Mescolare saperi diversi, con la doppia laurea «giovani liberi di scegliere chi vogliono essere»

Benedetta Mura

Benedetta Mura

Scritto il 04 Mag 2022 in Interviste

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Iscriversi a due corsi di laurea in contemporanea da divieto è diventato diritto. Ora milioni di studenti potranno ampliare e arricchire la propria carriera universitaria grazie alla legge “Doppia Laurea”. Promossa in prima linea da Alessandro Fusacchia (del gruppo misto) e da altri diciannove parlamentari appartenenti a un vasto ventaglio politico, dopo l’approvazione alla Camera dei deputati a ottobre dello scorso anno, la proposta è diventata legge il 6 aprile con l’approvazione all’unanimità anche in Senato ed è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale proprio la settimana scorsa (il 28 aprile). Così sono state riscritte le regole del sistema universitario dopo quasi novant'anni dalla firma del decreto regio del 1933 che vietava appunto la possibilità di conseguire due titoli contemporaneamente.
Ma esattamente a cosa ci si può iscrivere? A due diversi corsi di laurea triennale, magistrale o di master, anche in più università, scuole o istituti superiori ad ordinamento speciale; due corsi di diploma accademico, di primo o di secondo livello, nelle istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica; un dottorato di ricerca o master e un corso di specializzazione medica. Rimane immutata, invece, l’impossibilità di iscriversi a due corsi di laurea appartenenti alla stessa classe e ai corsi di specializzazione medica. Gli studenti, infine, potranno beneficiare di borse di studio ma solo per uno dei corsi. Mentre può valere per entrambi l'esonero, totale o parziale, dalle tasse universitarie.
Ora si attende l’intervento della ministra dell’Università, Maria Cristina Messa: un decreto per completare l’iter burocratico della legge in cui verranno stabiliti i criteri e le modalità per poter intraprendere la doppia carriera universitaria. Passeranno al vaglio aspetti fondamentali come la gestione dei corsi che si possono seguire, in particolare quelli con frequenza obbligatoria.
Il sostegno della Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane) e il tour promozionale che ha attraversato dieci tra le principali città italiane sono gli step che hanno contribuito al successo del progetto legislativo “Doppia Laurea”. La Repubblica degli Stagisti ha approfondito con Alessandro Fusacchia l'importanza di questa legge per le prossime generazioni di studenti che potranno intraprendere il doppio percorso già a partire dal prossimo anno accademico


Onorevole Alessandro FusacchiaQuando ha preso forma questa proposta di legge?
Ci lavoriamo dall’inizio della legislatura e ci avevano già lavorato anche nella precedente. Non era nuova l’intenzione di rimuovere questo divieto di contemporanea iscrizione a due corsi di laurea che risaliva al 1933. Nuova è stata – nell’ultimo paio di anni – la convergenza che si è creata tra tutte le forze politiche. C’erano più proposte di legge depositate, a prima firma di colleghe e colleghi di Pd, Lega, Movimento 5 Stelle e altri partiti. Anche il Cnel aveva presentato la sua! Come relatore ho avuto l’onere e l’onore di metterle insieme, studiare le differenze e i punti di convergenza e proporre un nuovo testo unico, su cui ci siamo poi confrontati e su cui sono stati presentati gli emendamenti prima di arrivare all’approvazione finale. È stato in questo modo che sono emersi alcuni dei passaggi più significativi della legge, come – ad esempio –quello sull’esenzione dal pagamento delle tasse universitarie per la seconda immatricolazione nei casi in cui l’esenzione sussista per la prima o la piena equiparazione dei conservatori di musica e delle accademie di belle arti. 

Qual è lo scopo primario di questo provvedimento? Cosa significa “Doppia laurea”? 
Prima di tutto significa libertà di scegliersi il proprio percorso. Di decidere quali studi fare, con quanto impegno, con quale velocità. Mescolando tra loro anche saperi molto diversi. Immagino che tanti ragazzi e ragazze sfrutteranno le possibilità date dalla nuova legge per fare un doppio percorso e prendere un doppio titolo in discipline affini. Ma non ho dubbi che ci sarà chi farà archeologia e design, chi giurisprudenza e ingegneria, chi storia e informatica. Doppia laurea non vuol dire solo la possibilità per i ragazzi che escono dalle scuole di iscriversi contestualmente al primo anno di due distinti corsi di laurea. Ci sarà pure chi ne comincerà una seconda mentre starà finendo la prima, chi farà insieme una laurea e un master o magari un dottorato e una seconda laurea. Nel secolo scorso esistevano le fabbriche e le catene di montaggio e la scuola era pensata per fare tutti gli operai uguali. In quel mondo lì anche l’università aveva un approccio ancora fordista per molti aspetti. Ti formava di più e meglio, ma anche per le professioni più qualificate finivi sempre in una “classe”: gli avvocati, i notai, gli architetti. Io credo che sarà sempre meno così. Sarai avvocato ma prima di tutto sarai un avvocato specializzato in qualcosa sempre più caratterizzante e che ti richiederà di sapere cose molto distanti dal diritto. In questo modo diventerai l’unico o l’unica al mondo con quel mix di saperi e in definitiva a saper fare quel lavoro. In un mondo in cui la tecnologia ha invaso le scienze sociali c’è certamente bisogno di rendere più osmotici e agili i singoli corsi di laurea, aprendoli a materie anche distanti. Ma resteranno sempre tante ricombinazioni di corsi diverse che non potranno essere riassunte in uno. La legge sulla doppia laurea vuole essere quel “più” in cui si trovano anche tutti i “meno”. 

