Indennità di 600 euro, da oggi i lavoratori autonomi la possono richiedere all'Inps: ecco come

Chiara Del Priore

Chiara Del Priore

Scritto il 01 Apr 2020 in Notizie

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Da oggi – due giorni più tardi rispetto alla data inizialmente annunciata, lunedì 30 marzo – è possibile fare richiesta per l’indennità di 600 euro destinata ai lavoratori autonomi, prevista dal decreto “Cura Italia” pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 17 marzo, per far fronte alla situazione d’emergenza legata al Coronavirus. Si tratta di una platea di destinatari che secondo il governo ammonta complessivamente a circa tre milioni e mezzo di persone, per le quali è prevista l’erogazione per ora solo per il mese di marzo (ma è probabile che venga confermata anche per aprile). Le modalità di richiesta e accesso all’indennità variano a seconda della tipologia di professionisti. La Repubblica degli Stagisti ha approfondito le modalità di fruizione della misura con Marco Leonardi, economista e consulente del ministero dell’Economia e delle Finanze e Anna Soru, presidente di Acta, associazione italiana dei freelance.

Chi ne ha diritto

Una prima macro categoria comprende, come si legge nel decreto e nella circolare Inps dello scorso 30 marzo:

  • liberi professionisti titolari di partita IVA attiva alla data del 23 febbraio 2020;
  • professionisti non iscritti agli ordini, titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa iscritti alla gestione separata;
  • artigiani, commercianti, stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali che non abbiano al 17 marzo 2020 alcun rapporto di lavoro dipendente e che abbiano cessato involontariamente il proprio rapporto di lavoro tra il primo gennaio 2019 e il 17 marzo 2020;
  • lavoratori del settore spettacolo che abbiano versato (almeno) 30 contributi giornalieri nell'anno 2019 al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo, che fa parte dell'Inps, da cui deriva nello stesso anno un reddito non superiore a 50mila euro;
  • lavoratori agricoli con almeno 50 giornate di lavoro svolte nell'anno 2019, non titolari di pensione o iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie. 


Come dimostra la tabella qui sopra, per alcune categorie di autonomi sono stati fissati requisiti più specifici che potrebbero non rendere accessibile il bonus, restringendo così la platea di beneficiari rispetto ai numeri complessivi indicati dal Governo.

«È importante ricordare che l’indennità non è cumulabile con altre misure di sostegno al reddito» spiega Leonardi. Dunque non c’è cumulabilità, ad esempio, con il reddito di cittadinanza, mentre è possibile accedere ad altre misure previste dal decreto come il bonus baby sitter.

La circolare dell'Inps chiarisce anche che le indennità per queste tipologie di lavoratori sono incompatibili tra di loro e con la cosiddetta Ape sociale, cioè l'anticipo pensionistico a carico dello Stato, erogato dall'Inps a soggetti in determinate condizioni previste dalla legge che abbiano compiuto almeno 63 anni di età e che non siano già titolari di pensione diretta in Italia o all'estero.


C'è inoltre incompatibilità «con le pensioni dirette a carico, anche pro quota, dell’Assicurazione generale obbligatoria (AGO) e delle forme esclusive, sostitutive ed esonerative della stessa, degli enti di previdenza», cioè le casse relative agli ordini professionali. Per cui se si è iscritti a un'altra cassa professionale non si può usufruire dell'erogazione da parte dell'Inps. Fanno eccezione solo gli iscritti all'Enasarco, l'ente degli agenti di commercio, che sono stati inclusi nell'articolo 28 del decreto "Cura Italia", per loro è quindi prevista l'erogazione del bonus da parte dell'Inps.

Non c'è invece incompatibilità con l'indennità di disoccupazione Dis-Coll a favore dei liberi professionisti titolari di partita IVA e dei lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, e con la Naspi per lavoratori stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali.

Per questa misura è stato previsto, sommando le cifre indicate nel decreto per ciascuna categoria, un limite di spesa per il 2020 di quasi tre miliardi di euro, «risorse disponibili per l’intera platea dei beneficiari. Non ci sarà un esaurimento di quanto stanziato per cui non è necessaria nessuna corsa alle domande» assicura Leonardi.


Come fare domanda

L’Inps ha pubblicato una prima comunicazione lo scorso 20 marzo dove, oltre a specificare le tipologie di beneficiari, ha parlato di richiesta tramite i propri canali telematici. Attraverso il sito si può fare domanda richiedendo un PIN che arriverà sul proprio cellulare o tramite posta elettronica.

Una procedura quindi più semplificata che non richiede l’utilizzo delle credenziali SPID o il PIN dispositivo necessari per accedere alle altre prestazioni erogate dall’Inps.
Chi è già in possesso di credenziali SPID o PIN rilasciato dall’Inps può però comunque fare richiesta tramite procedura ordinaria.

La procedura semplificata è stata chiarita in una seconda circolare, pubblicata lo scorso 26 marzo: «La modalità semplificata consente ai cittadini di compilare e inviare le specifiche domande di servizio, previo inserimento della sola prima parte del pin, ricevuto via SMS o e-mail, dopo averlo richiesto tramite portale o contact center. La richiesta del PIN può essere effettuata attraverso il sito dell’Inps, utilizzando il servizio Richiesta Pin; contact center, chiamando il numero verde 803 164, gratuito da rete fissa, oppure 06 164164, a pagamento da rete mobile. Una volta ricevute via SMS o e-mail le prime otto cifre del pin, è possibile immediatamente utilizzarle in fase di autenticazione per la compilazione e l’invio della domanda online», si legge nel documento.

Dopo aver ottenuto il pin, è necessario entrare nella sezione personale del sito INPS attraverso il PIN, accedere ai servizi online e da qui “Domande per prestazioni al sostegno del reddito” e infine selezionare “Indennità COVID-19". «L’accredito dovrebbe essere rapido, presumibilmente già entro la metà del mese di aprile» dice Leonardi.


Questa procedura di richiesta non vale, come detto, per i
lavoratori iscritti a casse previdenziali autonome, come nel caso di chi fa parte di un ordine professionale, circa 1 milione e mezzo di persone. Per loro il decreto Cura Italia ha previsto la possibilità di attingere al “Fondo per il reddito di ultima istanza”, destinato ai lavoratori le cui attività hanno subìto una riduzione o cessazione a causa del Coronavirus. Il bonus di 600 euro è previsto anche per questa categoria di lavoratori, con requisiti e modalità di accesso disciplinati dal decreto pubblicato lo scorso 28 marzo [a breve la Repubblica degli Stagisti pubblicherà un articolo di approfondimento anche su quest'altra procedura di richiesta].

Con molta probabilità i decreti di prossima uscita rinnoveranno l’indennità dei 600 euro per entrambe le tipologie di lavoratori autonomi anche per il mese di aprile, forse rivedendone l’importo o prevedendo ulteriori misure di supporto.


«Per i lavoratori autonomi il bonus è già un buon risultato, dato che siamo stati considerati come categoria e non sempre è scontato: sarebbe ancora meglio prevedere un importo superiore dato che in molti hanno già riscontrato perdite e cancellazioni degli ordini» è il commento di Anna Soru, in rappresentanza di decine di migliaia di freelance.

Chiara Del Priore

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