Ingegneri meccanici, del software, meccatronici, elettrici: sono alcune delle diciotto figure che stanno per concludere il primo biennio di alto apprendistato con il Bosch Industry 4.0 Talent Program. Giovani ingegneri brillanti, che si dicono entusiasti dell’esperienza e che la consigliano ai neo laureati appassionati di Industry 4.0.
«Probabilmente non sarei riuscito a trovare niente di meglio in Italia» racconta alla Repubblica degli Stagisti Stefano Palmieri, 26 anni, napoletano, ingegnere meccatronico, che sta svolgendo l’apprendistato presso la sede commerciale Bosch di Torino: «Perché il Talent è un’opportunità unica nel suo genere. Ti permette di crescere professionalmente e di conoscere le persone giuste per futuri progetti mentre continui ad apprendere nuove cose. E in più di vivere un’esperienza all’estero e di imparare una nuova lingua, tutte cose per niente scontate nel mondo del lavoro di oggi».
«Il Talent è un’esperienza molto varia di lavoro e di formazione a 360 gradi» conferma Luca Vendramin, 26 anni, fiorentino, ingegnere elettrico e dell’automazione, oggi presso il reparto di ingegneria di produzione del plant Bosch di Nonantola, specializzato nell’oliodinamica: «Dagli aspetti più tecnici alla vista sui processi nel loro insieme acquisita nei plant fino alle attività meno collegate alla linea di produzione, come organizzare presentazioni per i membri del management. Il tutto con l’obiettivo di portare la digitalizzazione nell’industria, realizzando progetti pratici per usare le conoscenze acquisite all’interno dei siti produttivi e commerciali».
Nel team 4.0 c'è anche una (sola) donna, testimonianza di quanti passi si debbano ancora fare prima di raggiungere la parità nelle materie Stem: le candidature di donne sono state enormemente meno numerose di quelle di uomini. «Grazie ai miei colleghi mi sono integrata perfettamente all'interno del team e non ho mai avvertito discriminazione» racconta Eliana Bove, ingegnera informatica trentenne di Corato, oggi presso la sede Bosch di Bari: «Ma non nego che avrei preferito una maggiore presenza femminile, anche per i momenti più ludici».
Tra i punti di forza del programma Bosch c’è il network. «Ho apprezzato particolarmente l’aspetto relazionale, ovvero la possibilità di interagire con figure Bosch da varie parti del mondo e di lavorare a temi simili con diciassette persone con formazioni diverse» aggiunge Vendramin «ma tutte motivate e capaci. In più i nuovi arrivati avranno la possibilità di confrontarsi anche con noi e di vedere implementati i feedback da noi forniti, valore aggiunto della seconda edizione del progetto».
Gli apprendisti sono distribuiti tra gli stabilimenti produttivi e le sedi commerciali del Gruppo Bosch. «Grazie al programma mi sono avvicinato a un mondo che non conoscevo», racconta Palmieri, «quello commerciale e del rapporto con i clienti. Un lato di solito sottovalutato dagli ingegneri e invece molto importante, anche perché la figura commerciale oggi si sta trasformando e, oltre a non aver paura di interfacciarsi con i clienti, deve avere sempre di più competenze tecniche per risolvere i loro problemi». «Essere selezionato per me è stata una sorpresa» aggiunge «perché avevo già fatto in precedenza un colloquio in Bosch per un’altra posizione e mi avevano scartato perché avevo “un carattere troppo aperto”. Poi finalmente hanno trovato il ruolo più adatto a me».
Eliana Bove, Stefano Palmieri, Luca Vendramin e i loro colleghi sono stati scelti tra circa un migliaio di candidati. Tutti i giovani ingegneri, spiegano dai recruiter Bosch, riceveranno una proposta per restare nel gruppo, anche se non necessariamente nella stessa sede e/o posizione. «Non c'è ancora nulla di ufficiale e ben definito» specifica Bove «ma la proposta nel mio caso dovrebbe essere quella di proseguire il progetto startato durante il periodo a Stoccarda presso il Dipartimento Logistics Innovation, IT Systems and Processes, e improntato su nuove soluzioni tecnologiche in ambito logistico, su cui Bosch sta investendo molto».
«Il Talent è un investimento importante per l’azienda: figure come le nostre sono difficili da trovare sul mercato, per questo sono considerate alte e sono supportate. Inoltre Bosch è una realtà talmente grande che un’opportunità sfidante la trovi sempre» assicura Palmieri.
Ma qual è l’iter per superare la selezione? «Dopo aver inviato il mio curriculum vitae, sono stato contattato dalle risorse umane di Bosch per un primo colloquio via Skype» racconta Vendramin: «Mi hanno chiesto del mio percorso e hanno verificato la mia conoscenza della lingua inglese, quindi c’è stata la fase di selezione in presenza, consistente nella presentazione di un lavoro di gruppo, nella simulazione della preparazione e del lancio di un nuovo prodotto e in un colloquio individuale. Ultimo step è stato l’Hackathon di Milano, in cui ci è stato chiesto di sviluppare, a gruppi di quattro o cinque persone, il demo di un progetto di controllo a livello industriale».
Il segreto per essere selezionati? Secondo Vendramin il gruppo Bosch, oltre che brillanti ingegneri, ricerca «persone proattive, pragmatiche, volenterose di proporre le proprie idee, capaci di apprendere e adattarsi e di pensare soluzioni applicabili alla realtà in cui si trovano». Chi sente di possedere queste caratteristiche, può farsi avanti attraverso il sito Bosch o l’offerta LinkedIn dedicata.
Rossella Nocca
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