GaranziaHack, fa flop l'hackathon del ministero per sviluppare un'app per Garanzia Giovani

Riccardo Saporiti

Riccardo Saporiti

Scritto il 05 Dic 2015 in Notizie

Garanzia giovani

Stagisti500 iscritti ma soltanto 35 partecipanti effettivi. Fa flop GaranziaHack, l'hackathon voluto dal ministero del Lavoro per sviluppare un'app a partire dal progetto Garanzia Giovani. Nonostante i 10mila euro in palio, più del 90% dei giovani tra i 15 ed i 29 che avevano manifestato il loro interesse per l'iniziativa hanno scelto di non prendere parte alla maratona di programmazione. Un esito che ha scatenato la rabbia dei 22 tra incubatori, spazi di coworking e atenei universitari che si erano resi disponibili ad ospitare l'evento in tutta Italia.

Breve riassunto della puntata precedente: il ministero guidato da Giuliano Poletti aveva indetto questo concorso con l'obiettivo di sviluppare delle applicazioni che permettessero, ad esempio, di geolocalizzare le offerte di tirocinio legate al programma Garanzia Giovani, piuttosto che di ricevere notifiche push sullo smartphone alla pubblicazione di proposte di stage affini alle proprie competenze. In palio, come detto, 10mila euro destinati agli sviluppatori dell'app vincitrice, all'atto della consegna della versione definitiva.

Per ospitare l'hackathon il ministero aveva chiesto la disponibilità di incubatori e università: anche in questo caso, sulle 50 sedi cui puntava il governo, sono state solo 22 le candidature. A posteriori, meglio così: già 22 si sono rivelate infatti troppe, considerando la scarsissima affluenza di partecipanti. C'è da dire però che le location non erano dislocate in maniera ottimale sul territoio, coprendo appena 15 città e lasciando scoperte intere regioni come il Piemonte, il Triveneto e la Toscana.Stagisti 

La principale criticità è stata che appena 35 ragazzi si sono presentati ieri mattina, venerdì 4 dicembre, all'appuntamento con l'hackathon. Il che è emerso a maratona già avviata, con le 22 realtà che avevano aperto le porte ai partecipanti e che si sono accorti, a partire dalla mattina, che non arrivava - quasi - nessuno. I commenti sono confluiti in una chat allestita per permettere ai responsabili delle singole sedi di comunicare tra loro, i contenuti della quale la Repubblica degli Stagisti ha potuto consultare. È qui che sono arrivate le informazioni sull'esiguo numero di presenti: chi ha visto presentarsi cinque ragazzi, chi due, chi uno, chi addirittura nessuno. Tanto che gli host si sono subito mossi, chiedendo ai loro referenti del ministero del Lavoro i numeri di telefono degli iscritti per poterli contattare.

«Abbiamo appreso dall'unico concorrente che si è presentato», ha scritto sulla chat il responsabile di uno degli incubatori coinvolti, «che ha ricevuto solo due email: quella di ammissione al concorso e quella inviata da me ieri». Ovvero giovedì pomeriggio, quando nelle sedi coinvolte è arrivato l'elenco dei partecipanti corredato di indirizzi di posta elettronica. «L'organizzazione ha avvisato i candidati sulle destinazioni e sul fatto che oggi dovevano recarsi lì per partecipare?» è la domanda secca che i 22 host rivolgono al ministero.

Nell'attesa di una risposta, «qui siamo delusi e molto: lo sforzo organizzativo profuso meritava ben altro riscontro». Perché i casi sono due: o effettivamente i giovani partecipanti non sono stati avvisati per tempo della convocazione, e allora ci troveremmo di fronte a un epic fail degli organizzatori di questa GaranziaHack, oppure pur essendo stati correttamente informati hanno scelto di tirarsi indietro all'ultimo secondo e di disertare l'appuntamento.

I ragazzi «forse non hanno risposto all'email che ho inviato loro ieri [giovedì, ndr] perché tardiva e, chissà, valutata anche un po' beffarda» scrive uno degli host, evidentemente propendendo per la prima ipotesi. C'è poi chi individua nella scelta di limitare la partecipazione ai soli iscritti a Garanzia Giovani come una delle cause del flop; e chi pensa che le iscrizioni - la deadline era per il 25 novembre - siano state chiuse troppo presto. Infine, c'è chi se la prende direttamente con il ministero: «L'enorme disagio è nel trovarsi di fronte a quello che ci viene proposto come stargate per un diritto al futuro, ovvero Garanzia Giovani, e poi si rivela una gigantesca scatola vuota di contenuti e gonfia di inefficienze e di sprechi».

Brucia, tra incubatori ed università, la figuraccia fatta per giunta con la stampa: chi ha invitato i quotidiani locali, chi le televisioni, ma ai giornalisti non hanno potuto mostrare altro che sale vuote. C'è poi un discorso economico: tutti i costi, dall'eventuale affitto delle sale al catering, erano a carico dei singoli organizzatori sul territorio. Il ministero non ha contributo nemmeno in parte, hanno pagato incubatori ed università - ed hanno pagato per nulla, visto che non si è presentato nessuno.

«Il numero di partecipanti è stato sicuramente inferiore alle nostre aspettative» ammette tempestivamente l'ufficio stampa del ministero alla Repubblica degli Stagisti, negando però con fermezza che i partecipanti non siano stati avvisati correttamente: «Nei giorni scorsi gli uffici hanno effettuato un recall degli iscritti, dal quale era già emersa una previsione di presenze effettive minori rispetto al numero dei registrati». Non è chiaro, però, per quale motivo gli host non siano stati avvertiti di questo minore afflusso previsto.

Ieri, poi, dal dicastero del Lavoro «è stata fatta una verifica sui giovani iscritti che avevano confermato la loro partecipazione e non si sono presentati. Hanno giustificato la loro mancata presenza con motivazioni di diversa natura, da quelle di tipo logistico a quelle personali e familiari». Il punto però è che non sono venti persone, o cinquanta, o cento a non essersi presentate: i "disertori" sono stati 460. Cos'è successo? Ancora non sono chiare le cause di questo flop di GaranziaHack; ma è bene che nelle prossime settimane vengano indagate, e a fondo, per evitare di ripetere gli stessi errori se in futuro si dovesse decidere di organizzare iniziative simili.

Riccardo Saporiti 

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