Dolce attesa per chi? In una commedia la maternità ai tempi del precariato

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 02 Mar 2013 in Approfondimenti

Fare un figlio non sarà stato facile neanche in passato. Ma essere precari oggi in Italia – dove l'indice di natalità è tra i più bassi in Europa - rende la maternità praticamente un sogno proibito: una percorso a ostacoli che può scoraggiare tante giovani donne. Ed è proprio sui turbamenti di una futura mamma trentenne che indaga lo spettacolo teatrale Dolce Attesa per chi?, commedia brillante scritta dalla speaker radiofonica Betta Cianchini e diretta da Marco Maltauro, presentata a Roma alla Fonderia delle Arti. La rappresentazione romana del 24 febbraio, l'ultima per il momento, è stata un susseguirsi di applausi e risate. Perché, nonostante la tematica forte e a un passo dal dramma, la storia è affrontata con leggerezza e ironia. Nella messa in scena si assiste a uno sdoppiamento della personalità di una ragazza incinta, a due visioni - una cinica e l'altra più romantica - della maternità.
Bianca (Giada Prandi) ha trent'anni e - neanche a dirlo - un contratto a progetto. Neppur il suo compagno può garantirle un briciolo di stabilità: lui è un cervello in fuga,
costretto per fare carriera a emigrare dall'altra parte del mondo. In questo contesto zeppo di complicazioni, Bianca non fa che interrogarsi sulla scelta di diventare madre, cosciente che il suo capo potrebbe licenziarla, che non può fare affidamento sui servizi – nulli – offerti dalla sua città, che non potrà concedersi nessun acquisto extra, che lo shopping anzi sarà azzerato, che la madre ha l'Alzheimer e via dicendo con altre mille difficoltà.
Di fronte a le c'èi il suo alter ego (Cristiana Vaccaro), che a seconda della scena diventa compagno, amica, anima e mente a cui trasmettere angoscia e frustrazione, e da cui ricevere risposte pungenti ma spesso esilaranti che sdrammatizzano la triste condizione di chi non può permettersi di gioire fino in fondo per l'arrivo di un bebé. Solo perché precario.
Si può fare un bambino con un compagno ricercatore precario che pensa di andare all’estero? Rimanere o seguirlo? Cosa fare se non si hanno i nonni a disposizione? Come conciliare il desiderio di maternità con il lavoro? Sono solo alcuni dei dilemmi che attanagliano Bianca ogni giorno. Ha fatto bene l'amica, la bravissima Vaccaro (che indossa i panni di un soldato, perché gli abiti di scena rappresentano la guerra del quotidiano) a incastrare un uomo ricco – anche se sordo – che le concede un tenore di vita elevato? Comica la scena in cui snocciola la lista dei gadget 'di lusso' che allietano la sua gravidanza: dalle calze contenitive alla panciera, niente costa meno di 30 euro: cifra proibitiva per la povera Bianca.
Per la coppia precaria neanche l'assistenza sanitaria è un diritto: ci vogliono mesi per una visita, ed è un colpo azzeccatissimo quando in scena si ascolta la registrazione di una vera telefonata al cup del servizio sanitario nazionale. L'attesa per un appuntamento diventa eterna.
Difficile dire chi vincerà tra la parte sentimentale e quella razionale di Bianca, fra testa e cuore: le battute rivelano tutto il nervosismo di chi non sa se sarà all'altezza del compito di essere madre e avverte un malessere di fondo difficile da celare. Bianca passa in un attimo dalla felicità per la pancia che cresce alla preoccupazione di dover fare tutto da sola e alla paura di un futuro incerto. 
«Il famigerato orologio biologico si è inceppato o forse le donne italiane hanno paura di farlo suonare?», si legge nel comunicato dello spettacolo. La divertente pièce offre alcune risposte, con una interpretazione sarcastica ma briosa della vita. Il progetto di Dolce attesa per chi?, sostenuto da Future Health - banca di tessuti umani specializzata nella conservazione di cellule staminali - nasce sulla scia dello spettacolo Post Partum della stessa autrice Betta Cianchini, dedicato al tema del maternity blues: una sorta di leggera depressione post partum che colpisce tre neomamme su quattro. Proprio dai messaggi ricevuti dagli spettatori di quel primo spettacolo la Cianchini dichiara di aver tratto l'ispirazione: «La mole di testimonianze di donne (e non solo) che hanno raccontato le loro tragicomiche avventure mi hanno dato lo spunto per studiare, e nel mio caso anche ricordare, cosa avviene prima del grande giorno».  

Le prossime rappresentazioni saranno a Carpi, l'8 e il 9 marzo.

Ilaria Mariotti


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