In che modo
questo provvedimento cambierà il mondo universitario? 
In tanti modi. Ci saranno università incentivate a rivedere la loro offerta formativa e la ministra Maria Cristina Messa sta dando un’indicazione chiara agli atenei sulle classi di laurea, perché vengano ripensate e diventino meno rigide. Le università potranno poi siglare accordi tra loro per organizzare percorsi doppi da offrire come “pacchetto” agli studenti. Non escludo che avremo anche un impatto positivo sui corsi di laurea umanistici: spaventerà di meno iscriversi a Filosofia o Lettere se ci si potrà iscrivere anche ad un altro corso che è conosciuto per offrire maggiori speranze di trovare lavoro una volta terminati gli studi. In tanti casi, inoltre, ci si iscriverà magari a due corsi per capire meglio quale dei due veramente si vuole perseguire. Questo potrebbe aiutare tantissimi ragazzi e ragazze a non buttare un anno o peggio ancora proprio l’università e capire invece cosa fare davvero riducendo il tasso di dispersione universitaria. La doppia laurea potrebbe così diventare uno strumento per aumentare in Italia anche il numero dei laureati. Dei laureati con una laurea sola, intendo!

Quali sono i vantaggi di cui potranno godere gli studenti?
Da mesi con un gruppo di parlamentari stiamo girando l’Italia. Siamo stati a Napoli, Milano, Pavia, Bologna, Catania, Lecce, Venezia, Cosenza, Cagliari e Torino. A metà maggio sarò a Isernia, spero poi Trieste e Gorizia dove ho studiato, e infine una grande tappa conclusiva alla Sapienza di Roma. Stiamo andando nelle università e nei conservatori. Quasi dappertutto abbiamo trovato l'entusiasmo degli studenti, anche se in molti sono preoccupati dei costi della doppia immatricolazione. Su questo hanno molta ragione, perché non possiamo pensare di aiutare soltanto chi sta sotto la soglia Isee e gode di esenzioni. Il ceto medio del nostro Paese si è impoverito. Io sono nipote di quattro contadini e figlio di due impiegati che negli anni Novanta hanno potuto farmi studiare, permettendo di emanciparmi e di diventare il primo laureato della mia famiglia. Oggi la situazione si è molto deteriorata e la doppia laurea deve essere un’opportunità per chiunque abbia capacità, volontà e dimostri l’impegno di volerla fare. Qualche resistenza l’abbiamo invece incontrata da parte di chi dovrà attuare la nuova legge, perché c’è oggettivamente una complessità da gestire. Ma dobbiamo occuparcene al meglio. Lo dobbiamo alle centinaia di ragazzi e ragazze che in questi mesi hanno scritto a me, alle mie colleghe e ai miei colleghi e al ministero, chiedendo che la proposta venisse approvata. È una modifica puntuale ad una disposizione di quasi novant'anni fa e uno potrebbe pensare che riguardi pochi studenti. Ma sono pronto a scommettere che tra qualche anno verificheremo in realtà il potere trasformativo che questa legge avrà avuto su tutto il sistema universitario e sulla vita di tantissimi giovani. 

Grazie a questa proposta di legge l’Italia si potrà allineare a tanti altri paesi europei in cui già da tempo è possibile iscriversi a due corsi di laurea contemporaneamente. Il suo provvedimento, inoltre, ha messo d’accordo l’intero panorama politico italiano. Secondo lei questo successo legislativo potrà segnare l’inizio di una nuova era per l’università italiana? 
Tengo tantissimo a questa legge, ma non è il mio provvedimento. Io ho fatto da relatore e adesso lo stiamo promuovendo in tanti parlamentari. Credo che la legge sulla doppia laurea imporrà ai nostri atenei di ragionare bene sulle nuove opportunità e di provare a coglierle. Come sempre qualcuno proverà a resistere, a negarne la portata, a pensare che non succederà nulla, a scommettere sul fallimento della misura. A ciascuno di loro dico solo che c’è chi sta già pensando a come attuarla al meglio, nell’interesse del proprio ateneo e dei propri studenti. Abbiamo dato a ogni cittadina e cittadino italiano un diritto soggettivo in più. Adesso se vogliamo davvero che qualcosa cambi, dobbiamo lavorare al nuovo gigantesco capitolo che si apre – collegato alla scelta universitaria ma non solo. Questo capitolo è l’orientamento e se affrontato bene può ridare a tutti fiducia nel nostro Paese, nella nostra capacità di definire di cosa abbiamo bisogno e nel creare le condizioni per soddisfarlo. Un capitolo sempre troppo dimenticato e rispetto al quale dobbiamo dirci chiaramente che non si tratta solo di fare più informazione nelle scuole sui corsi di laurea, che non è questione di moltiplicare gli Open Day, ma di progettare laboratori e attività e iniziative di ogni sorta che aiutino i ragazzi a capire chi sono prima ancora del mestiere con cui vorranno cimentarsi nella vita.


Intervista di Benedetta Mura

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