Elezioni 2018, come può votare chi è temporaneamente all'estero

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 20 Gen 2018 in Notizie

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Il 4 marzo, giorno delle elezioni politiche con cui si rinnoveranno la Camera e il Senato, si avvicina e iniziano a moltiplicarsi gli appelli al voto. Così non possono mancare anche quelli dedicati agli italiani residenti all’estero che, grazie alla legge 459 del 2001, possono esercitare ormai da sedici anni il proprio diritto di voto senza dover necessariamente tornare nella città di residenza italiana, come era precedentemente previsto. Dall’entrata in vigore della legge 459, sarà la quarta volta che i connazionali residenti all’estero potranno votare fuori dal territorio italiano.

Il diritto di voto all’estero non è previsto,
però, solo per gli italiani stabilmente residenti fuori dall’Italia. Ma dal 2015 lo è anche per coloro che per motivi di lavoro, studio o cure mediche si trovino temporaneamente all’estero per un periodo di almeno tre mesi nel quale ricada la data delle elezioni per il rinnovo del Parlamento, anche se non iscritti all’Aire  (l’anagrafe degli italiani residenti all’estero). Stesso diritto che spetta anche ai familiari con loro conviventi.

Sarà, quindi, la prima volta per gli italiani temporaneamente all’estero che si potrà esercitare il voto per corrispondenza per un’elezione politica. Possibilità già applicata con le consultazioni referendarie del 2016. La legge 52 del 2015, il cosìdetto Italicum, ha infatti previsto questa opzione. Che è stata poi inserita nell’articolo 6, comma 2, dell’attuale legge elettorale, la 165 del 2017.

Per questi elettori il diritto/dovere del voto potrà essere esercitato quindi per corrispondenza, ma bisogna ricordare di registrarsi entro il 31 gennaio. Lo ricorda bene un video realizzato dal gruppo PD con sede a Bruxelles, che in pochi giorni ha ricevuto duemila visualizzazioni su facebook.

Nel video, due italiani da poco all’estero e non iscritti all’AIRE spiegano di preciso cosa bisogna fare per votare senza dover tornare in Italia. «È necessario inviare una comunicazione al proprio comune di residenza entro il 31 gennaio». La richiesta di opzione di voto all’estero può essere inviata per posta, per fax, per mail anche non certificata o consegnata a mano al Comune di appartenenza, anche da un amico o parente.

Il modulo da consegnare è presente sul sito del Ministero degli esteri e su questo è necessario inserire i propri dati personali, anche quelli di riferimento esteri, e i motivi per cui non si è in Italia. Modulo che va consegnato insieme a una copia di un valido documento di identità. La dichiarazione sulla data di trasferimento e sulla nuova residenza viene rilasciata in autodichiarazione, secondo gli articoli 46 e 47 della legge 445 del 2000, quindi teoricamente senza alcun tipo di controllo, ma consapevoli delle conseguenze penali in caso di dichiarazioni mendaci.

La richiesta sarà valida solo per il voto a cui si riferisce, il che vuol dire che in caso di nuove elezioni dovrebbe essere nuovamente effettuata.

A quel punto, una volta consegnato tutto, l’ufficio consolare invierà per posta entro il 14 febbraio 2018 un plico contenente il certificato elettorale, la scheda elettorale – o nel caso l’elettore abbia più di 25 anni le schede, quindi sia quella per la Camera dei deputati che quella per il Senato - una busta piccola, una grande preaffrancata con l’indirizzo del competente ufficio consolare e tutte le istruzioni con le liste dei candidati.

Ad oggi, nonostante le polemiche che in alcuni casi si sono sprecate sul voto degli italiani all’estero, la percentuale di partecipazione è stata ancora bassa. Alle ultime elezioni politiche del 2013, su quasi 3milioni 500mila elettori all’estero – all’epoca il voto non era possibile per quelli temporaneamente fuori dall’Italia – i votanti sono stati poco più di 1 milione, pari ad appena il 32%. Percentuale pressoché invariata per il referendum del 4 dicembre 2016, quando a votare erano anche i temporaneamente residenti fuori dal Belpaese.

Le schede votate dovranno essere chiuse e spedite entro e non oltre le ore 16 del 1 marzo 2018. Se, però, entro il 14 febbraio non sarà arrivato a casa nessun plico, allora bisognerà recarsi personalmente presso il proprio Consolato italiano di riferimento e richiedere un duplicato.

È importante ricordare che è possibile anche la revoca della richiesta di opzione del voto all’estero, nel caso si decidesse di tornare in Italia per il weekend elettorale, ma anche questa ha il termine del 31 gennaio.
Se, quindi, dopo aver inviato la richiesta per esercitare il voto all’estero si tornasse nel Belpaese proprio il 4 marzo per un qualsiasi motivo, – lavorativo, di salute, familiare - allora non si potrà votare.

Questi voti scrutinati, insieme a quelli degli italiani residenti all’estero da più di 12 mesi per i quali è invece obbligatoria l’iscrizione all’Aire per esercitare il diritto di voto andranno poi a occupare dodici seggi dei 630 totali per la Camera dei deputati e sei dei 315 per il Senato della Repubblica.

Il video realizzato dal gruppo PD a Bruxelles, rientra tra le attività della nuova segreteria del circolo, alla cui guida dal novembre 2017 c'è Ilaria Maselli, barese classe 1983. A Bruxelles da 11 anni, già ricercatrice al Centre for European Policy Study (Ceps) e oggi senior economist presso The Conference Board.  Maselli ha dichiarato fin dalla sua elezione che tra gli obiettivi della sua segreteria ci sarebbe stato anche quello di «allargare la base del circolo e renderlo più inclusivo e rappresentativo».

Proprio tra le sue proposte da candidata alla segreteria aveva sottolineato l’importanza delle elezioni politiche 2018, che «offrono l’occasione per ripensare l’Italia, per presentare la nostra visione del Paese e raccontare la stagione di riforme avviata con i governi del PD». Ma al di là del partito a cui ciascuno deciderà di dare la sua preferenza, lo scopo primario del video è principalmente quello di garantire una sempre migliore rappresentanza dei bisogni dei 5 milioni di italiani che vivono fuori dall’Italia.


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