie capacità!
Rossella Nocca
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