“Difficile trovare di meglio in Italia”, tre giovani ingegneri raccontano il loro Talent Program in Bosch

Rossella Nocca

Rossella Nocca

Scritto il 23 Gen 2019 in Storie

buone opportunità Gruppo Bosch ingegneria

Ingegneri meccanici, del software, meccatronici, elettrici: sono alcune delle diciotto figure che stanno per concludere il primo biennio di alto apprendistato con il Bosch Industry 4.0 Talent Program. Giovani ingegneri brillanti, che si dicono entusiasti dell’esperienza e che la consigliano ai neo laureati appassionati di Industry 4.0.

«Probabilmente non sarei riuscito a trovare niente di meglio in Italia» racconta alla Repubblica degli Stagisti Stefano Palmieri, 26 anni, napoletano, ingegnere meccatronico, che sta svolgendo l’apprendistato presso la sede commerciale Bosch di Torino: «Perché il Talent è un’opportunità unica nel suo genere. Ti permette di crescere professionalmente e di conoscere le persone giuste per futuri progetti mentre continui ad apprendere nuove cose. E in più di vivere un’esperienza all’estero e di imparare una nuova lingua, tutte cose per niente scontate nel mondo del lavoro di oggi». 

«Il Talent è un’esperienza molto varia di lavoro e di formazione a 360 gradi» conferma Luca Vendramin, 26 anni, fiorentino, ingegnere elettrico e dell’automazione, oggi presso il reparto di ingegneria di produzione del plant Bosch di Nonantola, specializzato nell’oliodinamica: «Dagli aspetti più tecnici alla vista sui processi nel loro insieme acquisita nei plant fino alle attività meno collegate alla linea di produzione, come organizzare presentazioni per i membri del management. Il tutto con l’obiettivo di portare la digitalizzazione nell’industria, realizzando progetti pratici per usare le conoscenze acquisite all’interno dei siti produttivi e commerciali». 

Nel team 4.0 c'è anche una (sola) donna, testimonianza di quanti passi si debbano ancora fare prima di raggiungere la parità nelle materie Stem: le candidature di donne sono state enormemente meno numerose di quelle di uomini. «Grazie ai miei colleghi mi sono integrata perfettamente all'interno del team e non ho mai avvertito discriminazione» racconta Eliana Bove, ingegnera informatica trentenne di Corato, oggi presso la sede Bosch di Bari: «Ma non nego che avrei preferito una maggiore presenza femminile, anche per i momenti più ludici». 

Tra i punti di forza del programma Bosch c’è il network. «Ho apprezzato particolarmente l’aspetto relazionale, ovvero la possibilità di interagire con figure Bosch da varie parti del mondo e di lavorare a temi simili con diciassette persone con formazioni diverse» aggiunge Vendramin «ma tutte motivate e capaci. In più i nuovi arrivati avranno la possibilità di confrontarsi anche con noi e di vedere implementati i feedback da noi forniti, valore aggiunto della seconda edizione del progetto».

Gli apprendisti sono distribuiti tra gli stabilimenti produttivi e le sedi commerciali del Gruppo Bosch. «Grazie al programma mi sono avvicinato a un mondo che non conoscevo», racconta Palmieri, «quello commerciale e del rapporto con i clienti. Un lato di solito sottovalutato dagli ingegneri e invece molto importante, anche perché la figura commerciale oggi si sta trasformando e, oltre a non aver paura di interfacciarsi con i clienti, deve avere sempre di più competenze tecniche per risolvere i loro problemi». «Essere selezionato per me è stata una sorpresa» aggiunge «perché avevo già fatto in precedenza un colloquio in Bosch per un’altra posizione e mi avevano scartato perché avevo “un carattere troppo aperto”. Poi finalmente hanno trovato il ruolo più adatto a me».

Eliana Bove, Stefano Palmieri, Luca Vendramin e i loro colleghi sono stati scelti tra circa un migliaio di candidati.
Tutti i giovani ingegneri, spiegano dai recruiter Bosch, riceveranno una proposta per restare nel gruppo, anche se non necessariamente nella stessa sede e/o posizione. «Non c'è ancora nulla di ufficiale e ben definito» specifica Bove «ma la proposta nel mio caso dovrebbe essere quella di proseguire il progetto startato durante il periodo a Stoccarda presso il Dipartimento Logistics Innovation, IT Systems and Processes, e improntato su nuove soluzioni tecnologiche in ambito logistico, su cui Bosch sta investendo molto».

«Il Talent è un investimento importante per l’azienda: figure come le nostre sono difficili da trovare sul mercato, per questo sono considerate alte e sono supportate. Inoltre Bosch è una realtà talmente grande che un’opportunità sfidante la trovi sempre» assicura Palmieri.


Ma qual è l’iter per superare la selezione? «Dopo aver inviato il mio curriculum vitae, sono stato contattato dalle risorse umane di Bosch per un primo colloquio via Skype» racconta Vendramin: «Mi hanno chiesto del mio percorso e hanno verificato la mia conoscenza della lingua inglese, quindi c’è stata la fase di selezione in presenza, consistente nella presentazione di un lavoro di gruppo, nella simulazione della preparazione e del lancio di un nuovo prodotto e in un colloquio individuale. Ultimo step è stato l’Hackathon di Milano, in cui ci è stato chiesto di sviluppare, a gruppi di quattro o cinque persone, il demo di un progetto di controllo a livello industriale».

Il segreto per essere selezionati? Secondo Vendramin il gruppo Bosch, oltre che brillanti ingegneri, ricerca «persone proattive, pragmatiche, volenterose di proporre le proprie idee, capaci di apprendere e adattarsi e di pensare soluzioni applicabili alla realtà in cui si trovano». Chi sente di possedere queste caratteristiche, può farsi avanti attraverso il sito Bosch o l’offerta LinkedIn dedicata.

Rossella Nocca 

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